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peraltro scadenti, corruzione e sprechi; d) questioni nazionali non risolte si sommavano al mancato rispetto dei diritti dell'uomo; e) l'istituzione forse più jugoslava era l'esercito, caro a Tito, che però era altamente ideologizzato (comunista) nelle alte sfere e non era disposto ad accettare la democrazia (uno dei nemici della Jugoslavia socialista); f) sebbene i comunisti jugoslavi (Tito & company) considerassero i nazionalismi un tabù e li combattessero (Maspok), d'altro canto li fomentarono, esaltando le nazioni e le minoranze della Jugoslavia (rotazione delle cariche), come s'è visto in Bosnia con "l'etnia musulmana" ed in Macedonia. Infatti nella SFRJ il potere nelle istituzioni dello Stato e del partito era suddiviso in quote in base alle etnie (da lì l'importanza dei censimenti).
Direi che la SFRJ, così com'era, non può essere un modello da seguire per l'Unione Europea di oggi. Sebbene l'UE non sia, forse, molto coesa al suo interno, la SFRJ lo era ancor meno e la conflittualità tra le elites al potere nelle repubbliche era elevata. La Slovenia desiderava una Jugoslavia confederale con ampie autonomie, la Serbia una Jugoslavia federale ed uno stato centralizzato. Si sa come è andata a finire. Nell'UE perlomeno chi vuole aderire ad un patto più stretto lo può fare, gli altri possono mantenere vincoli più allentati. Il Regno Unito non vuole l'euro, ma non per questo dichiara la secessione; i Paesi dell'eurozona non inviano l'esercito europeo (che non c'è) ad occupare