È possibile comunicare la cooperazione sui media italiani? È questa la domanda che si sono posti i partecipanti all'incontro organizzato da IPS , in collaborazione con la Provincia di Roma, la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università Sapienza e l'AGI, svoltosi il 30 novembre presso Palazzo Campanari nell'ambito delle Giornate per la Cooperazione Italiana 2005

21/12/2005 -  Anonymous User

Fonte: Aise

All'incontro hanno partecipato, tra gli altri, Giuseppe Deodato, Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri italiano; Mario Lubetkin, Direttore Generale della IPS; Vincenzo Vita, Assessore alle politiche culturali, della comunicazione e dei sistemi informativi della Provincia di Roma; Mario Morcellini, Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione, Università "La Sapienza" di Roma; Nicola Boccella, Direttore Centro interdipartimentale sul Diritto e l'Economia dei Mercati CIDEM, Università di Roma La Sapienza; Alberto Bobbio, inviato del settimanale Famiglia Cristiana; Gianfranco Eminente, Vice direttore dell'AGI; Sergio Marelli, Presidente dell'Associazione italiana delle Ong; Denise Pardo, Capo redattore del settimanale L'Espresso; Rocco Tolfa, Vicedirettore del TG2 Rai e Franco Siddi, Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

La ricerca "Comunicare la Cooperazione", prima indagine sul rapporto tra Comunicazione e Cooperazione allo sviluppo, effettuata attraverso uno studio presentato dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione de La Sapienza analizza in termini numerici e di analisi di contenuto, l'attenzione riservata dai settimanali italiani ai temi dell'Aiuto allo sviluppo.

La rilevazione, articolatasi nell'arco di 12 mesi, dal 1 luglio 2004 al 30 giugno 2005, si è svolta attraverso l'analisi di articoli e di pubblicità, mirate alla raccolta di fondi da parte di associazioni.
Gli articoli rilevati, nel complesso, sono stati 190 ed è risultata chiara la preminenza di articoli su Famiglia Cristiana ( 79, pari al 41,6% dei casi) e su Il Venerdì (rubrica "Solidarietà" - 64, 33,7%). Se per il primo periodico l'attenzione si riconduce alla sua matrice cattolica, attenta alle istanze legate alla cooperazione allo sviluppo, l'elevata percentuale di articoli de Il Venerdì si spiega con la presenza di una rubrica dedicata alla "Solidarietà" dove sono ospitate notizie brevi o anche solo box, sui nuovi progetti, sollecitando spesso anche una donazione. Molto distanti le altre teste esaminate:nell'ordine, L'Espresso (20 pezzi), Panorama (12), Specchio (10), Magazine (5).
In generale, il tema della Cooperazione sembra, quindi, raggiungere le pagine dei settimanali, soprattutto in conseguenza di fatti o eventi e, raramente, come spunto per una riflessione o un commento al di fuori di un'emergenza in corso o di un'iniziativa di promozione, o comunicazione da parte degli operatori.
"E' necessario rivedere il concetto di aiuto pubblico allo sviluppo", ha affermato di Giuseppe Deodato, "visto che è sempre più crescente il divario tra i Paesi del Nord e del Sud del mondo. Si deve informare sulla drammaticità riguardante le risorse del pianeta e sulla necessità di aiutare i PVS per contrastare, in modo sostenibile, le migrazioni".
Mario Lubetkin, direttore Generale di IPS ha auspicato che le notizie sulla cooperazione siano inserite nel flusso generale dell'informazione, accompagnate da un lavoro di analisi e approfondimento, e non limitate a "spot news", mentre Sergio Marelli, Presidente dell'Associazione ONG italiane, ha rivendicato la massiccia presenza delle Ong negli articoli sulla cooperazione, che dimostra come tali soggetti si sono conquistate più credibilità rispetto ad altri. Marelli ha inoltre sottolineato come le Ong fanno fatica a reperire risorse per la pubblicità e conseguentemente solo le grandi Ong internazionali, che ricevono fondi maggiori dai governi dei loro paesi, riescono a farlo.

Il ruolo dell'informazione televisiva, che risulta essere oggi la maggiore fonte di informazione per l'utente medio italiano (circa il 94% degli italiani guarda la TV al meno 3 volte alla settimana, contro il 57% che legge i quotidiani), è stato illustrato da Rocco Tolfa, Vice direttore del TG2, che ha però evidenziato come purtroppo la televisione informi sule emergenze ma non sul lavoro quotidiano fatto dalla cooperazione. Tolfa ha poi rilanciato una proposta fatta in passato da Lucia Annunziata: "Sarebbe necessario escludere i TG dal computo degli ascolti, cercando al contrario di individuare una metodologia di misurazione della qualità dell'informazione proposta. Ciò aiuterebbe ad essere più liberi nelle scelte editoriali".

L'idea è stata rilanciata da Franco Siddi, Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana: "La proposta di sganciare i servizi informativi dalla rilevazione dello share, è fondamentale, soprattutto in riferimento al servizio pubblico. È inoltre necessario realizzare una sorta di alleanza sociale tra gli operatori dell'informazione, ma sarebbe anche utile ripensare lo schema dei finanziamenti. La Federazione nazionale della Stampa Italiana sta investendo nella formazione, perché esiste un problema di preparazione su queste tematiche, di responsabilità e di riaffermazione di un ruolo".

Vincenzo Vita, Assessore alle politiche culturali, della comunicazione e dei sistemi informativi della Provincia di Roma, ha ribadito il ruolo della comunicazione come fattore di sviluppo, per il quale bisogna intervenire per colmare il digital divide. Pertanto i governi locali, ha affermato, hanno proposto di istituire un fondo per il digital divide, a cui indirizzare le risorse della cooperazione decentrata internazionale.


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