Sussidiarietà, nuovo protagonismo degli enti locali, partenariati territoriali. Sono alcuni dei concetti che emergono da questo testo con il quale la Regione Friulia Venezia Giulia spiega perché si occupa di cooperazione. E come intende farlo

06/06/2007 -  Anonymous User

Sempre più teorie e politiche dell'aiuto allo sviluppo identificano la cooperazione con la partecipazione e la dimensione locale. Parallelamente, la capacità delle realtà locali di integrarsi nell'economia mondiale si basa sempre più su una nuova politica delle città e regioni, chiamate a competere e a cooperare internazionalmente attraverso (e sulla base dei) i propri sistemi territoriali.
La valorizzazione delle differenze e delle specificità locali diventa la chiave per cooperare e competere nella globalizzazione; da qui l'importanza dei processi di decentramento del potere politico ed amministrativo e l'affermarsi dei principi della democrazia partecipativa in gran parte dei Paesi in via di sviluppo (PVS) e il nuovo protagonismo degli enti locali nelle relazioni internazionali.

Oggi è fondamentale il ruolo giocato dalle realtà locali dei Pvs nei processi di sviluppo e nella governance del proprio territorio, cosicché diventa fondamentale, attraverso l'azione di cooperazione, l'apporto di esperienze di omologhe realtà locali di paesi avanzati.

Queste due dinamiche parallele promuovono un approccio della cooperazione allo sviluppo basato sul coinvolgimento di diversi attori (gerarchia, solidarietà e mercato), che lavorano per costruire partenariati territoriali.

I criteri che caratterizzano dunque il rapporto tra la Regione e gli altri soggetti protagonisti del sistema regionale della cooperazione internazionale sono fondati sul concetto di sussidiarietà e di partenariato.

La sussidiarietà indica che le azioni di cooperazione internazionale vengono radicate nel territorio regionale a partire dai soggetti di base, pubblici e privati, affinchè le indicazioni, le priorità, le risorse del FVG si possano integrare valorizzando tutte le competenze.

Il partenariato costituisce il modo di interagire più proprio in materia di cooperazione fra tutti questi soggetti per la sostenibilità e la durabilità delle azioni progettuali. La Regione favorisce quindi la nascita e lo sviluppo di veri e propri partenariati territoriali, capaci di concepire e realizzare progetti comuni di sviluppo del territorio attraverso la partecipazione strutturata e sistematica delle sue diverse componenti.

Risulta quindi strategico il rafforzamento delle capacità del territorio regionale attraverso un continuo coinvolgimento dei soggetti portatori di competenze ed esperienze significative, in grado di realizzare un approccio progettuale di tipo integrato.

Per superare eventuali approcci solidaristici, la cooperazione decentrata va concepita e programmata come una strada a doppio senso; senza che ci sia un chi dà e un chi riceve. Vanno valorizzati i saperi dei paesi del sud, le conoscenze, le esperienze particolarmente in ambito partecipativo, e fatti diventare azioni specifiche.

La Regione, mantenendo fede ai principi della cooperazione sanciti con la Legge Regionale 19/2000, attua il Programma regionale della cooperazione allo sviluppo ed il partenariato internazionale tramite due Servizi regionali:
- Servizio Rapporti Internazionali e Partenariato Territoriale, il quale cura i rapporti con le autorità territoriali dei Paesi extra europei e promuove il tema dello sviluppo locale attraverso la realizzazione di partenariati territoriali.
- Servizio politiche della pace, solidarietà e associazionismo, il quale formula, gestisce e svolge l'istruttoria delle attività di sostegno alle attività di cooperazione allo sviluppo proposte dai soggetti del territorio (BANDO), promuove e sostiene la sensibilizzazione e la formazione nel campo dei diritti umani e della solidarietà internazionale.

Al fine di favorire il coordinamento degli interventi e la programmazione degli stessi per area geografica, nonché per coordinare il reperimento delle risorse finanziarie e la partecipazione ai programmi di cooperazione delle organizzazioni internazionali, il Servizio rapporti internazionali e partenariato territoriale ha inteso promuovere i c.d. "Tavoli di concertazione" (art. 10, L.R. 19/00).
I soggetti della cooperazione internazionale in FVG sono chiamati, in tal senso, ad operare prioritariamente per programmi di area geografica. Si ritiene infatti che la definizione di strategie condivise a livello di area possa favorire l'interazione e la sinergia fra i diversi soggetti regionali, oltre al miglioramento della qualità degli interventi in un Paese.

Le linee strategiche della cooperazione 2004-2006 - Servizio rapporti internazionali e partenariato territoriale, sono dunque specifiche per ciascuna delle quattro aree geografiche di intervento individuate: Sud Est Europa, Bacino Sud Mediterraneo, Federazione russa - Nuovi Stati Indipendenti, America Latina.

Rispetto al Sud Est Europa, per sfruttare le potenzialità di un'area così prossima ai confini regionali, il Tavolo regionale sud est europeo deve essere in grado di confrontarsi con le principali criticità e difficoltà proprie della cooperazione decentrata: rischio di eccessiva frammentazione degli interventi, di scarso collegamento con i processi di livello nazionale e di limitato impatto complessivo degli interventi.

Rispetto a tali elementi, una prima principale sfida per la cooperazione decentrata regionale riguarda la necessità di fare sistema rispetto al proprio agire nei territori del sud est europeo.

Le esperienze in atto a livello regionale indicano che i settori maggiormente rilevanti per il sistema regionale della cooperazione sono quattro, e riguardano rispettivamente:
- la riforma della pubblica amministrazione: si tratta di formare la capacità amministrativa necessaria per la corretta gestione ed utilizzo dei fondi comunitari. Sono quindi da promuovere i progetti inerenti la formazione del personale, con particolare riguardo anche per la formazione nel settore delle politiche di sviluppo locale (es. pianificazione urbanistica; sportelli unici per le imprese, ecc..);
- l'attività di promozione e di sviluppo del sistema di PMI: dato l'interesse dei paesi dell'area di consolidare la riforma economica in atto, il graduale allineamento con le regole di mercato interno e con il quadro normativo comunitario agevolerà gli scambi commerciali ed attirerà gli investimenti. Simmetricamente il sistema imprenditoriale regionale si potrà confrontare con un mercato allargato e nuove occasioni di crescita;
- la tutela dei cittadini, dei minori e la politica sociale: in alcuni paesi questo tema continua a rappresentare una delle priorità strategiche. Come tale, esso dovrà essere affrontato pensando al rafforzamento della capacità istituzionale ed amministrativa delle autorità locali, con il fine ultimo di migliorare la programmazione e la gestione delle politiche di inclusione sociale;
- gli interventi di tutela in materia di ambiente: in questo settore occorre valorizzare al massimo il ruolo delle public utilities, con particolare riguardo per i servizi inerenti la fornitura d'acqua ed il suo trattamento, unitamente alla gestione dei rifiuti solidi urbani e di carattere industriale e la promozione dell'uso di fonti di energia rinnovabile.


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