La solita nostalgia imperiale

Condivido l'allarme di Di Pasquale. È davvero sconcertante notare quanto alla generale ignoranza riguardo alla questione ucraina si unisca anche una irritante disinformazione. Mi limito a sottolineare che l'Italia ha sempre stentato ad accettare la fine dell'impero sovietico: vi è l'idea che il mondo sia più stabile ed ordinato quando l'interlocutore è uno solo e potente. Seguendo questa logica l'allargamento non avrebbe mai dovuto realizzarsi ed in effetti vi ricordate il tono cauto e ammonitore che risuonava in molta stampa agli albori il processo di integrazione euro-atlantica di paesi quali Polonia, Ungheria ecc.? Quasi fosse Mosca a dover dare il proprio placet come dominus dell'intera Europa centro-orientale? Come stupirsi allora se non si vuole accettare l'idea che Georgia o Ucraina, da sempre percepite come parti dell'Impero, possano scegliere in quanto stati sovrani dove collocarsi fra Est e, appunto, Ovest? L'Impero non esiste più. Esiste una Federazione russa cui si vorrebbe lasciare tutto l'agio di reintegrare lo spazio ex-sovietico: posto che sia in grado di farlo - condivido le perplessità degli analisti sulla "potenza" russa attuale - perché dovrebbe averne l'automatico diritto? È solo questione del gas che ci sta così a cuore da rendere bipartisan i rapporti con la Russia sotto l'egida dell'ENI? O non è l'onda lunga dell'influenza che l'Unione Sovietica ha esercitato negli anni attraverso una multiforme propaganda che ha sempre avuto le sue docili casse di ri