Un'immagine tratta da "Mustang" del regista turco Deniz Gamze Ergüven

In corso nella capitale bosniaca il Sarajevo Film Festival, l'appuntamento più importante dell'anno col cinema dei Balcani

17/08/2015 -  Nicola Falcinella

Come ogni anno, Sarajevo chiama per il suo Film Festival cineasti, addetti ai lavori e cinefili dei Balcani e del sudest Europa e non soltanto. Da venerdì, e fino a sabato, è in corso la 21° edizione della rassegna iniziata nell'ultima estate dell'assedio e diventata presto la più importante dell'area.

Il programma è al solito nutrito e fa il punto sulla produzione recente dell'area e propone qualche novità. Un festival per gli addetti ai lavori, che si ritrovano per gli importanti Talent Campus e Cinelink, ma anche molto per la città, con le arene all'aperto e la proiezione di una selezione di film dell'ultima stagione che altrimenti non arriverebbero nelle sale bosniache.

Nella giuria presieduta dal regista romeno Călin Peter Netzer, già Orso d'oro a Berlino per “Il caso Kerenes”, ci sono la regista serba Maja Miloš e l'attrice croata Zrinka Cvitešić. Nella giuria dei documentari figura anche 
Juliano Ribeiro Salgado, autore con Wim Wenders dell'apprezzatissimo film su suo padre Sebastiao “Il sale della terra”.

Lugometraggi

Nel concorso lungometraggi figurano dieci film, tra questi ben sei sono opere d'esordio. Sei sono già stati proposti a Cannes, mentre “Chevalier” della greca Athina Rachel Tsangari è stato nei giorni scorsi in gara al Festival di Locarno, senza ottenere premi. Le vere novità sono tre, in prima fila l'atteso debutto nel lungometraggio della bosniaca Ines Tanović, “Our Everyday life - Naša svakodnevna priča” con Emir Hadziafizbegović e Uliks Fehmiu. La vita quotidiana ai nostri giorni della famiglia Susić, tra malattia, perdita del lavoro, rassegnazione e qualcuno emigrato all'estero che vorrebbe rientrare. Dalla Turchia arriva “Entanglement – Dolanma” di Tunç Davut e dalla Romania “Back Home – Acasă la tata” di Andrei Cohn.

Molto interessanti gli altri titoli già apprezzati in Costa Azzurra. Ben quattro di questi titoli hanno già una distribuzione in Italia e sembra un dato fuori dalla norma: “Sole alto - Zvizdan” del croato Dalibor Matanić e “The Treeasure - Comoara” del romeno Corneliu Porumboiu, premiati in Un certain regard: il primo racconta tre storie d'amore (interpretate sempre dagli stessi due attori) sull'arco di vent'anni da giovani di diverse origini, mentre il secondo è la ricerca di un tesoro dell'epoca comunista che rivela molto della Romania di oggi. Ha meritato il Gran Prix della giuria del concorso principale sempre a Cannes “Son Of Saul – Saul fia” dell'esordiente ungherese László Nemes; e poi, tra i distribuiti in Italia abbiamo “Mustang” della regista turca Deniz Gamze Ergüven. Completano la competizione “Panama” dell'esordiente serbo Pavle Vučković e l'austriaco “Superworld – Superwelt” di Karl Markovics

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Altri concorsi

Il Cuore di Sarajevo alla carriera sarà consegnato al regista canadese Atom Egoyan (“Il dolce domani”, “Il viaggio di Felicia”, “Ararat”), del quale saranno presentati molti film. Un altro tributo è dedicato al filippino Brillante Mendoza, premiato come miglior regista a Cannes nel 2009 per “Kinatay”, che presenterà anche il recente “Taklub”.

Particolarmente rigorosa la selezione dei cortometraggi, con solo 10 scelti per il concorso. C'è il georgiano “Mama – Father” di Davit Pirtskhalava, reduce dal Pardino d'oro di Locarno. Presentati a Cannes sono il turco “Tuesday - Sali” di Ziya Demirel e il romeno “Ramona” di Andrei Creţulescu, premiato come miglior corto della Semaine de la critique. Già noto per i suoi lunghi è l'altro romeno Andrei Gruzsniczki, che presenta “A Random Act of Kindness - O faptă bună”. Ancora, l'altro turco “The Traslator – Cevirmen” di Emre Kayiş, il serbo “With Many Things To Come – Sve je više stvari koje dolaze” di Jelena Gavrilović, il montenegrino “A Matter of Will – Biserna obala” di Dušan Kasalica, il bulgaro “Zeus” di Pavel G. Vesnakov e il bosniaco “Kalo - Damaged Goods” del giovane Nermin Hamzagić.

Molto interessante sulla carta il concorso documentari, con 24 opere proposte. Parecchie sono bosniache: “Chasing A Dream - U potrazi za snom” di Mladen Mitrović, “The Fog Of Srebrenica - Izmaglica Srebrenice” di Samir Mehanović, “One Day In Sarajevo - Jedan dan u Sarajevu” di Jasmila Žbanić, “Self Reflection – Autorefleksija” di Nedim Alikadić, “The Unidentified” di Marija Ristić e Nemanja Babić e “Flotel Europa” di Vladimir Tomić, già rivelazione dell'ultimo Festival di Berlino. Ancora da segnalare “Home - Dom” Metod Pevec, “Eoha” del montenegrino Vladimir Perović, il macedone “Green Walls, Black Food” di Sandra Gjorgieva, “I Like That Super Most The Best - Lijepo mi je s tobom, znaš” della croata Eva Kraljević, il romeno “Chuck Norris vs Communism” di Ilinca Calugareanu, il greco “Exotica, Erotica, Etc” di Evangelia Kranioti, “In the Dark / U mraku” del serbo Goran Stanković e il romeno “Toto and his Sisters - Toto Şi Surorile Lui” di Alexander Nanau.

Open Air e Kinoscope

L'Open Air, la vetrina del festival per il pubblico, è molto varia e di richiamo, dal nuovo film di Woody Allen, lo spassoso “Irrational Man” con Joaquin Phoenix, Parker Posey ed Emma Stone, alla Palma d'oro di Cannes “Dheepan” di Jacque Audiard. Ma anche il croato “Takva su pravila” di Ognjen Sviličić con Emir Hadžihafizbegović (passato un anno fa a Venezia), la tragicommedia spagnola ambientata durante la guerra in Bosnia “A Perfect Day” Fernando León de Aranoa con Benicio Del Toro, Tim Robbins, Olga Kurylenko e Mélanie Thierry e “Tigers”, il film indiano di Danis Tanović con Danny Huston.


Infine la sezione internazionale Kinoscope include l'inglese “45 Years” di Andrew Haigh, il giapponese “Nobi” di Shinya Tsukamoto, l'islandese “The Show of Shows” di Benedikt Erlingsson, l'americano “Green Room” di Jeremy Saulnier, “The Lobster” del greco Yorgos Lanthimos, “Phoenix” del tedesco Christian Petzold, “Taxi” dell'iraniano Jafar Panahi (Orso d'oro a Berlino) e l'israeliano “Tikkun” di Avishai Sivan
 (due premi a Locarno). 



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