9 febbraio 2006

Il progetto Memoria, avviato dalla Provincia autonoma di Trento attraverso il Museo storico, sbarca in Romania per essere adottato come modello storico-etnografico da una delle più prestigiose istituzioni storico e cultuali del paese, il Museo Tarii Crisurilor di Oradea

Fonte: Provincia Autonoma di Trento
La direzione del museo romeno ha infatti scelto il Museo storico in Trento quale partner privilegiato nel progetto Memoria che il mondo accademico romeno intende promuovere nella provincia del Bihor. L'accordo è stato raggiunto nel corso della visita della delegazione trentina, guidata dall'assessore provinciale alla cultura Margherita Cogo e di cui facevano parte il direttore del Museo storico in Trento, Giuseppe Ferrandi, e docenti dell'Università degli studi di Trento. A breve, il direttore del Museo Tarii Crisurilor di Oradea, Aurel Chiriac, sarà in Italia e incontrerà il collega Ferrandi, per avviare sul piano operativo l'intesa storico-scientica. "L'accordo tra i musei trentino e romeno - ha sottolineato l'assessore provinciale Cogo - rappresenta un riconoscimento importante perché sancisce anche sul piano scientifico la bontà dell'impianto e la qualità dei risultati del progetto Memoria avviato dalla Provincia autonoma di Trento". L'assessore provinciale alla cultura ha voluto anche ringraziare Maurizio Passerotti, imprenditore trentino con interessi in Romania, che nella veste di fondatore e presidente del Circolo culturale italiano di Oradea, ha organizzato gli incontri con le autorità e il mondo accademico romeni. Nel corso della trasferta romena, è stata discussa, tra docenti trentini e il rettore dell'Università di Oradea, Teodor Traian Maghiar, l'ipotesi di una collaborazione tra i due atenei nel settore della tutela dei beni storico-artistici e del patrimonio documentaristico della provincia di Bihor. La visita delle delegazione trentina a Oradea è stata l'occasione per seguire anche la conferenza sulla criminalità organizzata nel Sud Est Europa, tenuta da Paolo Sartori, dirigente della polizia di Stato, di origini trentine, già a capo della squadra mobile di Trento e dal 1999 alla guida dell'ufficio Interpol per la Romania, Moldavia e Ucraina,.

La delegazione trentina, guidata dall'assessore provinciale alla cultura Margherita Cogo, ha visitato la città di Oradea e la provincia del Bihor, in Romania. La trasferta è stata organizzata dall'assessorato provinciale alla cultura e vi hanno preso parte, tra gli altri, il direttore del Museo storico in Trento, Giuseppe Ferrandi, i docenti Roberto Togni (Museografia), Annalisa Pedrotti (Paleontologia) e Matteo Taufer (latinista e cultore della lingua romena) della Facoltà di Lettere dell'Università degli studi di Trento. La presenza nella provincia di Bihor e nel suo capoluogo Oradea della delegazione trentina è stata l'occasione per un incontro con le principali autorità romene sulle prospettive di sviluppo di progetti culturali e scientifici in Romania, a 15 anni dalla caduta del regime totalitario di Nicolae Ceausescu.

L'assessore provinciale alla cultura, Margherita Cogo, ha incontrato il prefetto della Provincia del Bihor, Ilie Bolojan, il sindaco di Oradea, Petru Filip, il presidente della Provincia di Bihor, Alexandru Kiss, il rettore dell'Università di Oradea, Teodor Traian Maghiar, e il direttore del Museo Tarii Crisurilor di Oradea, Aurel Chiriac. L'assessore Cogo ha ricordato le potenzialità del modello autonomistico del Trentino, in grado di sviluppare modelli di sperimentazione scientifica: "La Provincia autonoma di Trento è oggi qui, accanto e a sostegno dei propri rappresentanti del mondo accademico e culturale, in una logica che passa sì attraverso le regole internazionali ma anche attraverso lo scambio di esperienze, culture e rapporti istituzionali. Se vogliamo che tali rapporti siano durevoli, dobbiamo dotarci di poche, chiare regole, e lavorare affinché i rapporti tra Trentino e la provincia di Bihor si consolidino".

