9 marzo 2016

Medici Senza Frontiere, organizzazione internazionale attiva a sostegno dei profughi lungo la rotta balcanica, commenta il vertice straordinario sulla migrazione che si è svolto in questi giorni a Bruxelles

Fonte: MSF - Medici Senza Frontiere

“I leader europei hanno completamente perso il senso della realtà e l’accordo che UE e Turchia stanno negoziando è uno degli esempi più chiari del loro cinismo. Per ogni rifugiato che rischierà la vita in mare e verrà sommariamente rimandato in Turchia, un altro potrebbe avere l’opportunità di raggiungere l’Europa dalla Turchia secondo un programma definito di reinsediamento. Questo calcolo sterile riduce le persone a meri numeri, negando loro un trattamento umano e compromettendo il loro diritto di cercare protezione” ha detto Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere.

“A Idomeni, dove da almeno un anno le nostre équipe si fanno carico delle responsabilità dell’Europa, vediamo le conseguenze di questi calcoli irrealistici e inumani sulle vite e la salute delle persone. Queste persone non sono numeri ma donne, bambini, famiglie, per l’88% in fuga da paesi in guerra e contesti di crisi e pericolo. Dovrebbero essere trattati in modo umano, nel pieno rispetto dei loro diritti e della loro dignità.”

“È chiaro che l’Europa è disposta a fare qualunque cosa, anche compromettere i diritti umani fondamentali e i principi del diritto dei rifugiati, per interrompere il flusso di persone verso l’Europa. È tempo che i leader europei smettano di alimentare questa crisi migratoria creata dalle stesse politiche europee e forniscano l’unica risposta realistica e umana possibile: un passaggio legale e sicuro insieme a protezione e assistenza umanitaria alle persone che ne hanno bisogno” conclude Loris De Filippi di Medici Senza Frontiere.

Intanto MSF continua a lavorare in diversi punto della rotta balcanica. A Idomeni sono circa 14.000 i migranti e rifugiati attualmente bloccati. Nell’ultima settimana MSF ha svolto 2.000 visite mediche e le principali patologie riscontrate sono infezioni del tratto respiratorio e gastroenteriti, tutte collegate alle condizioni dell’accoglienza, alle scarse condizioni igieniche e al freddo.

Nelle ultime settimane le equipe di MSF hanno inoltre riscontrato un forte aumento di persone particolarmente vulnerabili in cerca di cure mediche, tra cui bambini piccoli, madri nelle fasi finali della gravidanza, persone con malattie croniche e forti disabilità fisiche e mentali. L'aumento sensibile di persone ferme a Idomeni a causa della chiusura dei confini degli altri paesi di passaggio, ha spinto MSF ad allestire Nel fine settimana MSF due nuovi capannoni di 240 metri quadri e venti tende di 42 metri quadri per aumentare la capacità di accoglienza del campo, mentre altre due sono in fase di realizzazione. Sono stati istallati nuovi accessi all'acqua e aggiunti bagni chimici. Ma centinaia di persone dormono ancora al freddo  e non riescono ad accedere agli altri servizi offerti, perché la capacità attuale non è ancora sufficiente per rispondere agli enormi bisogni nel campo. Prosegue inoltre la distribuzione da parte di MSF di coperte, pasti e kit igienici.

In totale ci sono circa 34.000 persone bloccate in territorio greco. Al momento ci sono solo 3.000 posti di accoglienza per i richiedenti asilo, i restanti (20.000 posti) sono principalmente rifugi temporanei non attrezzati per un soggiorno di lungo periodo. Tutti sono ormai al massimo della capacità. Dal primo marzo, più di 5.000 persone sono giunte sulle isole greche, ovvero una media di 1.700 arrivi al giorno. Secondo l'UNHCR, le donne e i bambini rappresentano il 62% degli arrivi. Più di 20 persone sono morte lo scorso fine settimana cercando di raggiungere le isole greche. Questo porta a oltre 340 le persone decedute nel mar Egeo da inizio anno.

Nel frattempo, circa 1.100 persone sono bloccate in Serbia. Molte di loro sono ferme da oltre otto giorni, ma alcuni si trovano lì da quasi tre settimane. In Macedonia, nel centro di transito di Tabanovce, ci sono più di 700 persone provenienti dall’Afghanistan che non sono state autorizzate a proseguire il viaggio. La maggioranza è bloccata lì da due settimane ormai.

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