Srebrenica - Rudi Della Bartola

Una briciola di Giustizia/E un granello di Verità/Trovate! /A Srebrenica restituite! L'11 luglio si ricorda il massacro di Srebrenica. Riproponiamo la poesia di Abdulah Sidran "Le lacrime delle madri di Srebrenica" e la visione del nostro documentario "Dopo Srebrenica", la storia della cittadina simbolo della pulizia etnica e della violenza razzista in Europa

10/07/2013 - 

 

 

 

 

 

LE LACRIME DELLE MADRI DI SREBRENICA

(di Abdulah Sidran traduzione di Nadira Šehović da ADV Edizioni, Lugano)

 

Sarebbe meglio non fosse

piuttosto che sia

 

così

come oggi è

la nostra Srebrenica

 

Nulla di morto né di vivente

in lei

può più abitare

 

Sotto un cielo plumbeo

l'aria di piombo

mai nessuno

ha imparato

a mettersi nei polmoni

 

Da lei fugge tutto

ciò che ha gambe

con le quali possa

e sappia dove

fuggire

 

Da lei fugge tutto

anche ciò che da nessuna parte

se non sotto la terra nera

può fuggire

 

Gli ortodossi fuggono

i nuovi come i vecchi

i musulmani fuggono

i vecchi come i nuovi

 

E chi in qualche modo

è rimasto vivo

andato via e poi tornato

neppure un inverno con l’estate

ha messo insieme

né un autunno

con la primavera

ma ha cercato

quanto prima

di andarsene da Srebrenica

 

E quei cattolici

nostri vicini

 

e per loro Srebrenica

per centinaia d'anni

è stata l'amata

e bellissima

sede principe

della loro buona

e nobile comunità

 

se ne sono andati da tempo

 

Come se

nella loro saggezza avessero

saputo che sarebbe arrivato un tempo

in cui non ci sarebbe più stata

la buona Srebrenica

 

Ci dicono

da dieci anni ce lo dicono

che in Bosnia

la guerra è finita

 

A noi spiegano

e inviano istruzioni scritte

che nel nostro Paese

Bosnia Erzegovina

la guerra è finita

e che nessuno

deve più

guardare al passato

 

Credono forse

davvero

che siamo vivi

noi che stiamo qui

e da questo luogo

parliamo così

come se davvero fossimo vivi.

 

Davvero pensano che si chiami salute

davvero pensano che si chiami ragione

ciò che in noi è rimasto

della salute e della ragione di un tempo?

 

Non vedono, non sentono forse

non sanno forse che noi,

quelli rimasti, siamo più morti di tutti

i nostri morti, e che qui oggi, con la loro voce,

la voce dei nostri morti, dalle loro gole,

gridiamo e con il loro grido - noi parliamo?

 

Non ci permettete di

guardare al passato!

E noi non lo guardiamo, ma è lui a guardarci!

 

Voi dite:

guardate al futuro!

 

Ma noi, nessun

futuro in nessun luogo

riusciamo a vedere

né vediamo che lui

con un sol occhio

guardi noi

e neppure che ci veda

e che di noi si preoccupi

 

Noi abbiamo un presente

che con occhio umano

non si può guardare

 

Noi la stessa

aria di piombo

nella nostra Srebrenica

che non c'è più

respiriamo con quelli

i cui occhi

le cui mani

le cui anime

del nostro sangue grondano

 

E solo loro

possono rallegrarsi

del vostro comandamento

di non guardare al passato

 

Ma noi cos'altro oltre a lui abbiamo

che cos'altro

se non il passato

abbiamo da guardare?

 

Davvero potete

dire a una madre

di non guardare il figlio?

Davvero a una sorella potete

impartire l'ordine

di non guardare il fratello?

 

Prendeteci gli occhi

ma più non insegnateci, non inviateci più

tali consigli, istruzioni e ordini!

 

Forse davvero, come voi dite,

la guerra è finita! Ma per noi, nella nostra Srebrenica,

la guerra è finita appena un poco, e noi stessi, di giorno,

ci inganniamo che è così, che è finita davvero!

Ma, d’estate e d'inverno - e così da diciassette anni! - i giorni sono troppo brevi, e lunghe, troppo lunghe le notti.

 

Al primo annuncio del crepuscolo, noi i nostri portoni

col ferro rinserriamo, che non venga e non entri

colui che allora venne ed entrò, e tutto ciò che di nostro

amato e caro era - separò dalla vita!

 

Proprio lui, oggi, veglia sulla Pace a Srebrenica!

 

Come può dormire una madre di Srebrenica?

Appena chiude gli occhi, ecco la guerra alla porta, ecco

quel secondo in cui vide, sotto il coltello cetnico, separarsi

dal corpo la testa di suo figlio! Solo qualche volta, fra mille

Jasin mormorati nell’insonnia, ne ha pietà il Buon Dio! E

quando il sonno sugli occhi le posa, lei, in sogno, continua

a riunire la testa al corpo del Figlio insepolto!

 

Come possiamo vivere nel presente?

Come possiamo non guardare al passato?

 

C'è una sorella nostra, non è con noi, eppur è viva!

In una tomba ha trasformato una casa, qui a Sarajevo,

finestre non apre, non osa guardare fuori, e ancor meno

uscire in strada! Quattro figli ha perso! Se per strada un

ragazzo o una ragazza incontrasse, e le apparisse

somigliante a uno dei suoi figli - il cuore le scoppierebbe, in

quattrocento pezzi!

 

È questa la Pace?

È così che finisce la Guerra?

 

Quando tacciono

le armi di ferro

e fino al cielo grida

il cuore materno?

 

Quando il criminale

cambia la camicia

e con la nuova addosso

sotto le nostre case

e le nostre finestre

nella nostra Srebrenica

veglia sulla nostra pace?

 

Per voi il vostro è trascorso

ma per noi

il nostro passato

non è per nulla passato!

 

Né passerà

né può passare

fintanto che il cielo plumbeo

la nostra Srebrenica

di argento ricopre.

 

Fintanto che sotto il suo

cielo di piombo

l'aria plumbea

e plumbee

d'aria boccate

respiriamo e inghiottiamo

con quelli che hanno sì

cambiato la camicia

ma che il cuore sotto la camicia

e nel cuore l'odio

non hanno cambiato

né pensano di cambiare

 

Per voi il vostro è trascorso

ma per noi

il nostro passato non è passato!

 

Non fateci ritornare

non fateci ritornare

in questa fatta

di piombo

Srebrenica

 

Piuttosto

per un istante almeno

guardate dov'è che

nelle vostre anime

nei libri

si è perso un granello

di Verità e Giustizia

 

Se nel vostro cuore

un solo granello

di Giustizia e Verità

trovate

 

Del bene e d'argento

l'argentea e buona

Srebrenica

la bella -

a Srebrenica restituite!

 

Un briciolo di Giustizia

e un granello di Verità

trovate!

 

Srebrenica -

a Srebrenica restituite!

 

E noi

con l’aiuto di Dio

chi viva chi morta

subito ci ritorneremo

 

Possano

con l'aiuto di Dio

riunirsi e placarsi

tutte

di tutti i tempi

le anime di Srebrenica

 

e

così le nostre anime

afflitte e morte

 

con le anime vive

di tutti i nostri morti.

 

Per approfondire vai allo speciale Srebrenica, 15 anni dopo


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