Un'impostazione, quella dell'assessore Cogo, condivisa dalle autorità locali e dal mondo accademico romeno. Il prefetto della provincia di Bihor ha ripreso l'impostazione dell'assessore Cogo, sottolineando "la qualità dei rapporti tra istituzioni italiane, e in particolare trentine, con i partner culturali e le istituzioni romene". L'interesse a una nuova stagione dei rapporti culturali tra Italia e Romania è stato espresso dal rettore dell'Università di Oradea, Maghiar: "I nostri docenti avvertono la necessità di un'apertura verso l'esterno, entro cui sviluppare contatti con altre realtà accademiche. E' importante che i nostri partner, anche istituzionali, richiedano un quadro di riferimento preciso perché ciò concorre a far crescere una nuova cultura". Maghiar ha ribadito l'interesse per le relazioni italoromene: "Gli scambi con gli atenei italiani sono molto intensi. La nostra è una provincia cresciuta sulla spinta di una forte tradizione accademica". La professoressa Annaluisa Pedrotti e il professor Roberto Togni hanno discusso con il rettore romeno circa la possibilità di scambio di studenti tra i due atenei - un progetto che dovrà in ogni caso trovare un preciso quadro di riferimento - e della possibilità di una collaborazione a tutela dei beni e del patrimonio documentaristico, conservato negli archivi delle istituzioni di universitarie e museali di Oradea. L'università di Oradea - istituzione universitaria tra le più importanti della Romania, con oltre 35 mila studenti - vanta rapporti consolidati con atenei italiani (Torino, Firenze, Roma e Udine) e dallo scorso anno ha sottoscritto un'intesa con l'Università degli studi di Trento. L'assessore Cogo ha illustrato al rettore Traian Maghiar la possibilità di avviare dei corsi in grado di offrire agli studenti la doppia laurea, e ha confermato la fattibilità di accordi che prevedano lo scambio di studenti nell'ambito dei progetti Erasmus e Socrates.

Il Centro culturale italiano di Oradea

Nel pomeriggio di giovedì, l'assessore provinciale alla cultura, Margherita Cogo ha visitato il Centro culturale italiano presso la Facoltà di medicina dell'Università di Oradea. Con lei era presente il presidente, Maurizio Passerotti. Quest'ultimo, imprenditore trentino da anni presente in Romania, è la persona che più di tutte si è impegnata per l'apertura del centro che si propone di diventare l'anello di collegamento tra l'Italia, e in particolare il Trentino, con la regione romena del Bihor. Passerotti è stato insignito di recente della laurea honoris causa in marketing proprio presso l'Università di Oradea.: "La Romania è il paese dell'area dell'Est Europa che vanta maggiori legami storici e culturali con l'Italia. La stessa lingua ha una radice latina, lasciata dagli antichi romani che fecero della Romania l'ultima colonia conquistata dall'impero. L'Università di Trento ha stretto lo scorso anno dei rapporti di scambio e collaborazione con l'ateneo di Oradea. Il Centro si inserisce dunque in un contesto favorevole, che vede tra l'altro migliaia di imprenditori italiani impegnati in questa terra. I rapporti tra il Trentino e la Romania erano attivi fin dai secoli scorsi - ha ricordato Passerotti -. Emigranti trentini si trasferirono in Romania due secoli fa: le tracce sono negli archivi storici e nei cognomi trentini che i discendenti portano ancora oggi".

La cultura, strumento di scambio tra territori: il progetto Memoria

L'agenda di incontri ufficiali dell'assessore Cogo prevedeva anche la visita al museo "Tarii Crisurilor". Accompagnata dal direttore del Museo storico in Trento, Giuseppe Ferrandi, e dai docenti universitari Togni e Pedrotti, l'assessore Cogo ha discusso con il direttore del museo romeno, Aurel Chiriac, le prospettive di uno scambio scientifico tra le due realtà museali. In questo contesto è maturato l'accordo tra i due direttori per mutuare in Romania l'esperienza trentina nell'ambito del progetto Memoria.

