Un palazzo a Tbilisi

"Tutto in regola?" - Ristrutturazione di un palazzo nel centro di Tbilisi (foto G. Comai)

Il partito "Sogno georgiano" è arrivato al potere denunciando i crimini del governo Saakashvili. Fare giustizia è quindi un suo impegno politico importante. Ma l'estrema politicizzazione del contesto rende problematico il processo

10/07/2013 -  Tengiz Ablotia Tbilisi

La coalizione di governo "Sogno georgiano" è arrivata al compimento della sua principale promessa elettorale: “Ristabilire la giustizia”, ovvero, punire i funzionari del precedente governo per i loro crimini, violazioni delle regole, o semplicemente errori (la definizione cambia a seconda delle diverse simpatie politiche). Secondo i sostenitori di Ivanishvili, si trattava di un "regime fascista"; secondo quelli di Saakashvili, di efficaci riformatori che, nel loro impeto per cambiare in meglio il paese, non hanno sufficientemente sorvegliato i loro sottoposti.

Alti funzionari

Ad oggi, si trovano in custodia cautelare due rappresentanti dei più alti livelli di governo sotto Mikhail Saakashvili: l'ex ministro della Difesa Bacho Akhalaia e il ministro degli Interni Bano Merabshvili, forse il membro più rispettato del governo Saakashvili, in passato considerato quasi onnipotente. Su di loro, già durante la permanenza al potere, giravano diverse voci, alcune delle quali palesemente inventate e altre del tutto realistiche. Le accuse andavano dall'omicidio di massa al furto di miliardi di dollari dal bilancio statale.

Ivanishvili non poteva permettersi di lasciarli in libertà, in quanto ciò avrebbe significato che tutte le voci sugli orrori commessi erano solo propaganda. Bacho Akhalaia è stato arrestato subito dopo l'arrivo di "Sogno georgiano" al potere, mentre Merabishvili è rimasto quasi 7 mesi a piede libero, dando così adito a voci su un possibile accordo stipulato con il "Sogno". Tuttavia, a quanto pare, il ritardo era causato dal fatto che Merabishvili è molto più autorevole sia in Georgia che all'estero e per arrestarlo erano necessarie accuse più solide.

Akhalaia è accusato principalmente di umiliazioni inflitte ai soldati durante il suo mandato come ministro della Difesa. Nessuna grave accusa di coinvolgimento in torture o in appropriazione indebita su larga scala dal bilancio statale: inizialmente tutti si aspettavano che spuntasse un'accusa di questo tipo, ma sono passati otto mesi e l'accusa è sempre quella di aver umiliato soldati e ufficiali.

Merabishvili è accusato di diversi reati finanziari connessi all'utilizzo dei fondi di bilancio durante la campagna elettorale, abuso di potere nella dispersione della manifestazione dell'opposizione del 26 maggio 2011 e falsificazione delle prove per l'omicidio di Sandro Girgvliani, 28 anni.

Quella di Girgvliani è una delle vicende più oscure del periodo Saakashvili, che ha causato il primo duro colpo all'indice di gradimento del governo: l'omicidio (se accidentale o intenzionale, è ancora da chiarire) di un giovane impiegato di una delle banche georgiane, che ubriaco al ristorante aveva insultato un gruppo di alti funzionari del ministero degli Interni, seduti lì accanto. Dimostrare la propria innocenza sarà per Merabishvili molto difficile, in quanto anche la Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha stabilito che l'intero sistema di potere è stato coinvolto nella falsificazione dei fatti al fine di sviare i sospetti dai funzionari del ministero dell'Interno.

I video dello scandalo

Com'è noto, "Sogno georgiano" è salito al potere grazie alle numerose prove video delle torture nelle carceri: da lì, il passaggio dal crollo di gradimento del Movimento Nazionale Unito (l'ex-partito di governo) alla sconfitta si è rivelato essere solo questione di tempo. A quanto pare, al nuovo partito di governo questo non bastava, e un paio di settimane fa si è aperto un nuovo fronte di accuse, con riprese ancora più sconvolgenti fatte non in carcere, ma in distretti di polizia.

