27 marzo 2009

'In cinque anni la povertà è stata ridotta della metà'. Lo ha dichiarato il vicepresidente del Governo serbo durante la quarta edizione della conferenza sulla riduzione della povertà

Fonte: Il Velino

Lo scorso 5 marzo si è svolta al Sava Center di Belgrado, la quarta conferenza per la "Riduzione della povertà", promossa dal governo della Repubblica di Serbia, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni locali, delle organizzazioni internazionali e della società civile. La Conferenza rientra nell'ambito delle azioni a supporto della Strategia nazionale per la riduzione della povertà adottata da Belgrado nel 2003 e implementata negli ultimi cinque anni da un team che lavora per l'ufficio della vicepresidenza del Consiglio e ministero per l'Integrazione europea, retto da Bozidar Djelic. "Le cifre degli uffici di statistica ci dicono che dal 2002 al 2007 - ha affermato Djelic aprendo i lavori della conferenza -, che la Serbia ha già raggiunto l'obiettivo di dimezzare la povertà. Le persone al di sotto della soglia di indigenza sono passate dal 14 per cento al 6,6. Ovvero da un milione a circa 500mila . Ma la strada è ancora lunga - ha aggiunto il vice premier - perché ancora troppe persone non hanno accesso all'educazione, al mercato del lavoro e ai servizi essenziali".

Una delle chiavi della Strategia per la riduzione della povertà, come ha spiegato nel suo intervento Korei Udovicki dell'UNDP (l'agenzia Onu per lo sviluppo) è quella del coinvolgimento dei rappresentanti della società civile che possono portare a chi governa una visione più chiara delle condizioni di povertà presenti nel paese. Il ministro alle Politiche sociali e al welfare, Rasim Ljaijc, ha inoltre sottolineato come ci sono ancora segmenti della società e parti della Serbia particolarmente vulnerabili. "Le persone anziane, i giovani fino ai 18 anni, le donne, i 98.000 rifugiati e sfollati che ancora vivono in centri collettivi, ma anche i lavoratori che stanno perdendo il loro posto in questi mesi - ha spiegato Ljaijc -, sono le categorie a cui lo Stato deve dedicare più energie. Così come in generale il sud della Serbia dalle cui municipalità, ci dicono gli uffici di statistica, le persone si stanno allontanando. Il sud dovrà essere una delle nostre priorità".

Alberto Cammarata della delegazione della Commissione europea in Serbia, invece, ha posto l'accento sul valore dell'integrazione europea inteso, anche, come strumento di inclusione sociale - fattore questo molto importante per l'Ue - e, quindi, fondamentale per ridurre la povertà. "La Commissione - ha detto Cammarata - ha approvato ieri un pacchetto di misure che non sono specificamente dirette ad intaccare la povertà, ma possono risolvere molti problemi. Il Pil dei paesi membri Ue è aumentato dell'1% negli ultimi mesi. Grazie all'integrazione l'Europa sta affrontando la crisi globale senza subire le gravi conseguenze che altri paesi stanno ora vivendo". Alla conferenza hanno partecipato anche Paul Wafer, direttore del Dfid (Dipartimento per lo sviluppo internazionale britannico) in Serbia; Snezana Stojanovic Plavsic della Commissione parlamentare per la Riduzione della Povertà; Bobana Macanovic del Women's Center; Simon Gray della Banca Mondiale; Dragan Vukmirovic, direttore dell'ufficio di Statistica della Repubblica della Serbia e Gordana Matkovic, ministro degli Affari sociali all'epoca del governo di Zoran Djndjc.