5 febbraio 2010

L'assessore Massimo Toschi, intervenuto di recente ad un seminario a Firenze, ha ribadito la volontà della Regione Toscana di creare sinergie concrete tra cooperazione e processi di internazionalizzazione

Fonte: Regione Toscana

Il rapporto tra cooperazione e processi d'internazionalizzazione è stato l'argomento di un seminario che si è svolto lo scorso 3 febbraio nella sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, organizzato dall'assessorato regionale per la Cooperazione internazionale. Un tema di grande attualità che ha visto un importante lavoro della Regione Toscana in particolare con il varo nel 2009 della nuova Legge "Quadro" sulle attività internazionali (Legge Regionale n. 26/09 "Disciplina delle attività europee e di rilievo internazionale della Regione Toscana"). Uno strumento con il quale la Regione ha riordinato il quadro legislativo esistente, ma ha anche previsto strumenti di programmazione e logiche di organizzazione e integrazione.

All'appuntamento del 3 febbraio si sono ritrovati Massimo Toschi - assessore regionale per la Cooperazione internazionale, Nicola Bellini - direttore dell'Irpet, Stefano Giovannelli - direttore di Toscana Promozione, studiosi ed addetti ai lavori del mondo delle imprese, delle associazioni e delle cooperative.

«Con questa iniziativa - ha spiegato Toschi - vogliamo verificare se esistono le possibilità d'integrazione tra la cooperazione e i processi d'internazionalizzazione. Un processo che punta in particolare sulla Cina ma anche sul Mediterraneo e l'Africa». L'assessore Toschi ha aggiunto che «non si può ridurre il colosso cinese al "problema Prato". Rappresenta invece una grande risorsa che deve coinvolgere la Toscana e tutto il Paese a patto che si instaurino nuovi e più stretti rapporti dove il nostro sia un ruolo attivo e non di sola difesa». Nicola Bellini direttore dell'Irpet ha sottolineato che bisogna sostituire le "politiche dell'internazionalizzazione" con "l'internazionalizzazione della politica" con una forte integrazione con gli aspetti socio-culturali, l'integrazione e la necessità di avere il sostegno di un soggetto istituzionale.

Stefano Giovannelli direttore di Toscana Promozione ha puntato invece l'accento su un nuovo modello di internazionalizzazione. «Sarebbe necessario avviare un processo - ha sottolineato - per arrivare ad un posizionamento competitivo che comprenda non solo le imprese ma il sistema nel suo complesso e che punti sulla conoscenza con al primo posto la creazione di una università di eccellenza». Un messaggio che punta al colosso cinese ma anche all'area mediterranea. «Dobbiamo rivedere i nostri rapporti con questi paesi - ha detto sempre Giovannelli - in particolare creando sinergie tra i nostri sistemi territoriali, di imprese, università e associazioni».