Nova Gorica vista con gli occhi di giovani studentesse di Gorizia (Tratto da Isonzo Soča, n.70-71, novembre-dicembre 2006 - gennaio 2007)

29/02/2008 -  Anonymous User

In una mattina di novembre abbiamo partecipato, io e altri tre ragazzi accompagnati da uno dei nostri professori, come rappresentanza dell'Istituto e, mi permetterei anche, dell'intera rete scolastica goriziana, ad un'iniziativa d'interculturalità molto interessante.

Siamo stati invitati a visitare alcuni dei "capisaldi" della città di Nova Gorica: la scuola superiore (Il "ginnasio"), gli uffici della società HIT (che nella sola città slovena oltre al famoso casinò PERLA gestisce anche alcuni ristoranti ed hotel), l'archivio storico della città e dopo una capatina al famoso TEATRO di Nova Gorica , abbiamo visitato, seppur brevemente, l'immensa biblioteca della città.

La cosa che maggiormente ha colpito la mia attenzione non sono state la simpatica ostentazione delle recenti strutture (come per esempio l'impianto sportivo del Ginnasio sloveno che ospita tra l'altro un teatro, una classe informatica, una classe multimediale per gli audiovisivi, etc), o il grande senso civico degli sloveni, ma è la visione stessa della modernità, di cui si è da pochi anni intrisa la città, in lieve contrasto con il passato della stessa: due epoche che collidono in una piccola città.

Ed è meraviglioso notare come a parte tutte le recenti innovazioni che piano piano sgretolano gli ultimi brandelli di questo crollato e innominato "confine" (che non più territorialmente ma purtroppo ancora in buona parte mentalmente sopravvive ... pure tra i giovani) il popolo sloveno stia tentando di valorizzare la sua cultura, la sua impostazione storica e sociale mantenendo un occhio di riguardo per la città vicina che mi auguro diventi sempre più amica: Gorizia.

Attività di questo genere andrebbero fatte più spesso coinvolgendo i tanti giovani e non solo di una città, ma di entrambe, facendo convogliare i loro interessi comuni, e insegnando loro il profondo e magnifico valore del rispetto culturale e personale.

Silvia Balduit - classe 5AS Liceo Sociopsicopedagogico - ISIS "Dante Alighieri" Gorizia

Assieme a due compagni di scuola, il professore e un gruppo di giornalisti mi siedo su un piccolo autobus bianco dal quale, partiti da Piazza Vittoria, saremmo scesi alla stazione di Nova Gorica.

Nei pochi minuti di viaggio osservo dal finestrino il panorama, a me, tutto sommato, già noto.
Dall'età di otto anni, quando con la famiglia mi sono trasferita in Italia, Nova Gorica è stata lo sfondo di diversi weekend passati con i cugini, nati e cresciuti in questa piccola città di confine.

La pulizia, gli spazi verdi, le strade larghe, i colori chiari delle costruzioni ed il sentir parlare una lingua che, seppure sconosciuta, suonava alle mie orecchie più familiare, erano le cose che mi affascinavano da bambina. Certo, non sapevo cosa fosse la guerra fredda, come e perché la Jugoslavia si fosse frantumata in così pochi anni, né sapevo quale ruolo la città avrebbe assunto con il suo ingresso nell'UE nel 2004 e che ruolo assumerà nel 2007 con la ratifica del trattato di Schengen.

Non essendo né italiana, né slovena, forse non avrei mai dovuto percepire la taciuta (ma non sempre) antipatia degli occidentali goriziani e di provincia verso gli sloveni. Non è, però, così. Infatti, serbi, croati, bosniaci e "tutti quelli lì" sono denominati con il termine generico di "slavi", in aggiunta, molto spesso, ad un tono quasi dispregiativo. Così anch'io finisco, mio malgrado, per entrare nella categoria, salvo poi scoprire sui muri di Nova Gorica lo stesso pregiudizio riversato sulla mia gente.
Quello che ho trovato interessante analizzare scendendo dall'autobus e cominciando con la visita sono gli elementi che fanno di Nova Gorica una città del passato e quali sono, invece, quelli che ne fanno una giovane città dell'UE.

Ascoltando parlare il preside del polo liceale in un'aula-teatro, mi accorgo che l'edificio che la ospita è in gran parte nuovo, moderno e attrezzato da far invidia alla maggior parte delle scuole goriziane; l'organizzazione degli studi è ancora tipicamente est-europea.

L'indirizzo linguistico ha ancora il russo tra le varie lingue da scegliere. A scuola si parte un anno più tardi, il liceo è concluso dopo quattro anni di studi e il sabato è escluso dalla settimana scolastica.

Fra i lineari edifici comunisti, risalenti al tempo di Tito, fondatore nel '47 della città, spiccano le imponenti strutture ospitanti famosi casinò, alberghi e ristoranti. Il nome che spicca è certamente quello della catena hit.

La nostra visita si conclude con la grande e attrezzata biblioteca di Nova Gorica. Ancora una volta, tra i libri nuovi di zecca ed il materiale multimediale, mi saltano agli occhi titoli serbi e russi con mensole intere dedicate a Tito, Marx, Stalin...

Ancora una volta il profumo della nuova Europa si mescola con quello dell'est, che in me (nonostante tutto) provoca sempre un'emozione speciale.

Danka Josić - classe 4AS Liceo Sociopsicopedagogico - ISIS "Dante Alighieri" Gorizia


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