11 maggio 2015

Il 14 e 15 maggio in Aula Magna di Unimore un convegno dedicato ai difficili rapporti tra Ucraina, Russia ed Europa

Fonte: Istituto storico

Il movimento nazionalista ucraino, i rapporti tra Mosca e il separatismo russo in Ucraina, la psicologia di massa in una guerra condotta soprattutto attraverso la pressione economica, le sue conseguenze sulla politica di Putin e sulla popolazione russa, il ruolo-chiave della Bielorussia nei rapporti tra Unione Europea e Unione Eurasiatica sono alcuni temi fondamentali per capire quali scenari internazionali possono nascere dalla attuale crisi ucraina.

Ne parleranno a Modena studiosi italiani e internazionali giovedì 14 e venerdì 15 maggio in occasione del convegno di studi “Ucraina e Russia 2013 – 2015: gli eventi e le rappresentazioni” che si terrà in Aula Magna del palazzo del Rettorato di Unimore, in via Università 4 dalle 9.30 alle 18.30.

L'incontro, organizzato da Istituto storico di Modena e Laboratorio Russia-Europe del Dipartimento di Scienze del linguaggio e della cultura dell'Università di Modena e Reggio Emilia con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, è alla sua quarta edizione e quest'anno mette in luce l'attualità della crisi geopolitica tra Russia e Ucraina e le sue conseguenze in Europa.

Intorno allo stesso tavolo accademici russi (Tarasov, Filonenko, Solopova), bielorussi (Litvin), canadesi (Liebich) e italiani (Calzini, Bettanin, Di Liddo per citarne alcuni) comporranno la fotografia di un conflitto che coinvolge non solo una zona dell’Europa ma l’intero quadro europeo

Attraverso relazioni specifiche e  un momento di confronto nella tavola rotonda conclusiva, il convegno assume la dimensione lunga degli intrecci tra le storie e le culture di Ucraina e Russia come la base per comprendere l’impatto sulle società dei due paesi degli eventi recenti e attuali. Contemporaneamente, esso si propone di leggere tali eventi attraverso il prisma delle grandi questioni geopolitiche ed economiche che fanno della crisi ucraina, al di là della sua particolare drammaticità interna, un elemento rivelatore della precarietà sia degli attuali equilibri internazionali, condizionati dal modo in cui si è conclusa la guerra fredda e dagli sviluppi successivi, che delle prospettive che stanno di fronte a tutti i protagonisti di questa crisi, Unione Europea compresa.

 

I profili di alcuni relatori:

Aleksandr N. Tarasov Fondatore e leader  del Partito clandestino dei nuovi comunisti (1972) e del NKPSS, Partito neocomunista dell'Unione Sovietica (1974-1985), arrestato dal KGB nel 1975, fondatore dell'Archivio indipendente e direttore del Centro di nuova sociologia e di studi della politica pratica “Fenix” di Mosca, Tarasov ha descritto per primo la sottocultura giovanile degli skinhead di ideologia neo-nazista in Russia e l'influenza delle idee di estrema destra e delle sue organizzazioni sulla sottocultura del tifo calcistico. Autore prolifico di  ricerche a tema storico, sociologico, economico, culturale.

Oksana V. Solopova Vice preside della facoltà di Storia dell'Università Statale di Mosca Lomonosov, la più antica università russa, presso la quale insegna Storia dell'ex Unione Sovietica. È membro dell'Associazione Internazionale di etnografi e antropologi e del Consiglio dell'Autonomia regionale nazionale e culturale “Bielorussi di Mosca”.

Aleksej M. Litvin Direttore del Dipartimento di storia militare e dei rapporti internazionali  presso l'Istituto  di Storia dell'Accademia Nazionale delle Scienze della Bielorussia. Autore di oltre 120 saggi - tra i quali la tesi di post-dottorato «Gruppi militari e polizieschi antisovietici sul territorio della Bielorussia durante la Grande guerra parotitica. Origini. Struttura. Attività» - le sue ricerche sono incentrate sulla storia militare della Bielorussia  nelle due guerre mondiali e sui problemi della lotta partigiana e del collaborazionismo.

André Liebich Professore onorario di storia e politica internazionale al Graduate Institute di Ginevra, Liebich è stato professore di Scienze politiche alla University of Québec a Montréal e ricercatore presso il Russian Research Centre di Harvard, l'Institute for Advanced Study di Princeton  e l'Institute for Historical Research di Londra.  I suoi interessi  si incentrano sulla storia e sulla politica dell'Europa centrale e orientale, sul pensiero politico moderno e le ideologie e sulla storia internazionale. La sua attuale ricerca si occupa di nazionalità e sovranità e di politiche delle minoranze e delle diaspore. Le sue pubblicazioni includono From the Other Shore: Russian Social Democracy After 1921 (Fraenkel Prize, 1995) and Les minorités nationales en Europe centrale et orientale (1997).