La Romania si appresta infatti a rileggere la storia del secolo scorso scandita da eventi drammatici, quali l'occupazione nazista (nella sola Oradea furono deportati nei campi di sterminio quasi 20 mila ebrei dai quali sopravvissero solo poche decine), alla tirannia di Nicolae Ceausescu. La Romania, inoltre, sta discutendo il rapporto con la minoranza di lingua ungherese. "Il modello sviluppato in Trentino - ha spiegato il direttore Chiriac - presenta un approccio rigoroso alla problematica della rilettura della storia e delle dinamiche sociali. Con il collega Ferrandi svilupperemo scambi scientifici, riflessioni e modelli comuni di studio, in accordo anche con le istituzioni e le università". Raggiunto l'accordo per una collaborazione, il direttore Ferrandi ha sottolineato la opportunità di incardinare il progetto Memoria in Romania, attraverso la raccolta sistematica delle memorie e delle testimonianze relative al '900: "Si tratta, in sostanza, di porre l'attenzione sulla storia recente attraverso la rielaborazione degli avvenimenti, utilizzando sì fonti istituzionali ma anche attingendo alla storia dal basso, attraverso esperienze dirette e note bibliografiche. La ricerca quindi si svilupperà anche in campo etnografico".

Tra il Museo storico e il Tarii Crisurilor di Oradea è stato già fissato un programma che dovrà portare all'avvio della collaborazione e la nascita del progetto Memoria in Romania: nei prossimi mesi saranno organizzati una serie di incontri per lo scambio di esperienze e metodologie di ricerca, a cui seguirà l'assistenza diretta da parte degli studiosi trentini alla fase di raccolta delle testimonianze. "In occasione del trasferimento del museo Tarii Crisurilor - ha concluso Ferrandi - seguiremo inoltre la ridefinizione degli spazi espositivi".

Per quanto riguarda la tutela dei beni si è discusso della creazione di laboratori di restauri e della conservazione dei patrimoni documentari, data la vastità delle collezioni naturalistiche, storiche e etnografiche del museo di Oradea. "Il progetto - ha spiegato l'assessore Cogo - è molto ambizioso, perché comprende anche scambi culturali attraverso l'organizzazione di mostre, e dovrebbe vedere il coordinamento tra sovrintendenze, musei, università ed imprese".

Il direttore Chiriac si è detto inoltre interessato alla collaborazione con il museo storico trentino per il riallestimento delle sale e del percorso espositivo del Museo Tarii Crisurilor che in futuro sarà ospitato in una nuova struttura: l'attuale è stata restituita dalle autorità romene alla chiesa greco-cattolica e ritornerà ad essere la sede vescovile più grande dell'Est Europa.

Il Convegno sulla criminalità organizzata nel Sud Est Europa

Dal 1999 Paolo Sartori, già capo della squadra mobile di Trento, opera in Romania sotto la direzione centrale della polizia criminale e dell'Interpol. Dal suo ufficio di Bucarest, Sartori segue il fenomeno dei grandi flussi criminali attraverso la Romania, la Moldavia e l'Ucraina. Il dirigente della polizia era ad Oradea per una conferenza pubblica, organizzata dal Circolo culturale italiano proprio nei giorni della visita della delegazione guidata dall'assessore Cogo. "L'attività - ha spiegato Sartori nell'aula gremita di pubblico - comprende il riciclaggio di denaro, il traffico di armi e di esseri umani, i legami della malavita organizzata italiana con le organizzazioni criminali locali". Nella sua relazione, Sartori ha trattato i problemi degli stati dell'Est Europa (corruzione e scarsi controlli), inserendoli in un contesto internazionale che fa dell'area balcanica la porta d'ingresso privilegiata per i traffici illeciti. Infine, Sartori si è soffermato sugli ultimi sviluppi della situazione che vede crescere il ruolo del terrorismo internazionale (soprattutto di matrice islamica fondamentalista), sempre più c