Vi sono seri dubbi sull'origine di questi video. Si dice infatti che siano stati trovati in un deposito di armi vicino al confine amministrativo con l'Abkhazia. Il Movimento Nazionale Unito non contesta l'esistenza di questi depositi, giustificata con i preparativi ad una possibile guerra con la Russia, ma allo stesso tempo nega la possibilità che vi si trovassero video. Il ragionevole sospetto è che in realtà il governo abbia trovato questi materiali negli archivi del ministero degli Interni, ma per maggiore effetto abbia deciso di giocarsi la versione dei nascondigli.

Tuttavia, questo non cambia i fatti: non è importante dove abbiano trovato i filmati, ma che siano veri. Il dato significativo è che non riprendono solo le violenze nelle prigioni, di cui tutti hanno già avuto il tempo di dimenticarsi, ma anche nella sede del Dipartimento di Sicurezza Costituzionale.

Chiaramente, questi filmati hanno interrotto la sfilza di dichiarazioni di politici occidentali sulla persecuzione degli oppositori per motivi politici in Georgia, poiché nel periodo in cui questi video sono stati girati il ministro degli Interni era proprio Merabishvili. Ora, a quanto pare, in Occidente domina una nuova posizione, espressa a Tbilisi dal segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen. Il senso della dichiarazione è che la Georgia non deve dimenticare quello che era nel 2003 e quali progressi si sono verificati da allora al 2012.

"I politici non si giudicano da come arrivano al potere, ma da come lo lasciano", ha dichiarato il segretario generale.

La posizione è chiara: il Movimento nazionale unito di Saakashvili ha costruito il paese su una palude e violato molte leggi, ma ha lasciato il potere pacificamente e legittimamente, e questo non va ignorato. Tuttavia, sembra che il "Sogno georgiano" di Ivanishvili non abbia intenzione di accettare questa posizione.

Reati finanziari

Dato che nei casi di tortura e maltrattamenti sono coinvolte poche persone, per attaccare gli alti ranghi del Movimento Nazionale si va nella direzione dei crimini economici: in particolare, il maggiore obiettivo del “Sogno” è Gigi Ugulava, sindaco di Tbilisi, imputato in diversi casi connessi all'utilizzo di fondi di bilancio per il partito.

Vista la difficoltà di dimostrare il coinvolgimento del sindaco, i pubblici ministeri stanno ora arrestando funzionari di secondo livello, principalmente con l'accusa di appropriazione indebita, nella speranza che accettino di testimoniare contro Ugulava in cambio dell'esonero dalla responsabilità penale. Proprio in reazione all'arresto di alcuni funzionari di alto livello dell'amministrazione di Tbilisi, il Movimento nazionale unito aveva annunciato il boicottaggio del parlamento lo scorso 28 giugno, azione che è durata fino all'8 luglio scorso.

Ristabilire la giustizia

Molto lento è il cosiddetto processo di "restaurazione della giustizia" in campo economico, ovvero la restituzione dei beni espropriati dagli attivisti del Movimento Nazionale o trasferite tramite sanzioni al bilancio dello Stato.

La situazione è complicata dal fatto che, oltre alle vere vittime, sporge denuncia anche chi ha perso la proprietà per responsabilità propria: ad esempio, negli ultimi anni sono state demolite migliaia di casette, garage e stazioni di benzina abusive. I loro proprietari non hanno alcun diritto morale di chiedere un risarcimento, ma si mettono comunque in fila per la "restaurazione della giustizia".

Più complessa la situazione con la grande impresa: qui nella maggior parte dei casi le proprietà sono state acquistate, e ora gli ex proprietari devono dimostrare che sono stati costretti alla vendita, che non è cosa facile. Di conseguenza, la maggior parte delle richieste aziendali rimane irrisolta.

Il destino del presidente

Naturalmente, l'interrogativo principale dietro a tutto questo è: sarà Saakashvili stesso ad essere arrestato dopo le elezioni presidenziali? I procuratori stanno cercando più materiali compromettenti possibile e non lo nascondono.

Tuttavia, è anche chiaro che incastrare il presidente senza prove più che dirette del suo coinvolgimento in qualsiasi crimine sarà molto difficile, tanto più che la comunità internazionale ha quasi apertamente tracciato il confine: Misha non si tocca.

Solo a novembre, dopo le prossime elezioni presidenziali, si capirà se Ivanishvili si deciderà a fare un passo così pericoloso.


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