La saggezza della terra, 1907, Brâncuși

Il governo romeno ha lanciato una sottoscrizione per l'acquisto da privati di un'opera dello scultore Brâncuși. Mossa di tutela del patrimonio artistico o ricerca del consenso?

04/07/2016 -  Mihaela Iordache

Il governo rumeno ha lanciato un appello ai propri cittadini per concorrere al recupero di un'opera parte del patrimonio nazionale. Ha chiesto la donazione di 6 milioni di euro, da raccogliere entro il prossimo 30 settembre. A questi verrebbero poi aggiunti 5 milioni stanziati direttamente dallo stato. Per fare cosa?

Sotto lo slogan "Ora o mai più" il governo intende acquistare da un privato rumeno una statua dello scultore Constantin Brâncuși  (Peștișani, 19 febbraio 1876 – Parigi, 16 marzo 1957). “La saggezza della terra” è attualmente proprietà degli eredi dell'ingegnere Gheorghe Romaşcu, che l'aveva acquistata da Brâncuși nel 1911. Nel 1957 l'opera venne confiscata dal regime comunista per poi essere restituita dopo la rivoluzione dell''89. Gli eredi sono disposti a cederla per 11 milioni di euro a fronte di un valore – afferma il governo - di 20 milioni.

Venti personalità romene hanno messo la loro faccia per questa iniziativa e sono stati protagonisti diretti dello spot che ha lanciato la compagna di raccolta fondi. Tra di loro anche il noto filosofo Andrei Pleșu, l'ex ginnasta Nadia Comăneci, l'ex tennista Ilie Năstase, lo scrittore Mircea Cărtărescu. "Brâncuși è nostro" , " Io sono Brâncuși", sono alcuni dei messaggi immessi nel circuito di un'iniziativa che dice di voler aumentare la coscienza e la responsabilità dei romeni nei confronti della cultura e del proprio patrimonio culturale.

Sinora sono stati raccolti poco più di 200.000 euro, cifra ancora largamente insufficiente. Chi decide di fare una propria donazione per l'acquisto di “La saggezza della terra” può usufruire di alcune esenzioni fiscali. Nel caso in cui la campagna non raggiungesse il proprio obiettivo le cifre donate verranno restituite.

Fare qualcosa insieme

Il ministro della Cultura, Vlad Alexandrescu, ha parlato di uno sforzo nazionale, una campagna per fare qualcosa insieme. “E' la prima volta che si fa qualcosa del genere, che si avvia una campagna nazionale di sottoscrizione pubblica per uno scopo che riguarda l'identità nazionale e il mantenimento del patrimonio culturale di questo paese”, ha dichiarato il ministro.

Ma molti politici, intervistati da tv Digi 24, pur in teoria sottolineando l'importanza di tutelare il patrimonio nazionale, hanno negato la loro intenzione di prendere parte all'iniziativa donando qualcosa in prima persona. Il presidente del più grande partito della Romania, il PSD, Liviu Dragnea ritiene ad esempio si tratti di un'iniziativa esclusivamente populista e si chiede come verranno gestite le donazioni.

Per l'ex ministro delle Finanze, Eugen Teodorovici, non si riuscirà mai a raccogliere 6 milioni di euro mentre l'ex presidente della Romania, Traian Băsescu, ritiene che l'acquisto doveva essere fatto direttamente dallo stato romeno e non tramite una campagna pubblica. Ed è per questo che non darà neppure lui un solo euro.

Non abbiamo bisogno di quella scultura

Il giornalista Lucian Mândruță si è schierato sin da subito contro l'iniziativa del primo ministro Dacian Ciolos. "Non sono d'accordo sul fatto che lo stato compri con i miei soldi una scultura. Nemmeno se si tratta di una scultura di Brâncuși. L'artista è un ambasciatore della cultura romena, di conseguenza deve circolare. Che stia nei musei del mondo intero e comunichi qualcosa di buono su di noi!”. Mândruță poi aggiunge che "la Romania ha bisogno di quegli 11 milioni di euro. Ne ha bisogno ad esempio il nostro sistema sanitario”. Oppure, continua il giornalista, si potrebbe investire sul futuro, aiutando la prossima generazione di artisti.

Immediata la replica del Primo ministro Ciolos su Facebook: "Capisco il suo punto di vista: siamo poveri, ma con questa opera d'arte di Brâncuși si tratta di ora o mai più. Se lo stato non esercita ora il diritto di prelazione rischia di perdere la scultura per sempre e allora saremo ancora più poveri".

L'opera

"La saggezza della Terra" è stata portata a termine nel 1907. Sulla sua opera Brâncuși raccontava: "Rappresenta il mio tentativo di toccare il fondo dell'oceano con l'indice, un tentativo di toccare l'arcaico. Ho avuto grande paura quando ho sollevato il velo che la ricopriva. La donna non deve essere mai scoperta. Iside deve rimane coperta sotto almeno uno dei sette veli e ciò le offre apprezzamento e immortalità".

Nato in una famiglia di contadini della contea di Gorj, nel sud della Romania, Brâncuși ha lasciato il paese giovanissimo recandosi a piedi a Parigi, con una tappa a Vienna. Dopo la sua scomparsa nel 1957 , lo stato romeno, a guida comunista, ha rifiutato quello che Brâncuși aveva lasciato in eredità: il suo laboratorio e un numero significativo di opere dal valore inestimabile. Le opere lasciate in eredità allo stato romeno sono allora state prese dallo stato francese e si trovano custodite al Museo Nazionale di Arte Moderna di Parigi.

Nel museo d'arte di Craiova si trovano alcune opere di Brâncuși tra cui "Il bacio". A Targu Jiu vi sono altre sculture: “Il tavolo del silenzio” e “La porta del bacio”. Vengono valorizzate poco mentre altre opere di Brâncuși girano nei più rinomati musei del mondo.

Ora c'è il rischio che se la campagna di raccolta fondi non va a buon fine i cittadini rumeni vengano accusati di scarsa attenzione per il patrimonio nazionale. Ma un impegno maggiore da parte del governo o di alcune grandi aziende private non sembra impossibile. “La saggezza della terra” è classificata come parte del patrimonio artistico nazionale. Ciò significa che se gli attuali proprietari la vendessero a un cittadino straniero non potrebbe comunque essere portata al di fuori del paese.


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