Media in Moldavia

La lettera I di uno speciale abecedario, dedicato ai 25 anni dall'indipendenza della Moldavia. La Moldavia viene classificata come “paese parzialmente libero” nel Press Freedom Index relativamente alla libertà di stampa. Una rielaborazione del report sulla libertà di stampa in Moldavia, gentilmente concessoci dall'IJC (Independent Journalism Center)

19/12/2016 -  Francesco Brusa

Nel novembre 2015, attraverso la promulgazione di una legge sulla trasparenza, è stata resa pubblica una situazione che era comunque ufficiosamente nota da tempo: su 5 emittenti televisive che trasmettono su scala nazionale (Publika, Prime, Canal 2, Canal 3 e Accent TV), 4 (a eccezione di Accent TV) appartengono al politico e uomo d'affari Vlad Plahotniuc che oltretutto possiede anche numerose stazioni radio. A Plahotniuc si aggiungono poi il deputato del Partito Democratico Chiril Luchinschi, che possiede i due canali TV7 e Bravo e l'uomo d'affari fuggito all'estero dopo le accuse di frode bancaria Victor Topa, proprietario di Journal TV.

Si tratta di un'evidente condizione di monopolio/oligopolio, la quale si inserisce poi in un più generale contesto di forte influenza sui media da parte della classe politica. Tale influenza è possibile proprio perché in Moldavia i canali di informazione sono economicamente dipendenti dalla politica e questo conduce a un clima per cui numerosi media agiscono praticamente da portavoce di determinate fazioni politiche o direttamente dei loro proprietari.

L'attitudine si acuisce durante le campagne elettorali, in special modo locali: ecco anche perché nel 2015 la Moldavia ha perso posizioni nella classifica del Press Freedom Index. Lo scorso anno è stato infatti caratterizzato da una forte instabilità politica, che ha visto avvicendarsi tre governi in un lasso di tempo molto breve. Andando nello specifico delle ultime tornate elettorali, è possibile notare come le emittenti nazionali Prime TV e Canal 2 abbiano favorito il Partito Democratico mentre Accent TV ha appoggiato soprattutto il Partito Socialista riservando aspre critiche al Partito Liberale. A questo si aggiunge il fatto che la maggior parte dei membri del Consiglio di Coordinamento delle Trasmissioni (BCC) nonché del Consiglio di Supervisione (SB) e delle emittenti pubbliche di Teleradio-Moldova (TRM) è stata nominata dal Parlamento sulla base di criteri politici.

Tale quadro si inserisce in un contesto in cui la televisione rimane il mezzo di informazione privilegiato dalla popolazione, soprattutto al di fuori della capitale.

Tuttavia, il settore relativo all'informazione on-line è in crescita e vede anche la creazione di numerosi blog indipendenti. Anche in questo ambito però sono state rilevate controversie: il 30 marzo 2016 è passato un disegno di legge che potrebbe aprire la strada ad attività censorie relative a internet. Si tratta di misure che hanno come obiettivo la lotto contro la pedo-pornografia e il cybercrimine ma che potrebbero secondo alcuni esperti condurre alla chiusura di siti d'informazione politicamente scomodi e al controllo inopportuno di mail e messaggi privati.

Inoltre, un problema pressante è rappresentato da una larga presenza di “propaganda straniera” nello spazio audiovisivo moldavo. In assenza di una specifica legislazione, alcuni canali russi ritrasmettono i propri programmi sulle frequenze moldave, facendo spesso esplicita propaganda per i candidati vicini alla Federazione russa.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto


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