22 luglio 2009

Alla XIII edizione di 'Le vie dell'Amicizia', Riccardo Muti in concerto a Sarajevo. In platea gli abiti confezionati dal 'Centro per le Donne di Breza', nell'ambito di un progetto di cooperazione realizzato dalle italiane Re.Te. e CESVI

Fonte: CESVI

Lo scorso 13 luglio in diretta dall'Olympic Hall Zetra di Sarajevo, si è tenuta la tredicesima edizione "Le vie dell'Amicizia", i viaggi musicali del Ravenna Festival che dal 1997 portano messaggi di pace e fratellanza tra i popoli del Mediterraneo. Dopo tredici anni, il "viaggio" musicale torna a Sarajevo, la città da cui il progetto prese avvio e dove ancora una volta il maestro Riccardo Muti ha diretto l'orchestra e il coro del "Maggio musicale fiorentino" in un concerto trasmesso da Raiuno con commenti e interviste a cura di Bruno Vespa e mandato in diretta da Radio RAI 3 Suite.

La decisione di aprire il concerto sulle note dell'Eroica di Beethoven ha avuto una ragione precisa, ha dichiarato il Maestro Muti: "La scelta di ripetere questa sinfonia all'edizione del 2009 non è casuale e di importanza simbolica. Nel 1997 la Sinfonia aveva risvegliato tristezza e speranza mentre oggi, con la Sarajevo rinata, sono sicura che risveglierà sentimenti eroici. Sarajevo è una delle tappe più importanti del lungo viaggio nel mondo di 'Vie dell'Amicizia', ed è per questo che ho deciso di tornare". Tutti i proventi del concerto verranno donati a organizzazioni e associazioni locali che si occupano di assistenza a minori con bisogni speciali. La distribuzione dei fondi avverrà nei seguenti settori: il sostegno scolastico di bambini orfani; percorsi di musicoterapia e acquisto di strumenti musicali per minori con bisogni speciali.

Alla serata sono stati presentati anche 16 abiti di alta moda della collezione creata da "Etno Radionica - Etno Laboratorio", atelier di produzione di moda ispirata a modelli tradizionali bosniaci, creata dall'associazione "Centro per le Donne" di Breza, nell'ambito di un progetto realizzato dalle ONG Re.Te. di Torino e dall'ONG Cesvi di Bergamo, finanziato dalla Cooperazione Italiana.

Sotto la guida della stilista Larija Tatar, originaria di Breza, formatasi a Roma e Sarajevo e oggi attiva a Zagabria, 39 socie dell'associazione sono state riunite in questo laboratorio di creatività applicata alla moda che ha realizzato la sua prima collezione primavera-estate "Ne klepeci nanulama" - non produrre scalpiccio con le nanule (pantofola tipica) -, passo tratto da una canto tradizionale bosniaco.

Alcuni abiti realizzati dal Centro Donna di Breza

Ogni capo è stato realizzato dalle donne, coinvolte in ogni fase della lavorazione, dall'elaborazione dei modelli al taglio fino alla realizzazione dei capi, decorati con ricami tradizionali e maglierie realizzate completamente a mano. La collezione, indossata in anteprima in occasione del ricevimento dell'ambasciata d'Italia a Sarajevo per la Festa della Repubblica il 2 Giugno scorso, e presentata in una sfilata stasera a Breza, sarà commercializzata principalmente sul mercato bosniaco e il ricavato andrà a sostegno della realizzazione della prossima collezione autunno-inverno e di future attività del "Centro per le donne di Breza".

Questa piccola impresa femminile è una delle attività economiche locali sostenute dal progetto realizzato da Re.Te. e Cesvi per favorire l'occupazione di giovani e donne a Breza - cittadina della Bosnia-Erzegovina a 30 chilometri da Sarajevo - attraverso fondi di microcredito e l'apertura di un Centro di orientamento al lavoro. Le attività di sostegno alle donne, legate al Centro, si sono concentrate sul sostegno dell'artigianato femminile, in particolare quello legato alla realizzazione di tessuti e di vestiti, attraverso la fornitura di macchinari e la formazione professionale alle donne. Il progetto in modo più ampio vuole migliorare la tutela ambientale e sanitaria a Breza attraverso il rafforzamento del controllo della potabilità dell'acqua, la promozione della raccolta differenziata, la creazione di un parco cittadino scientifico-didattico con le scuole. Inoltre è prevista la formazione di insegnanti di materie scientifiche, l'installazione di serre per produzioni orticole, accompagnata dalla realizzazione di un Centro di Confezionamento per i prodotti e dall'apertura di un apposito punto vendita.