
Velika Plaža, Ulcinj, Montenegro - © biggunsband/Shutterstock
Un accordo recentemente siglato tra Montenegro ed Emirati Arabi Uniti solleva preoccupazioni per la Velika Plaža a Ulcinj, una spiaggia lunga dodici chilometri che le associazioni ambientaliste e la popolazione locale definiscono “una perla naturale”
(Originariamente pubblicato da BIRN , il 23 aprile 2025)
Lo scorso 22 aprile il parlamento di Podgorica ha approvato una serie di accordi con gli Emirati Arabi Uniti sulla cooperazione in materia di economia, turismo e proprietà immobiliari, spianando così la strada ad un controverso progetto di sviluppo della Velika Plaža [la spiaggia grande], lunga dodici chilometri, a Ulcinj.
Gli accordi, firmati dal primo ministro Milojko Spajić a Dubai all’inizio di aprile, sono parte integrante di una campagna più ampia, portata avanti dalla leadership montenegrina per attrarre investimenti esteri e sviluppare il turismo, soprattutto nelle aree meno sviluppate all’estremo sud del paese.
“Il Montenegro ha bisogno di investimenti da parte di aziende credibili che vantano un’esperienza pluridecennale con progetti di successo su larga scala”, ha dichiarato Spajić dopo aver siglato l’accordo con Abdullah bin Zayed Al Nahyan, ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti.
Per il premier montenegrino, la cooperazione nel settore turistico contribuirà ad “accelerare la crescita economica, creare nuovi posti di lavoro e migliorare il tenore e la qualità della vita, distribuendo equamente i benefici tra nord e sud del paese”.
Inizialmente, Spajić aveva annunciato la disponibilità da parte della società immobiliare Eagle Hills, con sede a Dubai, ad investire 35 miliardi di euro per ottenere in concessione la Velika Plaža. Quando poi Eagle Hills ha citato una cifra molto più modesta, Spajić ha spiegato che la somma da lui menzionata riguardava il valore totale di un’intesa più ampia, compresi diversi accordi su prodotti tessili, tecnologie di sicurezza, telecomunicazioni, aviazione, sviluppo delle infrastrutture, immobiliare e altri servizi.
“Si tratta di un progetto con un valore potenziale di 35 miliardi [di euro]. È una cifra prudente, potrebbe essere più alta, dipende da noi”, ha affermato il premier durante una seduta del parlamento in cui si è discusso della cooperazione con gli Emirati Arabi Uniti.
I partiti degli albanesi etnici si oppongono fermamente al tentativo di dare in concessione per novant’anni quello che definiscono “un gioiello” dell’area costiera di Ulcinj. Gli albanesi costituiscono il 75% della popolazione della città.
“È assolutamente inaccettabile. Non siamo contrari agli investimenti... ma Ulcinj non è in vendita”, sottolinea Mehmed Zenka dell’Unione democratica degli albanesi (DUA).
“Lo abbiamo detto al primo ministro… ci sono altre località in cui investire, ma non i venti milioni di metri quadrati di spiaggia e l’entroterra di Ulcinj”, precisa Mehmed Zenka.
Secondo l’attivista Vanja Ćalović, da anni impegnata nella lotta alla corruzione, la popolazione è unita contro questo progetto.
“I cittadini si batteranno. Tutto il Montenegro è unito, i cittadini di tutte le religioni, etnie e affiliazioni politiche – tutti vogliamo salvare le nostre perle [naturali] per noi, cittadini del Montenegro, non vogliamo diventare i camerieri e i cuochi al servizio degli altri”, ha dichiarato Ćalović durante una manifestazione di protesta organizzata lo scorso 22 aprile davanti al parlamento di Podgorica, in vista del voto sul controverso accordo.
Ćalović si è rivolta anche agli esponenti della compagine di governo, ricordando che un tempo “avevano spina dorsale”.
“Vi abbiamo eletto per lavorare nei nostri interessi, non per soddisfare i vostri interessi o quelli di qualsiasi investitore. Se oggi scegliete le vostre tasche anziché quelle dei cittadini, state certi che non ci fermeremo. Abbiamo difeso [il fiume] Tara e difenderemo anche il nostro mare”, ha annunciato l’attivista.
Per Ivan Vuković, deputato del parlamento di Podgorica eletto tra le fila del Partito democratico dei socialisti (DPS), attualmente all’opposizione, il progetto proposto dalla maggioranza è un furto di stato.
“Si tratta di un tentativo di furto a mano armata di proprietà statale. Il governo, con l’aiuto dei deputati della maggioranza, intende regalare un terreno che vale venti miliardi di euro”, ha denunciato Vuković durante il dibattito parlamentare.
Gli esponenti del governo hanno invece insistito nel definire l’accordo con gli Emirati Arabi Uniti “un’opportunità storica” per una crescita economica a lungo termine.
“Questa partnership potrebbe trasformare l’area di Ulcinj rispettando i valori ambientali e culturali”, ha affermato il ministero dello Sviluppo Economico.
In precedenza, le organizzazioni ambientaliste locali hanno chiesto che il contratto venisse pubblicato nella sua versione integrale e che venisse avviato un più ampio dibattito pubblico.
“La Velika Plaža è un patrimonio nazionale e le decisioni sul suo futuro devono coinvolgere i cittadini e le comunità locali”, ha affermato l’associazione Green Action Network.
L’ong MANS ha messo in guardia sul fatto che l’accordo di cooperazione è stato proposto senza prevedere alcuna gara d’appalto pubblica o altre procedure prescritte dalla legislazione nazionale in materia di beni pubblici.
“I terreni di proprietà dello stato – denuncia MANS in un comunicato stampa – saranno venduti o dati in concessione tramite accordi diretti, siglati a porte chiuse, spianando la strada alla corruzione”.
In un’intervista rilasciata all’emittente montenegrina Vijesti, Mohamed Alabbar, proprietario di Eagle Hills, ha dichiarato che lo sviluppo della Velika Plaža non sarà invasivo.
“Ci saranno molti spazi verdi, edifici residenziali fino a tre o quattro piani. Le spiagge rimarranno accessibili a tutti i cittadini, però saranno pulite. Anche la comunità locale sarà coinvolta”, ha spiegato Alabbar.
La Velika Plaža si estende per oltre dodici chilometri ed è considerata una risorsa fondamentale per il turismo sostenibile. Ad oggi è rimasta perlopiù selvaggia.
Tra gli investimenti della compagnia Eagle Hills spiccano la famosa torre Burj Khalifa a Dubai e il progetto “Belgrade Waterfront” in Serbia.
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