28 ottobre 2015

Il programma è rivolto a tutti i giornalisti europei, che possono candidarsi per un periodo in residenza a Lipsia. Termine ultimo per fare domanda il prossimo 22 gennaio

Lo European Center for Press and Media Freedom (ECPMF) lancia il programma di Residenze per giornalisti, offrendo accoglienza e sostegno economico a professionisti dell'informazione europei che siano in pericolo a causa del proprio lavoro. Il programma offre ai giornalisti minacciati ospitalità sicura a Lipsia, una borsa di studio, assicurazione sanitaria e opportunità di disseminazione del proprio lavoro. L'obiettivo principale della residenza è garantire protezione rispetto alle pressioni subite, ma allo stesso tempo il programma vuole richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sull'esistenza di simili situazioni di rischio e sostenere concretamente il lavoro di questi giornalisti.

La possibilità di ricevere una borsa di studio si estende anche a giornalisti ed esperti nell'ambito dei media che non siano direttamente minacciati, ma la cui attività contribuisca in maniera significativa a migliorare la libertà dei media in Europa. Qualora un progetto di questo tipo venga valutato idoneo, sarà sostenuto da una borsa di studio e l'autore riceverà la possibilità di accedere alle infrastrutture di ECPMF.

Il programma si rivolte a tutti i giornalisti europei. La durata della residenza può variare in base alle esigenze specifiche e ha un limite massimo di 12 mesi. Per candidarsi, i giornalisti devono dimostrare di avere ricevuto pressioni in conseguenza del proprio lavoro, e di avere maturato una significativa esperienza lavorativa come giornalisti. È richiesto ai candidati di non essere affiliati ad alcun movimento politico. Per informazioni dettagliate sul programma e sulle modalità per presentare la propria candidatura per il programma di Residenze per giornalisti, si rimanda alla pagina web di ECPMF .

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto