17 marzo 2015

Sette anni dopo la dichiarazione di indipendenza, il Kosovo deve ancora affrontare molte sfide: scarse prospettive economiche e un alto tasso di disoccupazione. La sua indipendenza è già stata riconosciuta da 23 Stati membri. Ulrike Lunacek, europarlamentare verde, ha presentato recentemente una risoluzione sul processo di integrazione europea del Kosovo. Un'intervista

Ultimamente abbiamo sentito parlare di un nuovo "esodo" dal Kosovo: migliaia di persone stanno attraversando il confine serbo-ungherese nella speranza di una vita migliore nell'Ue...

Ci sono diversi motivi per cui così tanti cittadini del Kosovo stanno lasciando il loro paese d'origine. Il Kosovo è l'unico paese dei Balcani occidentali i cui cittadini non sono autorizzati a viaggiare liberamente nell'UE per tre mesi. Sette anni dopo la dichiarazione di indipendenza, questo giovane stato europeo non è ancora un membro a pieno titolo della comunità internazionale. Il nuovo governo eletto nel dicembre 2014 non soddisfa le aspettative di cambiamento, di più posti di lavoro e di un migliore sistema sanitario e di istruzione.

La mia relazione invita il governo di Pristina a compiere un passo avanti per fornire ai propri cittadini un futuro migliore in Kosovo.

Essa mostra anche che il Parlamento europeo deve continuare a spingere per la liberalizzazione dei visti. E i timori di alcuni Stati membri che i cittadini Kosovo possano inondare l'UE sono infondati: questo fenomeno non è avvenuto con nessuno degli altri cinque stati dei Balcani occidentali che hanno ottenuto la liberalizzazione dei visti nel 2010.

L'UE ha partecipato attivamente allo sforzo internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo del Kosovo dal 1999. Che altro si può fare? Il governo del Kosovo sta facendo la sua parte?

Come ho già detto, sette anni dopo l'indipendenza, il Kosovo non è ancora una repubblica indipendente a tutti gli effetti. L'impatto positivo dell'UE sul Kosovo è notevolmente indebolito da questo fatto. Per esempio, per quanto riguarda gli sforzi congiunti per combattere la corruzione e il crimine organizzato, il rapporto sollecita nuovamente i cinque paesi restanti dell'Unione europea a riconoscere il Kosovo.

Rispetto al governo del Kosovo, il mio rapporto include anche un invito a rafforzare la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata per continuare un dialogo costruttivo tra Pristina e Belgrado, nonché per il progresso tangibile sullo stato di diritto e la libertà dei media. Non ci può essere alcun progresso nella lotta alla corruzione senza una cooperazione positiva tra EULEX e le autorità del Kosovo, compreso il governo.

15 anni dopo la fine della guerra, i kosovari devono affrontare ancora molte sfide. Il paese è uno dei più poveri in Europa e il 35% della sua popolazione è disoccupato (55,3% tra i più giovani).  Come si può aiutare l'integrazione europea?

L'interesse in Kosovo verso l'Unione europea è in calo perché le speranze e le aspettative nell'UE sono state molto alte e non si sono trasformate in realtà. La crisi economica, la disoccupazione, soprattutto tra i giovani, hanno esacerbato la disillusione rispetto al sistema politico del Kosovo.

L'integrazione europea è la chiave per la stabilizzazione del Kosovo e dell'intera regione.

Link: Parlamento europeo