la verità riemerge nuovamente?


l'autore di questo articolo sposa la tesi della "pulizia etnica" in Istria dopo la vittoria partigiana.
Pulizia etnica CHE NON C'E' MAI STATA!

Ecco una testimonianza apparsa oggi sul quotidiano di Trieste.
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pubblicato su "Segnalazioni" de Il Piccolo di lunedì 14 marzo 2005

Uno schiaffo alla storia

Come milioni di persone, sebbene in ritardo, anch'io ho visto "Il cuore nel pozzo"; tecnicamente
un disastro. Verso la fine del film appare un un ufficiale del Regio Esercito italiano in tutta
efficienza con mostrine e stellette. «Uno schiaffo alla storia»!
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, non esisteva più l'esercito italiano, a migliaia gli
sbandati ritornavano a piedi dalla Dalmazia e dall'Istria, ma venivano quasi tutti presi dai
tedeschi e inviati nei campi di concentramento. Ma a casa nostra, come del resto, avevano fatto
anche altre famiglie, abbiamo nascosto un soldato italiano.
Il nostro ospite meridionale da noi si trovava abbastanza bene, ci aiutava in molti lavori ed era
anche bravo; ma un giorno degli aerei tedeschi lanciarono dei manifestini sui quali era scritto
che le fiamiglie che tenevano nascosti soldati italiani in casa appena scoperte venivano fucilate.
Mia madre era piena di paura e non sapeva cosa fare ma dopo una lunga riflessione il nostro
ospite per non metterme in pericolo le vite di chi lo ospitava decise di arruolarsi nella milizia
fascista che appena si stava formando.
Però nel mese di luglio 1944 il nostro «talian» si sposò con la sorella più giovane di mia madre,
cioè mia zia, la quale già da qualche mese era incinta.
Per n buon po' di tempo hanno abitato con noi e dormivano nella camera con mia nonna, ma appena
terminata la guerra proprio quando arrivarono i partigiani con il figlio che nel frattempo era
nato andarono ad abitare in Istria in una delle case lasciate vuote dagli esuli istriani, dove
sono rimasti per quattro anni.
Allora non riesco a capire come mai le autorità jugoslave cacciavano gli istriani perché italiani
per poi accoglierne altri (mio, ormai, zio, che non era l'unico) ancora più italiani e non
italianizzati, addirittura ex milizia fascista come mio zio, e un altro sempre del nostro rione
ex Decima Mas, che anche lui andò ad abitare da quelle parti.
Una delle tante menzogne che ho sentito a riguardo di quel film è anche quella del ministro
Tremaglia (probabilmente male informato poiché mi sembra una persona onesta) che bastava parlare
italiano per finire nelle foibe.
Invece io dico che i titini «infoibatori» nelle riunioni e nelle assemblee dopo qualche parola
iniziale in sloveno parlavano italiano poiché lo sloveno non tutti lo conoscevano; dunque
se chi parlava in italiano finiva in foiba avrebbero dovuto gettarsi anche loro stessi.

Aldo Biecar