25 settembre 2014
Il palazzo dell'ONU - foto di J. Zeldman - Flickr.com.jpg

Martedì scorso si è aperta a New York la 69esima Assemblea generale dell'ONU. Sarà centrale la discussione sull’Agenda per lo sviluppo post-2015 per definire gli obiettivi di sviluppo che succederanno ai MDG. Nelle indicazioni dell'Ue, la priorità è il raggiungimento di un'esistenza dignitosa per tutti entro il 2030

Fonte: Europafacile

Il 16 settembre si è aperta 69esima Assemblea generale ONU, i cui lavori proseguono per una settimana intera, nella quale avrà un ruolo centrale la discussione sull’Agenda per lo sviluppo post-2015, che andrà a definire gli obiettivi di sviluppo che succederanno agli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM – MDG in inglese), stabiliti nel settembre 2000 in sede ONU nella “Dichiarazione del Millennio”, che indicava come termine per la loro realizzazione il 2015.

Nello Special Event dedicato agli OSM nella 68esima Assemblea generale, a settembre 2013, l’ONU ha concordato le principali linee guida dell’Agenda per lo sviluppo post-2015, costruita sui progressi ottenuti nel raggiungimento degli obiettivi e sui principali risultati della Conferenza Rio+20, che nel 2012 ha concordato la definizione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS).

La posizione di cui l’Unione europea sarà portatrice nella discussione sull’Agenda per lo sviluppo post-2015 è definita all’interno di una comunicazione della Commissione pubblicata nel giugno scorso, intitolata “Un’esistenza dignitosa per tutti: dalla visione all’azione collettiva”. In questo documento, che raccoglie e comprende le indicazioni espresse dal Parlamento e dal Consiglio, come anche le osservazioni raccolte da varie parti interessate attraverso processi di consultazione pubblica, la Commissione illustra i principi chiave che dovrebbero governare la nuova Agenda e stabilisce i settori che considera prioritari per il quadro post 2015.

Il punto di partenza è la considerazione che il mondo dispone delle tecnologie e delle risorse per eliminare la povertà estrema nell’arco di una generazione (entro il 2030) e avviarsi sulla via della sostenibilità, garantendo un’esistenza dignitosa per tutti. Per fare ciò la Commissione ritiene che sia necessario dotarsi di un quadro di riferimento adeguato, che abbia aspirazione e copertura mondiale e sia applicabile a tutti i Paesi, pur lasciando a ciascuno di essi la titolarità delle azioni da intraprendere, e che permetta di tener conto dei diversi contesti esistenti.

Tale quadro di riferimento dovrebbe in particolare riconoscere ed affrontare la stretta interdipendenza che lega l’eliminazione della povertà allo sviluppo sostenibile, due sfide che presentano una natura comune, poiché sono di interesse e rilevanza per tutti i paesi e le persone, anche le generazioni future, e che hanno una portata mondiale, in quanto richiedono un intervento collettivo e soluzioni portate avanti livello mondiale.

I settori prioritari di intervento indicati dalla Commissione sono:

Povertà: sarà necessario completare il lavoro iniziato con gli OSM e rafforzarlo con una visione multidimensionale della povertà, che ne affronti le molteplici cause in tutti i Paesi.

Disuguaglianza: si tratterà di promuovere investimenti adeguati a favore di tutte le persone, in particolare le più svantaggiate, garantendo la sicurezza del reddito e un accesso universale e non discriminatorio ai servizi sociali, in quanto le società più inclusive ed egualitarie garantiscono meglio la convivenza pacifica, generano uno sviluppo e una crescita sostenibili a lungo termine e sono così in grado di superare più rapidamente le recessioni economiche.

Sicurezza alimentare e nutrizione, agricoltura sostenibile: garantire la sicurezza alimentare significa: assicurare l’accesso dei piccoli produttori (in particolare le donne) alla terra, alle risorse, agli investimenti e ai mercati; l’accesso per tutti a cibo nutriente e a sistemi sanitari adeguati; intervenire con azioni su comportamento e modelli alimentari. In questo settore sarà necessario promuovere pratiche sostenibili nei campi dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura, l’impiego efficiente delle risorse e una maggiore resilienza, fondamentali lo sviluppo sostenibile e la sicurezza alimentare.

Salute: le sfide chiave per la salute sono una copertura e un accesso equo e universale a servizi sanitari di qualità e la tutela dal rischio di spese improvvise per la salute. L’incidenza delle malattie (trasmissibili e non trasmissibili) dovrà essere combattuta lavorando principalmente sullo stile di vita e sui determinanti socio-ambientali della salute, compresa la lotta alle cause delle malattie, attraverso un approccio che integri la salute in tutte le politiche.

Istruzione: la garanzia di un accesso equo a tutti i livelli di istruzione, il completamento del ciclo di studi e il miglioramento della qualità dell’istruzione saranno le sfide chiave per questo settore, essenziali per interrompere cicli di povertà intergenerazionale, promuovere una cittadinanza attiva e favorire società innovative; essenziale sarà anche coinvolgere gli emarginati, colmare il divario di genere e assicurare l’alfabetizzazione degli adulti.

Parità di genere ed emancipazione femminile: il mantenimento dell’impegno politico di alto livello e il riconoscimento che il conseguimento della parità di genere, dell’emancipazione femminile e dei diritti umani delle ragazze rappresenta una responsabilità universale saranno le sfide chiave, assieme al rafforzamento dello Stato di diritto, democrazia e governance, l’intensificazione degli investimenti nella parità di genere e nell’emancipazione di donne e ragazze.

