Vlad Plahotniuc (Wikimedia)

La lettera O di uno speciale abecedario, dedicato ai 25 anni dall'indipendenza della Moldavia. Un quadro sulle oligarchie nel paese da parte di Mihai Popşoi, analista politico e fondatore del blog Moldovan Politics

21/12/2016 -  Francesco Brusa

La corruzione è uno dei problemi più eclatanti della Moldavia. Quali sono le sue cause? È corretto dire che Plahotniuc è attualmente l'oligarca più potente del paese? Come si è arrivati a questa situazione? Ci sono stati in precedenza conflitti fra diversi oligarchi?

Fin dall'indipendenza in Moldavia è stata presente una rete oligarchica. Durante gli anni '90 c'erano infatti i cosiddetti “vecchi oligarchi” ovvero coloro che si trovavano in posizioni di potere oppure avevano accesso a informazioni riservate sotto l'Unione Sovietica e dopo il crollo di quest'ultima sono stati capaci di “capitalizzare” tali vantaggi. I processi di privatizzazione cui il paese andava incontro a quell'epoca hanno appunto consentito loro di sfruttare il proprio ruolo e accumulare ricchezza.

Negli anni 2000 però questa situazione si è evoluta. La salita al potere del Partito Comunista ha infatti favorito l'ascesa di Vladimir Plahotniuc che dal 2001 al 2008 ha costruito il proprio impero anche grazie alle relazioni affaristiche intrattenute con Oleg Voronin, figlio del Presidente dell'epoca, nonché grazie allo stretto legame con il Presidente stesso.

Oltre a ingenti acquisizioni nel settore immobiliare e in quello alberghiero, Plahotniuc è stato capace di inserirsi nel settore bancario, nella distribuzione dei prodotti petroliferi e nel mercato dell'intrattenimento. Quindi è certamente corretto dire che al momento sia la figura oligarchica più potente della repubblica moldava. Plahotniuc controlla la maggioranza del Parlamento e il primo ministro. Inoltre, ha molti affiliati in posizioni chiave del sistema giudiziario e in quello delle forze dell'ordine.

Ma soprattutto ha la possibilità di influenzare pesantemente il clima elettorale e l'opinione pubblica attraverso il suo impero mediatico. Controlla direttamente 4 canali televisivi e alcune stazioni radio, oltre a un largo numero di blog e siti di notizie con cui alimenta la “narrativa” che intende promuovere. Sostanzialmente, la “fiducia mediatica” di cui gode è inarrivabile nel paese: alcune stime affermano che possiede circa il 75% delle quote del mercato dell'informazione, il che gli dà anche un grande vantaggio nello sfruttare il settore pubblicitario per arricchirsi. Relativamente al settore bancario, invece, le stime risultano più problematiche ma è probabile che, dopo essere stato a capo di una della maggiori banche moldave (Victoria Bank), ora ne controlli almeno un paio, ma ci troviamo comunque nel campo della speculazione.

Ciò che gli ha garantito di accentrare così tanto potere è però forse il modo e la strategia con cui ha mantenuto e accresciuto la propria influenza. Nel 2009-2010 quando gli equilibri del paese si spostavano verso la cosiddetta coalizione pro-europea, Plahotniuc è stato capace di scegliere e nominare uomini legati a lui soprattutto nel settore giudiziario e nelle forze dell'ordine. Il suo rivale, l'ex primo ministro Vlad Filat che si trova ora in carcere, al contrario ha agito prevalentemente all'interno degli uffici relativi all'amministrazione doganale e alle tasse, con l'intento di aumentare la propria ricchezza. Dunque, Plahotniuc è stato molto intelligente in un senso negativo: si è assicurato il controllo di istituzioni molto potenti che gli dessero la possibilità praticamente di incarcerare chiunque nel momento desiderato. Filat sta appunto pagando il prezzo per questa “poca accortezza”, per così dire.

È dunque chiaro che l'oligarchia e la corruzione che da essa deriva sono fra i più importanti e complessi problemi della Moldavia. In un certo senso, la corruzione ha radici culturali e storiche, che possono essere tracciate fino ad arrivare all'Impero Ottomano. Se da un parte è quindi innegabile che la mentalità della popolazione giochi un ruolo nella problematica, è altrettanto vero che la generale sfiducia dei cittadini verso praticamente qualsiasi tipo di istituzione è forse la causa principale degli atteggiamenti di “piccola corruzione” che avvengono quotidianamente.

Si tratta di una situazione per certi versi simile a quella di tanti altri paesi dell'area est europea. Tuttavia, se prendiamo come paragone la Russia per esempio, possiamo dire che la corruzione in Moldavia è bassa in termini assoluti ma estremamente potente in termini relativi. Basti pensare che le risorse finanziarie di Plahotniuc vengono stimate attorno a cifre che vanno dal mezzo miliardo a due miliardi di dollari quando il budget a disposizione dello stato moldavo è di un miliardo. Questo vuol dire che gruppi ristrettissimi di persone in Moldavia possono contare su una disponibilità di ricchezza pari all'intero PIL del paese. Risulta chiaro come l'oligarchia moldava abbia almeno virtualmente più influenza di quella russa nel proprio contesto.

La ricetta per far fronte a tale condizione è molto semplice in teoria ma allo stesso tempo molto difficile da mettere in pratica. Sappiamo che la corruzione si genera laddove le istituzioni sono deboli e laddove queste non agiscono per il bene comune, assumendo misure di redistribuzione delle ricchezza. Penso che in questo senso una maggiore integrazione della Moldavia nell'Unione Europea possa contrastare l'oligarchia, anche se al momento non esiste evidenza che tale strada sia quella giusta.


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