8 agosto 2016
Attraverso il filo spinato, foto ©Stefano Lusa.jpg

Dall'8 al 10 settembre si tiene a Brescia una Summer School dedicata al sistema di accoglienza in Italia e in Europa, per offrire uno spazio di condivisione e spunti di riflessione

Fonte: Europasilo

Dall'8 al 10 settembre si tiene a Brescia il seminario residenziale dal titolo "L’accoglienza che fa comunità. Sistemi di accoglienza e di welfare – Riflessioni e sperimentazioni a confronto in Italia e in Europa" organizzata da Europasilo.

Giovedì 8 settembre si terrà presso l'Auditorium San Barnaba, dalle ore 15.00 alle ore 18.00, la parte aperta al pubblico, con l'introduzione di Gianfranco Schiavone, direttore di ICS Trieste onlus, e i saluti dell'assessore alla Partecipazione del Comune di Brescia, Marco Fenaroli. A questi seguiranno poi gli interventi di Daniela di Capua, Servizio centrale SPRAR e di referenti del Ministero dell'Interno oltre che di studiosi e rappresentanti di enti di ricerca e di autorità nazionali. La parte aperta ai soli iscritti alla Summer School, si terrà invece presso il Centro Pastorale Paolo VI.

Il sistema di accoglienza italiano, allo stato attuale, presenta una serie di problematicità che lo indeboliscono profondamente e possono minarne la stessa sostenibilità nel lungo periodo. Anche se l’approccio normativo del D.Lgs 142/2015, nato anche dalla spinta dei territori, è del tutto condivisibile nella sua intenzione di promuovere il sistema di accoglienza decentrata quale unico sistema pubblico di accoglienza, la realtà concreta, in tutto il territorio nazionale, è caratterizzata da una ancora nettissima prevalenza di sistemi di accoglienza emergenziali e temporanei aventi regole, standard e garanzie di tutela dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati in genere assai lontani dall’approccio dell’accoglienza territoriale.

Le difficoltà attuali, e di conseguenza, le necessità di intervento, interessano il sistema nazionale nel suo complesso, dall’accesso al territorio fino all’uscita dall’accoglienza: l’impulso trasformativo che accompagna le migrazioni impatta sul territorio di arrivo amplificando le carenze dei sistemi di accoglienza e welfare e pregiudicando significativamente sia i destini dei rifugiati che le attività delle organizzazioni locali impegnate sui due fronti contrapposti del controllo/sorveglianza e dell’attuazione di percorsi di integrazione.

Tra le carenze più significative del nostro sistema di accoglienza va evidenziata l’assenza di misure di welfare sostenibili, l’incapacità di garantire percorsi di autonomia e, di conseguenza, la creazione di un pericoloso meccanismo che genera esclusione.

La crisi del sistema di accoglienza italiano non è tuttavia un caso isolato. Quella che la stampa nazionale e internazionale si ostina a chiamare “crisi dei rifugiati” è invero una crisi profonda non di un singolo sistema nazionale di asilo, ma dell’impianto complessivo del sistema europeo comune, che la parziale attuazione dell’agenda europea sulle migrazioni non è riuscita ad arginare: l’aumento dei decessi in mare, la saturazione dei sistemi di accoglienza dei principali Stati di destinazione dei richiedenti asilo, l’assenza di standard uniformi di accoglienza restano problemi aperti e, anzi, sono ulteriormente esacerbati dalla (apparente) impossibilità di smantellare la rete dei trafficanti nonché dall’incremento della popolarità dei movimenti xenofobi e razzisti.

In assenza di una risposta chiara ed efficace dell’Unione europea, la gestione della crisi è lasciata quasi interamente nelle mani degli Stati, i quali, stretti nella morsa tra la persistente crisi economica e il diffondersi preoccupante di pratiche e politiche dell’odio verso l’altro, si vedono costretti ad adottare misure volte a disincentivare se non a impedire l’ingresso dei migranti forzati sul loro territorio, con buona pace delle tutele giuridiche e degli stessi fondamenti costitutivi e valoriali contemplati dall’ordinamento europeo.

Tuttavia, sia in parte la stessa esperienza italiana, sia le esperienze di alcuni Stati che verranno esaminate nel corso della Summer School, ci insegnano che strade alternative sono percorribili.
Rafforzando l’approccio adottato nelle due precedenti edizioni, nella Summer School 2016 si discuterà molto di Europa e si forniranno ai partecipanti chiavi di lettura per comprendere ciò che avviene nello spazio comune UE.

Il percorso formativo e di interscambio tra operatori dei progetti Sprar pone quest’anno il focus sul tema complesso dell’interconnessione tra i diversi sistemi di accoglienza dei richiedenti e beneficiari di protezione internazionale esistenti in tutti i territori nonché sulla debole relazione tra i sistemi di accoglienza e quelli di welfare, ponendosi quindi obiettivo quello di individuare e/o ideare meccanismi idonei a generare progettualità sociale attraverso le pratiche dell’accoglienza dentro il sistema di asilo italiano.

La Summer School 2016 di Europasilo intende quindi, da un lato, esaminare i punti deboli del sistema di asilo italiano, in particolare con riferimento alla frammentazione dei sistemi e alle carenze delle politiche abitative e del lavoro, riconoscendo che esiste una diffusa sensazione tra gli operatori impegnati nei progetti Sprar di vivere in un meccanismo che produce nuove marginalità anche a causa della grande crisi economica e valoriale che impoverisce il welfare. E, dall’altro lato, sondare il potenziale di progettualità sociale degli attori dell’accoglienza, in primis i rifugiati, per un welfare di comunità che non sia solo per alcuni individui ma che agisca ad accrescere il benessere globale dei territori.

I temi oggetto di approfondimento in gruppi di lavoro saranno: Gestione dei diversi sistemi di accoglienza nel territorio; Sistema di accoglienza e welfare locali; Percorsi di autonomia e di esclusione.

In sostanza, come nelle passate edizioni, il percorso formativo proposto da Europasilo mira a mettere a confronto e/o individuare prassi e strumenti innovativi, realizzati da progetti del nord e del sud d’Italia, sia in ambito Sprar sia attraverso progetti europei o attraverso altre progettazioni.

Dopo una breve sessione di tipo formativo frontale con esperti e rappresentanti del sistema di asilo italiano e di quello di altri Stati membri, il percorso della Summer School assumerà immediatamente un carattere operativo con l’assegnazione dei partecipanti a gruppi di lavoro (a seconda del numero degli iscritti, saranno costituiti 5 o 6 gruppi da 20 persone ciascuno), facilitati da formatori di Europasilo provenienti dalle progettazioni Sprar di differenti regioni italiane e, all’occorrenza, anche da formatori esterni.

In questa sede saranno discussi principi, pratiche ed esperienze significative, patrimonio dei diversi Sprar partecipanti e riconducibili ai temi oggetto di approfondimento. In una fase successiva, un rappresentante per gruppo esporrà la sintesi dei lavori in sessione plenaria, al fine di facilitare la discussione finale e la stesura delle raccomandazioni. In una fase ancora successiva, Europasilo renderà pubblici i risultati del percorso, mettendoli a disposizione di tutta le rete Sprar.

Il termine delle iscrizioni è fissato per il 31 agosto 2016. Il modulo di iscrizione, debitamente compilato, va inviato all'indirizzo e-mail: segreteria@adl-zavidovici.eu

Per ulteriori informazioni si veda la pagina dedicata alla Summer School, sul sito di Europasilo.