Scrutinio dei voti

I primi risultati con l'80% dei voti scrutinati. Alle politiche l'SNS di Nikolić il primo partito, seguono Democratici e Partito socialista. Alla presidenza ballottaggio Nikolić-Tadić. Affluenza attorno al 60%

07/05/2012 -  Chiara Longhi Belgrado

Pochi scossoni dalle elezioni in Serbia. Con 78% dei voti scrutinati l'unica vera sorpresa è che il Partito radicale, capeggiato da Vojislav Šešelj, rinchiuso presso il Tribunale internazionale dell'Aja, non avrà alcun rappresentante in Parlamento, dato che non supererà lo sbarramento del 5%.

Al contrario, il partito che nacque proprio da una costola dei radicali, il Partito progressista serbo (SNS), ha ottenuto la maggioranza relativa dei voti: 24,1% che sarebbe tradotta se confermata in 73 seggi parlamentari.

Il Partito democratico (DS) ha ottenuto il 22.4% (68 seggi), il Partito socialista (SPS) il 14.4% (44 seggi), Il Partito democratico della Serbia (DSS) e i Liberal-democratici (LDP) rispettivamente il 6.9 e il 6.6%, con 21 e 20 seggi.
Il partito regionalista Regioni unite della Serbia (URS) avrà 16 parlamentari mentre l'Alleanza degli ungheresi di Vojvodina 5. Gli altri partiti rappresentanti le minoranze ottengono 1 seggio ciascuno.

Per la corsa alle presidenziali il leader dell'SNS Tomislav Nikolić sopravanza di un'inezia quello dei Democratici e presidente uscente Boris Tadić: 25.5% il primo, 25.4% il secondo. Si affronteranno nel ballottaggio previsto per il 20 maggio prossimo.

I risultati degli altri candidati alla presidenza: Zoran Stanković: 6.6%; Vladan Glišić: 2.7%; Vojislav Koštunica: 7.2%; Zoran Dragišić: 1.7%; Jadranka Šešelj: 3.9%; Muamer Zukorlić: 1.3%; Danica Grujičić: 0.7%; Ivica Dačić: 14.2%; Čedomir Jovanović: 5.2%; Ištvan Pastor: 1.7%.

Prime reazioni

Dopo l'annuncio di questi risultati in tarda serata, Nikolić ha sottolineato in conferenza stampa che l'SNS ha ottenuto il maggior numero di voti dopo soli 3 anni e mezzo dalla sua nascita. "Rispetto il risultato ottenuto da Tadić" ha aggiunto, ricordando però all'avversario che questo non lo avvantaggerà al ballottaggio. "Per la terza volta sono in testa al primo turno, e non sono mai stato sicuro di vincere. Questa volta lo sono." - ha concluso.

Molto più concisa e asciutta la dichiarazione di Boris Tadić, che ha detto di essere pronto ad iniziare la campagna per il secondo turno delle presidenziali e che è sicuro di vincere. La lotta con l'avversario Nikolić, ha detto, è uno scontro tra due linee politiche che portano la Serbia in due direzioni molto diverse.

Ma il vero vincitore di queste elezioni è Ivica Dačić che, forte di un risultato migliore di quello previsto dai sondaggi, ha dichiarato di aver così evitato che in Serbia si creasse un sistema bipolare: "Tutti si stupiscono di questo risultato, ma non noi. In Serbia non esistono solo Tadić e Nikolić, esiste anche il popolo, e noi parliamo in nome del popolo."

"Ci hanno offeso e umiliato per tutta la campagna" - ha poi aggiunto l’ex ministro dell’Interno - "ma ora dovranno venire a patti con noi, e noi terremo presente [questo comportamento] quando sarà il momento di discutere" ha aggiunto il leader socialista lasciando intendere di avere il potere contrattuale sufficiente per aspirare alla carica di capo del governo.

Il leader dei socialisti ha poi ricordato i risultati delle elezioni del 2008, dichiarando di voler iniziare subito la campagna elettorale per le prossime presidenziali, che lo "porteranno alla vittoria".

Secondo il direttore del CESID (Centro per le Elezioni Libere e per la Democrazia), Marko Blagojević, il governo di coalizione verrà formato relativamente presto, forse già subito dopo il ballottaggio per la presidenza della Repubblica, che si terrà il 20 maggio.

A Belgrado le operazioni di voto si sono svolte in maniera tranquilla, e non ci sono state fino a questo momento manifestazioni né festeggiamenti. DS, SNS, LDP ed altri partiti hanno inviato un consistente numero di SMS ai propri simpatizzanti e a molti altri cittadini più volte nel corso della giornata elettorale, invitandoli ad andare a votare.  

Kosovo e Sud Serbia

Il voto si è svolto senza grossi incidenti anche in Kosovo, dove le elezioni parlamentari e presidenziali sono state facilitate dall'OSCE. Il conteggio delle schede è atteso nella giornata di oggi, ma è improbabile che possa portare a variazioni significative dei risultati già noti tranne che nel caso del Partito Radicale di Vojislav Šešelj, che potrebbe riuscire ad entrare in parlamento proprio grazie ai voti dei serbi del Kosovo.

Tensioni e irregolarità si sarebbero registrate, secondo alcune fonti, al sud della Serbia, dove la minoranza albanese aveva dichiarato di volersi astenere dal voto in segno di protesta contro gli arresti ordinati dal ministro degli Interni Dačić pochi giorni prima delle elezioni. Venerdì scorso, infatti, la polizia serba ha condotto una grossa operazione nella zona di Bujanovac arrestando 8 persone, 5 delle quali accusate di aver compiuto crimini di guerra durante il conflitto tra serbi e albanesi del 2001.    

Anche se la Serbia si è astenuta dall'organizzare le elezioni amministrative sul territorio del Kosovo, in alcuni comuni a maggioranza serba del nord le consultazioni si sono svolte ugualmente anche senza il benestare di Belgrado e senza alcun coinvolgimento dell'OSCE. A Zubin Potok la vittoria sarebbe andata al candidato DSS.


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