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Mani dietro alle sbarre © Kittirat roekburi/Shutterstock

La situazione delle carceri e la fase esecutiva della pena rappresenta un test di primaria importanza per un sistema di giustizia che voglia essere efficace, equo e allo stesso tempo dissuasivo. Quale la situazione in Kosovo? Una tesi di master. Riceviamo e volentieri pubblichiamo

18/02/2014 -  Filippo La Legname

L’attuale Amministrazione Penitenziaria del Kosovo (Kosovo Correctional Service), è stata istituita nel 1999 sotto la guida della missione internazionale delle Nazioni Unite (UNMIK-Penal Management Division), al termine del noto conflitto tra i kosovari di etnia albanese e la Serbia.

Nella primavera del 1999 l’intervento armato della NATO pose fine al conflitto. Successivamente, il 12 giugno del 1999, con la Risoluzione n. 1244 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite istituì la missione UNMIK per l’amministrazione ad interim del Kosovo. Il compito assegnato alla missione, consisteva nel guidare l’allora provincia serba durante la delicata fase post-bellica, verso la creazione di nuove istituzioni democratiche di autogoverno, lavorando inoltre per la definizione del suo futuro status e assicurando nel contempo la convivenza pacifica tra le diverse etnie presenti sul territorio interessato.

Nonostante i numerosi tentativi di mediazione attivati in sede di Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dalla Troika designata da USA, Unione Europea e Russia, trascorso oltre un decennio dall’intervento militare internazionale, la questione della definizione dello status del Kosovo resta ancora irrisolta e le posizioni assunte dalle parti sembrano irremovibili.

Il 17 febbraio 2008 il Kosovo ha proclamato unilateralmente la sua indipendenza, ma resta ancora un’incognita la sua effettiva capacità di porsi come Stato in grado di mantenere degli impegni assunti nella proclamazione di indipendenza, relativi alla sicurezza, al dialogo interetnico e al mantenimento della pace.

Oggi, l’attenzione in Kosovo è rivolta al complesso e difficile processo di consolidamento istituzionale e di legittimazione internazionale intrapreso ormai da diversi anni, a partire dalla proclamazione che al febbraio 2014 è stata riconosciuta da 105 Paesi tra i quali l’Italia.

Il compito della comunità internazionale, ed in primo luogo dell’Unione Europea, è di continuare ad accompagnare il processo di consolidamento istituzionale e di legittimazione internazionale del Kosovo in modo che esso sia funzionale agli obiettivi fondamentali dell’impegno internazionale in questa area.

L’Italia è stata impegnata in tal senso, partecipando dapprima alla missione UNMIK e attualmente, all’interno della missione dell’Unione Europea EULEX-Kosovo che opera sin dal 2008 in Kosovo, per assistere le istituzioni locali nella costruzione di un sistema giudiziario, doganale e di polizia indipendente e multietnico, ed allo stesso tempo moderno ed efficiente in grado di dare risposte alle esigenze dei cittadini.

Un settore importante di intervento della componente Giustizia della missione EULEX è costituito proprio dall’Amministrazione Penitenziaria, dal momento che la gestione della fase esecutiva della pena rappresenta un test di primaria importanza, forse decisivo, per un sistema di giustizia che voglia essere efficace, equo e allo stesso tempo dissuasivo.

Un importante e qualificato contributo alla missione è stato fornito dall’Amministrazione Penitenziaria italiana, che dal 2008 al 2012 ha distaccato proprio personale di Polizia Penitenziaria.

Questa tesi intende offrire al lettore una visione di insieme riguardo all’organizzazione e al funzionamento che il Kosovo Correctional Service è riuscito a darsi a partire dalla sua fondazione attraverso il contributo dalle missioni UNMIK e EULEX Viene inoltre dato risalto al contributo offerto dall’Amministrazione Penitenziaria italiana al Kosovo Correctional Service .


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