Nicole Corritore 31 maggio 2012
Lavorazione di piccoli frutti, Bosnia Erzegovina © Mario Boccia

Domani 1°giugno a Venezia si parlerà di agricoltura e di cooperazione con i Paesi vicini del sud est Europa. Un incontro dedicato al biologico, settore nel quale oggi si concentrano le pratiche innovative nei Balcani. Incontro organizzato da Obc, in collaborazione con Regione Veneto e Unesco Venice office, nell'ambito del Programma Seenet

“L'agricoltura biologica nei Balcani rimane marginale ma negli ultimi anni siamo di fronte ad una crescita di tutto rilievo del settore”. Ad affermarlo è Matteo Vittuari, docente di politiche per lo sviluppo presso l'Università di Bologna.

Vittuari è autore di “Balcani Bio. Attori, politiche e istituzioni: una prospettiva regionale", una pubblicazione di Osservatorio Balcani e Caucaso (OBC) – il principale centro di approfondimento in Italia dedicato al sud-est Europa. Il volume, pubblicato all'interno del programma di cooperazione decentrata SeeNet, verrà presentato domani 1° giugno a Venezia (ore 11.00) presso la Sala conferenze, Palazzo Grandi Stazioni, Fondamenta S. Lucia 23, Cannaregio.

L'incontro è promosso da OBC in collaborazione con la Direzione Relazioni Internazionali della Regione Veneto e vede la partecipazione di UNESCO Venezia. Oltre a Matteo Vittuari interverranno Diego Vecchiato, Direzione Relazioni internazionali Regione Veneto; Mario Scalet, UNESCO – Ufficio Regionale per la scienza e la cultura in Europa - e Anna Brusarosco, geografa dell'Università di Padova e corrispondente di OBC. L'incontro verrà moderato da Francesca Vanoni, di Osservatorio Balcani e Caucaso.

“Come Osservatorio siamo particolarmente attenti a quelle esperienze di cooperazione internazionale che stimolano processi di sviluppo sostenibile fondati sulle risorse locali e sulla ricchezza dei territori” afferma Luisa Chiodi, direttrice di Osservatorio “da qui la pubblicazione di questo libro. Nei Balcani, nonostante debolezza delle infrastrutture, mancanza di sostegno delle istituzioni e basso capitale umano e finanziario siano ostacoli difficili da superare, le aree rurali hanno un potenziale importante e tra le avanguardie che si stanno facendo strada vi è senza dubbio l’agricoltura biologica”.

Un'opinione ottimista sul futuro del settore arriva anche da Bruxelles. “Ai tempi della prima legge sul settore il biologico era visto come un ambito per pochi eccentrici” scrive nella prefazione al libro Dacian Cioloş, Commissario UE per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale “ma ora abbiamo circa 200.000 agricoltori biologici e un volume di mercato del bio dell’Europa di 20 miliardi di euro. Grazie al processo di allargamento l’agricoltura biologica nei Balcani occidentali potrà crescere e svilupparsi”.

Nella regione dei Balcani la Croazia su questo tema è il Paese capofila: 1150 produttori certificati, più di 23.000 ettari coltivati a biologico e scaffali dedicati al bio nella grande distribuzione. In Serbia il primo regolamento sull’agricoltura biologica è del 2006 e nel 2010 i produttori hanno raggiunto le 130 unità per una superficie agricola di 8.500 ettari. Nel caso della Bosnia Erzegovina l’approvazione di una legge quadro continua a essere rinviata ma è grazie a iniziative della società civile che sta crescendo il settore. Nel libro inoltre vi sono approfondimenti su Macedonia, Montenegro, Kosovo e Albania.

Dalla terra quindi arriva una prospettiva originale per guardare alla cooperazione internazionale, alle trasformazioni dei Balcani e al loro processo di integrazione europea.

SeeNet II (South East Europe Network) è il più esteso partenariato di cooperazione decentrata italo-balcanica attualmente attivo. Co-finanziato dal Ministero Affari Esteri italiano e da 7 Enti Regionali italiani (Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Veneto e Provincia autonoma di Trento), coinvolge 46 Enti Locali di 7 paesi sud-est europei.