La spiaggia di Famagosta - Wikimedia

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La storia di due famiglie amiche, una greco-cipriota e una turco-cipriota, che culmina in quei giorni del 1974 in cui Cipro venne divisa. Una recensione

09/03/2017 -  Diego Zandel

Molti si saranno dimenticati del colpo di stato che nel 1974 costrinse l’arcivescovo Makarios, presidente della Repubblica di Cipro, alla fuga, dopo solo 14 anni di indipendenza dal Regno Unito, conquistata attraverso una guerra civile durata cinque anni.

Nel caso del colpo di stato gli inglesi non c’entravano niente, o solo in parte. Le responsabilità erano maggiormente dei colonnelli greci, giunti all’epilogo della loro dittatura militare e che, proprio per questo, puntando sul nazionalismo, pensarono di guadagnare consenso interno tirando fuori dal cilindro l’idea dell’enosis, l’unione dell’isola alla Grecia. Una vecchia idea, sostenuta dal cipriota Jorgos Grivas, che allo scopo aveva dato in passato corpo a una vera e propria guerriglia.

Ma all’enosis erano sempre stati contrari sia gli inglesi che volevano mantenere sull’isola le loro basi militari, sia la consistente minoranza turca. Il colpo di stato produsse una immediata reazione della Turchia che invase Cipro da nord e in sole due settimane conquistò il 33 per cento del territorio, tra cui una parte della capitale, Nicosia, dove sarebbe stato eretto uno storico muro tra le due comunità.

Tra le altre città maggiori a essere occupate dai turchi furono Kyrenia e Famagosta. Proprio quest’ultima città, diventata poi nota come “The ghost town” per come sarà ridotta, è al centro del romanzo “L’Aurora” della inglese Victoria Hislop, edito da Bompiani, che attraverso la storia di due famiglie amiche, una greco-cipriota e una turco-cipriota, ripercorre quei drammatici giorni che sono all’origine di una situazione politica che sopravvive tutt’ora: una Cipro divisa in due Repubbliche, le cui relazioni risentono ancora della inaudita violenza d’allora che è costata migliaia di morti, tragiche evacuazioni, la letterale sparizione di molte persone.

Ma a questa, nel romanzo, ci si arriva a poco a poco. Prima abbiamo la Famagosta del tempo di pace, città allora di 40 mila abitanti, ricca di storia, ma anche di spiagge bellissime e frequentate da turisti provenienti da tutto il mondo.

“L’Aurora” del titolo è un albergo a cinque stelle di nuova costruzione. Titolare dell’albergo è Savvas Papacosta, che l’ha costruito grazie ai finanziamenti del suocero Trifonas Markides, che crede nell’uomo che ha sposato la sua unica e bellissima figlia Aphroditi, per averlo già visto alla prova con la gestione di un altro albergo, sempre di pregio, ma più popolare, il Paradise Beach.

In poco tempo “L’Aurora” si è costruito una fama internazionale tale da richiamare il jet-set mondiale soprattutto per il suo nightclub. La gestione di quest’ultimo è affidata a Markos Georgiou, un giovane bello e intraprendente, al quale Savvas Papacosta ha delegato anche la scelta dell’arredamento, e questo con grande disappunto della moglie Aphroditi che aveva provveduto a dare il tocco del suo stile al resto dell’albergo. Uno stile di raffinata eleganza che era la sua cifra anche dell’abbigliamento per il quale era diventata un po’ l’invidiato modello di tutte le donne di Famagosta.

Ecco, la prima parte del romanzo è interamente dedicata a dipingere il quadro di questo ambiente scintillante e di contrasto di caratteri, dal quale ultimo emerge anche la forte ostilità di Aphroditi nei confronti del giovane Markos che, per volontà del marito, sente usurpare il suo ruolo di padrona, se non addirittura di regina dell’Aurora.

L’autrice riesce benissimo a cogliere i diversi aspetti, anche psicologici, che danno alla narrazione un color rosa in particolare nel dipingere i rapporti tra Aphroditi e Markos, che a un certo momento avranno una svolta scontata con l’innamoramento della donna per il bel tenebroso e l’avvio di una relazione clandestina che avrà come scenario le camere dell’Aurora e la penombra del night dove Markos lavora. Potrebbe essere la svolta sentimentale di due vite se a un tratto non esplodesse il conflitto politico che già con forza si sentiva crudelmente serpeggiare sotto il sole di Famagosta, fuori dalle stanze e la hall dell’hotel.

Il colpo di stato dei greco-ciprioti e, soprattutto, l’invasione turca, dividerà Aphroditi, costretta a seguire il marito che ripara nella Cipro greca anche per mettere in salvo il più possibile i suoi averi, e Markos, al quale vengono affidate le chiavi dell’Aurora. Un albergo che, nel corso della distruzione di Famagosta da parte dei turchi, servirà da riparo alla famiglia greca (genitori e sorelle) di Markos e a una famiglia amica turco-cipriota, il cui destino, di entrambe, restituirà tutta l'assurdità di quanto è successo.


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