nuovi equilibri nel caucaso

3_Il disastro caucasico, le difficoltà della Rivoluzione Arancione ucraina, un'Europa che non ha una chiara visione comune al riguardo - sono tutti il tragico frutto di una crisi identitaria che vive la Russia, uscita da poco dalle viscere del sistema totalitario e ormai quanto mai propensa a ripercorrere un passato che non vuol tramontare. Chi difende questa "Russia pericolosa" (termine dello storico russo Jurij Afanas'ev), immersa nel delirio militaristico, semplicemente disprezza una Russia europea rappesentata dall'opposizione russa, che tenta disperatamente di proporre un'alternativa democratica anche in quel paese. L'Occidente predica bene (la democrazia prima di tutto!) , ma razzola male (non dimentichamo il gas!). Non è quindi opportuno irritare più che tanto lo Tzar Putin. Si avanza, ma col manzoniano "con juicio... si puedes". L'Ucraina, lasciata sola in una temperie quanto mai difficile, continua a fare errori, i suoi dirigenti politici deludono la gente che aveva sperato nella palingenesi democratica. E però c'è ancora chi lavora per il cambiamento, per l'alternativa democratica. L'esito delle elezioni a Kiev non è mai scontato come a Mosca. E questo solo fatto dovrebbe far pensare. E dovrebbe impegnare un Occidente responsabile a non lasciar solo chi per questo cambiamento lotta e rischia molto di più che il riscaldamento invernale. Non accontentiamoci insomma di ricordare il sacrificio della Politkovskaja con qualche manifestazione.Non basta.Ben altro si può fare.