Ex Jugoslavia, di Claudio Marini

Una tesi di laurea sul ruolo della comunità internazionale nell'evoluzione della Jugoslavia, su come ogni sua ingerenza all'interno del paese sia stata strumentale e subordinata alla realizzazione di un progetto più vasto. Riceviamo e volentieri pubblichiamo

15/10/2008 -  Anonymous User

di Francesco Bailo *

La scomposizione della Jugoslavia durante gli anni Novanta su basi etnico-nazionali è stata soventemente spiegata come il compimento di un processo inevitabile. Nella percezione comune, nonché nelle analisi prevalenti tra i governi occidentali, la Federazione jugoslava era costituzionalmente ingovernabile, politicamente irriformabile, economicamente irrazionale e, prima di tutto, etnicamente instabile. Da questo punto di vista, il paese si era riunificato durante la Seconda guerra mondiale e solo nel clima minaccioso di un'altra guerra, questa volta fredda, aveva potuto costruire la propria sopravvivenza come risposta a una reale o presunta minaccia esterna. La morte nel 1980 del maresciallo Josip Broz Tito, simbolo stesso dell'unità del paese e della lotta per ottenerla e mantenerla, nonché l'estinguersi, nove anni più tardi, della Guerra fredda, avrebbero dunque dovuto inevitabilmente condurre alla conclusione dell'esperienza di uno stato unitario  (plurinazionale) laddove di stati (nazionali) ne sarebbero dovuti esistere almeno sei.

L'ipotesi di lavoro della presente tesi è che l'interpretazione della questione jugoslava da parte della comunità internazionale e il suo susseguente intervento abbiano influenzato in maniera determinante l'evoluzione della vicenda. Inoltre, si tenterà ad evidenziare come ogni intervento della comunità internazionale sia stato dettato da considerazioni esterne alla realtà jugoslava, ovvero che ogni ingerenza all'interno del paese sia stata strumentale e subordinata alla realizzazione di un progetto più vasto. Tentando di mantenersi quanto più lontano possibile da una valutazione riguardo alla giustezza di tale interpretazione o alla coerenza del successivo intervento, si cercherà di dimostrare quali processi la comunità internazionale abbia innescato, quali abbia incoraggiato, quali abbia invece ignorato, e come questi processi abbiano portato nella sostanza a veder auto-realizzarsi le ipotesi interpretative di partenza.

In effetti, i decenni cruciali per la storia della Federazione jugoslava (cioè gli anni Ottanta e i primi anni Novanta) vedevano la presenza di diversi processi di transizione che proprio sulla Jugoslavia si sarebbero poi intersecati. In campo economico, si reinterpretava il ruolo dello stato in chiave restrittiva e si ridefinivano gli strumenti per incentivare la crescita favorendo deregolamentazioni e lotta all'inflazione attraverso politiche  monetarie restrittive (Washington Consensus). In campo politico, una  nuova "wave of democratization" percorreva l'Europa orientale dopo aver già toccato l'Europa sud-occidentale, l'America latina, l'Africa e l'Asia.1 In campo ideologico, il blocco sovietico era impegnato in una ridefinizione sistemica dello stato e dei suoi strumenti per gestire il potere. A partire poi dagli anni novanta e dalla disintegrazione del Patto di Varsavia, in campo strategico e militare si assistette alla soppressione della teoria del contenimento da parte  dell'Alleanza Atlantica a favore di una teoria che l'avrebbe vista impegnata in un ruolo propositivo ed espansivo. Inoltre, il crollo del muro di Berlino aveva consentito la riunificazione della Germania e la riproposizione sul continente Europeo della questione nazionale.

Questi processi transitori o ridefinitori vanno dunque sommati al lungo ciclo di riforme economiche, istituzionali e costituzionali, in continuo svolgimento all'interno della Federazione jugoslava fin dalla sua nascita, che proprio durante gli anni Ottanta entrarono in una fase di stallo a causa prevalentemente di visioni differenti a livello di repubblica, contribuendo in questo modo ad aggravarvi il clima d'incertezza e indeterminazione.

* Per contattare l'autore:bailo.francesco@gmail.com

1 Huntington, S. P., The Third Wave: Democratization in the Late Twentieth Century, Norman, University of Oklahoma Press, 1991


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