23 novembre 2012
Mia e di nessun'altro, foto di Monica Antonelli - Flickr.com

Parte il progetto RE.VI.VE. - Reintegration of Victims of domestic Violence, su iniziativa di Reggio Terzo Mondo con la collaborazione dei Centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna. Obiettivo del progetto è costruire un’opportunità di scambio attivo e di collaborazione con la Coalizione dei Centri antiviolenza del Kosovo

Fonte: RTM - Reggio Terzo Mondo

Ogni 25 Novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne ogni centro antiviolenza comunica i dati delle donne accolte, delle donne vittime di violenza, delle loro richieste di aiuto per sollecitare il riconoscimento di questo fenomeno e l’assunzione di responsabilità – individuale e politica - nel contrasto ad esso.

Ogni 25 Novembre vi è anche il forte desiderio di voler attirare l’attenzione sulle azioni, sui progetti e sulle relazioni che connettono punti di vista e punti del mondo diversi perché è inquietante e dirompente continuare a rilevare come le voci delle donne ripercorrano storie e vissuti simili in aree geografiche differenti.

Con il progetto europeo RE.VI.VE. - Reintegration of Victims of domestic Violence, Reggio Terzo Mondo - nel ruolo di soggetto capofila - e il Coordinamento dei Centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna (partner di progetto), si pongono l’obiettivo di costruire un’opportunità di scambio attivo e di collaborazione con la Coalizione dei Centri antiviolenza del Kosovo (Kosovo Shelter Coalition -KSC). La KSC è rappresentata dalla Presidente Naime Sherifi a Reggio Emilia in questi giorni per presentare all’opinione pubblica il progetto.

Il progetto RE.VI.VE. nasce dalla constatazione della gravità del fenomeno della violenza domestica a danno di donne e bambini in Kosovo e dalla conseguente volontà espressa dai soggetti coinvolti nell’intervento di contribuire a un suo ridimensionamento. Sottolinea Silvia Riva, Presidente di RTM - Questo progetto nasce dal lavoro di osservazione, analisi e studio svolto sul campo dai volontari di RTM a fianco delle associazioni di donne rurali del Kosovo.

Ogni anno i centri antiviolenza del Kosovo ospitano mediamente 400 tra donne e bambini vittime di violenza domestica. “La povertà economica in cui versa il nostro paese è uno dei fattori che porta alla violenza, ma non l’unico. Ospitiamo, infatti, tante donne provenienti anche da famiglie benestanti” precisa Naime Sherifi.

Le tante donne vittime di violenza spingono i centri antiviolenza sparsi nel mondo a sperimentare condivisioni “a distanza”, confronti tra esperienze, possibili acquisizioni di buone prassi per promuovere politiche di tutela delle donne e di libertà dalle diverse forme di violenza. “Questo è importante perché - sottolinea Alessandra Campani (Coordinamento dei Centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna) - anche se i quadri legislativi nazionali, in Italia come in Kosovo, sono buoni, è la reale implementazione delle leggi che fa la differenza in termini di rispetto dei diritti delle donne.”

Questo progetto biennale sarà una preziosa occasione per dare voce al silenzio delle donne del Kosovo che, in assenza di una rete di sostegno che favorisca lo svelamento della violenza subita, continueranno ad avere difficoltà nel dare parola e visibilità ai loro vissuti qua come al di là dell’Adriatico.