Acqua e impianti igienico-sanitari: sarà necessario promuovere l’accesso all’acqua potabile e a impianti igienico sanitari sicuri e la gestione integrata dell’acqua, compresa l’efficienza idrica, al fine di affrontare le sfide dei cambiamenti climatici e della scarsità d’acqua.

Energie sostenibili: l’accesso a energia pulita, a prezzi accessibili e sostenibile, il miglioramento dell’efficienza energetica, la disponibilità di infrastrutture resilienti e una quota più alta di fonti rinnovabili nel mix energetico sono le sfide chiave, e la loro realizzazione può condurre a enormi progressi nell’eliminazione della povertà, nello sviluppo sostenibile e nella lotta ai cambiamenti climatici.

Occupazione piena e produttiva e lavoro dignitoso per tutti: la creazione di posti di lavoro dignitosi, in particolare nella prospettiva di sviluppo a lungo termine, rafforza la crescita. La sfide chiave sarà la disoccupazione, in particolare di giovani, anziani e disabili, oltre alla qualità del lavoro, formale e informale.

Crescita inclusiva e sostenibile: la promozione di ambienti stimolanti che favoriscono l’imprenditoria, gli affari, gli investimenti commerciali e l’innovazione sono le principali sfide chiave del settore che comprendono sistemi normativi, giudiziari e fiscali efficienti, investimenti pubblici, accesso ai mercati e al credito e promozione delle nuove tecnologie.

Città e insediamenti umani sostenibili: riduzione del numero di abitanti delle baraccopoli, lotta all’inquinamento atmosferico, costruzione di alloggi e infrastrutture solide e miglioramento della gestione dei rifiuti saranno le sfide da affrontare, congiuntamente con una migliore pianificazione e governance urbane e con trasporti urbani e rurali sostenibili.

Produzione e consumo sostenibili: dal lato del consumo sarà necessario promuovere l’utilizzo di prodotti ecologici ed efficienti dal punto di vista dell’energia e delle risorse, l’eliminazione graduale delle sovvenzioni che hanno ricadute negative sull’ambiente e l'introduzione di appalti sostenibili mentre dal lato della produzione si tratterà di stimolare: produzioni innovative ed efficienti dal punto di vista delle risorse, la valutazione dell’intero ciclo di vita dei prodotti, l’edilizia sostenibile e la gestione dei rifiuti e delle sostanze chimiche, oltre a promuovere l’ecoimprenditoria e l’ecoinnovazione.

Oceani e mari: inquinamento, acidificazione, innalzamento del livello dei mari, sviluppo di strumenti di gestione per zona, comprese le aree marine protette, lotta contro l’eccesso di pesca e la sovraccapacità, la pesca illegale, saranno le principali criticità da affrontare, assieme allo sviluppo delle capacità per gestire gli impatti ambientali negativi sugli ecosistemi e l’accesso alla pesca e ai mercati da parte dei piccoli pescatori di sussistenza.

Biodiversità e foreste: saranno necessari interventi per rallentare il ritmo con cui stanno scomparendo tutti gli habitat naturali e le specie a rischio di estinzione e per integrare la biodiversità in altre politiche chiave (come agricoltura e pesca). Sarà necessario inoltre invertire la tendenza in corso relativamente alla perdita del manto forestale a livello mondiale, eliminare il disboscamento illegale e il commercio connesso e porre fine alla scomparsa delle foreste vergini;

Degrado dei terreni, comprese desertificazione e siccità: al fine di far cessare il degrado dei terreni sarà prioritario rallentare la perdita del capitale naturale dei terreni, migliorare la governance (anche su accesso e proprietà fondiaria) e potenziare la resilienza.

Diritti umani, Stato di diritto, buona governance e istituzioni efficaci: rafforzare i sistemi politici partecipativi che danno voce alle persone nelle scelte politiche e nella formulazione delle decisioni che le riguardano e assicurare che coloro che detengono la responsabilità siano chiamati a renderne conto saranno le priorità.

Società pacifiche: la diminuzione dell’incidenza della violenza e delle morti violente e la lotta contro le minacce transfrontaliere, quali criminalità organizzata e commercio illegale sono le priorità chiave e per realizzarle sarà necessario creare istituzioni adeguate ad operare sui fattori all’origine dei conflitti e della violenza, che sono correlati a governance inadeguata, esclusione politica e sociale, disuguaglianze, corruzione e mancata dei servizi essenziali.

Per ognuno dei settori indicati sono proposti dei “traguardi tematici” che esplicitano i risultati da raggiungere e i tempi per la loro realizzazione. Tali traguardi dovranno essere specifici, misurabili e raggiungibili e dovranno rispecchiare le interconnessioni che sussistono fra i settori, in quanto i risultati su un traguardo influenzano il raggiungimento degli altri.
I settori elencati dovranno poi essere raggruppati, per arrivare alla definizione di una serie limitata diobiettivi, come già è stato per gli OSM.

Dopo l’evento inaugurale del 16 settembre, la 69esima Assemblea generale ONU ha iniziato le sue sessioni operative ieri, 24 settembre, quando i diversi rappresentanti istituzionali si sono successi sul palco con interventi che richiamano l'attenzione sui più gravi problemi mondiali, quali la povertà, la fame, la disoccupazione, i conflitti amati, il cambiamento climatico. E su come affrontare questi problemi, non ultimo il reperimento delle risorse necessarie ad affrontarli.