Non lo scrorderò mai

Ero a Roma. Erano giorni di telefonate intense con i miei genitori che mi rassicuravano non sarebbe sucesso niente.Poi, il 24 di marzo, ho sentito la radio in un negozio che diceva che gli aerei sono partiti da Aviano. Dicevo solo :"Dio, fai che non lo devo vedere come in video game, signore, fai che non sarà come in Iraq, fai che non sarà come in Iraq....Poi sono arrivata a casa e in Tv, al telegiornale, ho visto il mio quartiere di Belgrado che brillava dal deposito di petrolio bombardato. Guardavo amutolita, stavamo tutti a guardare muti, le lacrime scendevano, i fotogrammi cambiavano, i funghi crescevano rossi infuocati e spargevano veleno.
Ho chiamato mio padre per dirgli che lo amavo. Non glielo avevo mai detto. La solitudine atroce di un essere umano circondato dagli individui indiferenti per i quali la guerra alla Serbia era solo una notizia sul telegiornale. Il desiderio di stare con la mia gente, nel mio di paese, insieme. Sono partita.