I paesi europei chiudono i confini, interrompendo la cosiddetta rotta balcanica, e Atene si trova in piena emergenza. Secondo il ministro ellenico per gli Affari Europei Nikos Xydakis il punto di partenza è il dialogo con Ankara
La riunione degli stati balcanici con l'Austria del 24 febbraio scorso – dalla quale è stata esclusa la Grecia - nella quale si è discusso della crisi dei rifugiati ha destato giustamente scalpore ed è stata definita senza mezzi termini dal ministro degli Esteri greco come “un tentativo del governo austriaco di minare gli sforzi per giungere ad una soluzione europea”.
La Turchia ha iniziato a ricevere i primi rifugiati siriani nel 2011. In questi cinque anni il numero dei rifugiati ospitati nel paese è cresciuto vertiginosamente sino ad arrivare agli attuali 2 milioni e mezzo. La gestione della crisi da parte turca e gli accordi con l'UE
Un immobile saliscendi di terra rossa, alberi bassi e rocce bianche. L'Albania guarda al suo confine meridionale con apprensione: si dice pronta ad accogliere eventuali rifugiati ed allo stesso tempo aumenta i pattugliamenti. Un reportage
I primi arrivi di rifugiati a Lesbo risalgono al 2010. Furono poche decine di persone. Poi ne iniziarono a giungere a centinaia. L'Unhcr ha dichiarato che dall'inizio del 2016 sono 77,845 i rifugiati approdati sull'isola.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, il Parlamento Europeo richiama l'attenzione sulla condizione femminile nell'ambito delle migrazioni forzate e promuove l'adozione di una prospettiva di genere nei diversi ambiti delle politiche d'asilo.
Nell'attesa del summit di oggi tra Ue e Turchia i rifugiati ad Idomeni, al confine greco-macedone, continuano ad arrivare e a rimanere fermi per giorni in condizioni drammatiche. Reportage
La Croazia è intenzionata ad inviare l'esercito a presidiare i confini per far fronte alla crisi rifugiati. L'annuncio fatto mercoledì scorso dal primo ministro Tihomir Orešković ha suscitato le reazioni delle associazioni che nel paese si occupano di diritti umani e che denunciano la decisione come “incostituzionale” e “pericolosa per i cittadini croati”.