Francesco Fabbricatore 26 novembre 2014

Dal 22 al 26 settembre 2014 a Skopje in Macedonia-FYROM si è tenuta la manifestazione “Java Kulturore e Arbëreshëve ne Shkup, 22-26 shtator “ (La settimana culturale e formativa sugli arbëreshë), organizzata dall’amministrazione comunale di Çair in collaborazione con le cattedre albanologiche delle Università della Calabria e di Palermo. Riceviamo e pubblichiamo

La settimana è stata scandita da diverse sezioni nei seguenti spazi espositivi: “Libraria e Çarshisë”, Komuna e Çairit, Universiteti i Europës Juglindore e Sheshi Skenderbeu.

Sul piano espositivo, attraverso i dipinti del maestro Franco Azzinari, vi è stata la mostra fotografico-documentaristica “Arbëreshët sot” di Franco Paolo Lavriani e la presentazione sartoriale del costume arbëresh di Frascineto ad opera di Lucia Martino; in ambito storico-storiografico vi sono stati gli interventi di Francesco Perri e Francesco Fabbricatore concernenti i temi “Roli i Arbëreshëve në Risorxhimenton italian dhe në Rilindjen shqiptare”; quanto alla parte linguistica e letteraria, in occasione dell’anno Deradiano “Viti i De Radës” (1), i professori Francesco Altimari e Matteo Mandalà, rispettivamente delle università della Calabria e di Palermo hanno relazionato presso l’ Universiteti i Europës Juglindore sull’argomento “200 vjetori i Jeronim de Radës- Arbëreshët dhe Rilindja”, in materia musicale infine, le serate del 23-24 hanno avuto come protagonisti la Peppa Marriti Band (assieme alla rock band di Tetovo Elita 5) e Anna Stratigò, quest’ultima accompagnata dal virtuoso violoncellista albanese Spiro Pano.

Presso l'Universiteti i Europës Juglindore

Nell’ambito più propriamente politico, l’evento si è definito con un protocollo di intesa firmato tra il kryetari del comune di Çair Izet Mexhiti e i sindaci rappresentanti dell’Unione Arbëria Cosmo Azzinari di San Cosmo Albanese - in qualità di presidente - e Gianfranco Ceramella di Santa Sofia d’Epiro, alla presenza dell’ ambasciatore italiano in Macedonia Ernesto M. Bellelli e del leader di Bashkimin Demokratik për Integrim Ali Ahmeti. Preso in esame anzi tutto il suddetto protocollo, gli organizzatori e i convenuti hanno messo in evidenza alcuni motivi finalistici ispiratori della manifestazione, a iniziare da una maggiore interazione tra le comunità albanesi della Macedonia e l’Arbëria e, in un senso più ampio, a far concorrere più interlocutori possibili dall’Albania e dal Kosovo come espressione di un armonico disegno più unitario e propositivo.

Nel porre tali considerazioni sul terreno della realtà, si può evincere che per gli arbëreshe e non solo, l’implementazione di una solida piattaforma di contatto con gli albanesi dell’intera area balcanica – macroregione albanfona-, vale a dire un bacino di circa 6-7 milioni di uomini e donne, rappresenti una significativa opportunità per dare impulso a contatti culturali e a scambi commerciali e turistici per mezzo di un partenariato pubblico-privato orientato a conseguire sbocchi lavorativi e di crescita.

A ciò naturalmente deve seguire un maggior coordinamento, che unito a un personale qualificato possa mettere in relazione i vari soggetti tra le varie sponde dell’Adriatico e dello Jonio. Dal riconoscimento della validità di questi propositi, occorre in ultimo rilevare che nel quadro della manifestazione le volontà delle espressioni organizzative traggono indirettamente spunto da alcune velleità formulate più di un secolo fa da esponenti della Rilindja arbëreshë, i quali nel nome dell’ intermediarità naturale e della matrice linguistica comune,agirono per la creazione di uno Stato albanese e dibatterono su legami culturali e politici più stretti con gli albanesi dei vilâyet ottomani. Ad ogni modo, sta soltanto a noi adesso agganciare la forza espansiva del passato con i valori pragmatici del presente-futuro ed equilibrarli sull’altezza delle nostre aspirazioni, nella sostanza dovranno tradursi nella spinta vitale ed esistenziale delle stesse comunità arbëreshë per tracciare al meglio il cammino già compiuto e quello da compiere.

 

(1) Il ministero della Cultura albanese, su proposta delle cattedre di albanologia delle Università della Calabria e di Palermo, ha proclamato il 2014 come anno di Girolamo De Rada.