Georgia

Georgia

I dieci secoli che plasmarono la Georgia: la storia del Paese dall’antichità al Duecento, epoca nel quale si è formata l’identità nazionale del paese. Una tesi di laurea. Riceviamo e volentieri pubblichiamo

10/01/2011 -  Francesco Trecci

Questo elaborato si fonda in larga misura su una bibliografia in lingue occidentali (italiano, francese e inglese) ed è ad essa che si rinvia nell’apparato critico. I principali autori le cui opere sono disponibili in una delle lingue citate sono: M. Tamarati il quale nel 1910 scrisse una prima storia della chiesa georgiana, il britannico W.E.D. Allen, che da grande esperto delle vicende del Caucaso meridionale realizzò nel 1932 il suo History of the Georgian people, l’americano R. G. Suny con il suo Making of the Georgian Nation, N. Assatiani e A. Bendianachvili, che 1997 composero un’importante opera divulgativa che riassume duemila anni di storia georgiana; e infine Gaga Shurgaia con i suoi importanti contributi (la Spiritualità georgiana in primis) senza i quali non avrei potuto realizzare questo lavoro.

Nel primo capitolo viene tracciato un breve affresco delle vicende storiche, dall’antichità all’invasione mongola. La nascita e l’affermazione del regno di Kartli (da qui viene il nome Sakartvelo, la terra dei Karti), le guerre, le divisioni, la creazione di uno Stato unificato e infine il successivo smembramento e la decadenza. Nel secondo capitolo viene analizzata la religiosità del popolo georgiano, a partire dal culto pre-cristiano tributato al dio Armaz, passando per il messaggio di santa Nino, che più di chiunque altra influenzò le sorti del popolo ibero, fino al martirio di Abo da parte degli arabi raccontato da Ioane Sabanisdze. Nel terzo capitolo viene affrontata la storia della Chiesa di Georgia e il suo rapporto col potere politico. Nel 337, infatti, il cristianesimo divenne religione di Stato e non lasciò spazio ad altri culti. Vedremo quando Stato e Chiesa iniziarono a compenetrarsi a vicenda.

E’ analizzata, infine, la modalità tramite la quale la profonda cristianizzazione del paese, in qualche modo, rappresentò un fattore di unità per la Georgia durante i secoli delle invasioni e dominazioni straniere. Il quarto capitolo è infine dedicato al monachesimo georgiano, fiorito all’estero e in patria. Nel corso dei secoli in cui la Georgia si trovò completamente circondata da stati islamici i monasteri della diaspora furono i soli elementi di raccordo tra la madre patria e il resto del mondo cristiano. I cenobi in patria furono importanti centri religiosi e in molti casi, nell'ambito di una chiesa immersa nel mondo feudale, anche centri di vero e proprio potere politico ed economico.

Il popolo georgiano, che secondo le ricerche di numerosi archeologi risulta essere autoctono del Caucaso e di matrice non indoeuropea, affonda le sue origini nella notte dei tempi e il suo essere un punto d’incontro tra culture diverse gli conferisce un fascino senza dubbio particolare.


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