Gli orari ferroviari del Tirana Ekspres - foto di Nicola Pedrazzi

Un angolo berlinese a Tirana, ma forse molto di più. Dall'estate del 2011 il Tirana Ekspress ha radunato attorno alla sua programmazione artistica i giovani albanesi stanchi del mainstream musicale egemone nel bllok. Uno sguardo all'Albania che cambia

13/12/2013 -  Nicola Pedrazzi Tirana

Un angolo berlinese a Tirana, ma forse molto di più. Dall'estate del 2011 il Tirana Ekspress ha radunato attorno alla sua programmazione artistica i giovani albanesi stanchi del mainstream musicale egemone nel bllok, quartiere indiscusso della scena notturna della capitale. A seguito della demolizione della sede “storica” (un capannone abbandonato nei pressi della vecchia stazione dei treni) il collettivo del Tirana Ekspres si è trasferito in centro, portando la sua diversità in Rruga George Bush, a pochi passi dal Parlamento.

Oggi come non mai, la retorica del cambiamento generazionale permea il dibattito sull'Albania, sia nel paese che all'estero. Le aspettative create dal nuovo governo, il riaccendersi della prospettiva europea, il dibattuto no agli Stati Uniti sulle armi chimiche, il fallimento dell’unica compagnia aerea nazionale simbolo di un'era politica: a un anno dal centenario, l'Albania non ha certo risolto i suoi problemi, ma appare - soprattutto a chi proviene da una paese in cui lo scorrere del tempo è scandito dai libri di Bruno Vespa - come un treno in corsa.

La direzione di questo viaggio è però spesso ignota ai suoi giovani interpreti: la corsa verso occidente degli albanesi è tutt'oggi disordinata; carica, soprattutto sul piano della cultura giovanile, degli equivoci e delle contraddizioni che tipicamente accompagnano le transizioni dei paesi ex socialisti.

Il nuovo locale

La dittatura del mainstream

Il bllok è la manifestazione socio-architettonica della confusa e salutare voglia che sembra unire i giovani albanesi: bar e musica, suoni e divani si susseguono in questo reticolato del divertimento notturno, emblematicamente ritagliato nel recinto che ospitava l'inaccessibile quartier generale del dittatore Enver Hoxha e della sua nomenklatura.

"Una volta era impossibile entrarci, oggi è impossibile uscirne", questo è il motto del bllok. Se il divertimento è assicurato, l'esito artistico lascia invece fortemente a desiderare. Dal kitsch ostentato degli arredamenti alla musica (vecchia stantia o nuova pacchiana) il mainstream è, nella maggior parte dei locali di Tirana, la regola non scritta, la strategia insuperata: la risposta unica e univoca (verrebbe da dire dittatoriale...) a domande tuttavia sempre più diverse.

La scelta della diversità

A sfidare quest'egemonia culturale e a rendere meno retorico il cambiamento albanese, è il collettivo del Tirana Ekspres. Partito nel giugno del 2011 da un binario morto della vecchia stazione dei treni, a seguito della demolizione del suggestivo capannone che per più di due anni ha ospitato performance internazionali ed eventi artistici di ogni tipo, questo gruppo di giovani volonterosi si è trasferito in centro (ma fuori dal bllok), nei seminterrati che furono del mitico Urithi (“la Donnola”) – il locale che per primo, nei primi anni Novanta, si aprì alle sonorità d'oltre cortina.

Forte della centralità della nuova sede e con un gruppo di lavoro arricchito da nuove forze, il Tirana Ekspres ha tuttavia mantenuto l'intento originario: essere uno spazio a disposizione dello sviluppo di una scena artistico-musicale alternativa alle logiche commerciali che uniformano lo svago dei bar più in voga della capitale.

Il locale, inaugurato in grande stile lo scorso 8 novembre, è “diverso” sin dal primo sguardo. Ad accoglierti all'ingresso è la lavagna prezzario della vecchia stazione dei treni (sei treni al giorno partivano per Durazzo); al termine delle scale tre piccoli ambienti si susseguono in una luce soffusa: la sala da bar, lo spazio concerti e la zona esposizioni.

Un evento nell'ex sede del Tirana Ekspress

Il legno della vecchia sede è stato utilizzato per ricoprire le pareti, dal disavanzo sono state ricavate le panchine e i tavoli su cui caffè, tè e birra si avvicendano sette giorni su sette, dalle 9 di mattina alle 11 di sera. Ma la vendita di beveraggi è solo un metodo di autofinanziamento: il Tirana Ekspress non è un bar, è uno spazio-progetto guidato da una direzione artistica.

Ogni giorno è dedicato ad un macrogenere artistico: il martedì la sala grande si trasforma in un cinema, il giovedì si ospitano formazioni di musica da camera, il venerdì sera si organizzano concerti live, ogni sabato si inaugura un'esposizione. Il passante disinteressato che, in cerca di un caffè o di una connessione wi-fi, varca la soglia di quest’insolita stazione comprerà senza saperlo il biglietto per un viaggio artistico di buon livello.


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