11 ottobre 2011

di Gennaro Tedesco
casa editrice: Spolia
anno di pubblicazione: 2010
collana: Studi medievali
pagine: 164
prezzo: 21,00 euro
pubblicazione acquistabile attraverso le librerie on line: www.ebooksitalia.com e http://store.torrossa.it/ftp

La ricognizione sulla storiografia e sulla cronachistica bizantine riguardanti l'Italia meridionale e Roma offre una significativa prospettiva delle scelte politiche e storiche intraprese da Bisanzio.

La presente monografia individua ed indaga approfonditamente, attraverso l'analisi della produzione storiografica, quattro periodi, nei quali si manifesta da parte di Bisanzio un grande interesse nei confronti dell'Italia: l'età giustinianea (secolo VI), la prima età macedone (secolo IX – metà secolo X), la seconda età macedone (metà secolo X – secolo XI, ossia gli storici dopo Costantino Porfirogenito) e l'età comnena (secoli XI – XII).
Il quadro dell’Italia meridionale peninsulare che ne scaturisce è quello di un'area strategica fondamentale nel complesso ed estenuante gioco diplomatico, militare e geopolitico dell’Impero Romano d’Oriente.
Questa area si configura come lembo estremo dell’Occidente bizantino. Con alterne vicende il pendolo del potere bizantino si orienta sempre più verso le rilevanti e importanti regioni microasiatiche d’Oriente, mentre la provincia bizantina d’Italia, ovvero l’estremo Occidente bizantino almeno fino all’XI secolo, continua ad assumere e a svolgere un ruolo sempre più dinamico nella prospettiva globale e mediterranea dell’Impero romano d’Oriente. Se l’Oriente rimane il caposaldo strategico dell’Impero romano d’Oriente, l’Occidente italo-meridionale, esclusa Venezia, che percorrerà una sua via divergente, rimane l’unico e ultimo baluardo occidentale dell’Impero.
L’Italia meridionale peninsulare, diviene la sentinella avanzata, l’osservatorio privilegiato e la piattaforma mobile e strategica di Bisanzio da cui lanciare e sviluppare qualsiasi iniziativa diplomatica e militare nei confronti di intrusi nord-europei o arabo-africani in cerca di conquiste. La posizione centrale nel Mediterraneo della provincia italo-meridionale consente ai Romani d’Oriente di sbarrare il passo a qualsiasi tentativo di aggressione egemonica tendente al monopolio del bacino del Mediterraneo e soprattutto delle sue rotte marittime.
Durante il Medioevo e fino all’XI secolo, malgrado intrusioni longobarde, franche, arabe e normanne, la grecità del Sud non solo conservò la sua lingua, il greco, il suo rito religioso, quello greco-ortodosso e le sue tradizioni e istituzioni romano-orientali, ma sperimentò e aggiornò le sue strutture economiche e amministrative all’ombra possente del Basileus costantinopolitano.

 

Gennaro Tedesco, laureato in Lettere Classiche e Filosofia presso l'Università degli Studi di Salerno, è attualmente ricercatore presso ANSAS-NTL-MIlano