28 giugno 2012

Un concerto jazz del musicista italiano Riccardo Arrighini ha chiuso lo scorso 10 giugno la 7a Settimana del Design di Belgrado. Una settimana di incontri e dibattiti, con forte presenza italiana oltre che locale, resa possibile grazie alla collaborazione e al sostegno dell'Istituto Italiano di Cultura in Belgrado

Fonte: Isituto di cultura italiana a Belgrado

Si è conclusa lo scorso 10 giugno, sulle note delle “Quattro Stagioni di Vivaldi …in jazz”, nell’interpretazione di Riccardo Arrighini, la 7a Settimana del Design di Belgrado tenutasi nella Biblioteca Nazionale della Serbia. Il pianista e compositore lucchese, noto per la sua felice fusione di musica classica e lirica con il jazz, oltre che per aver suonato e inciso con due leggende viventi del sassofono come Francesco Cafiso e Lee Koniz, ha entusiasmato i presenti nella Sala dei concerti del Conservatorio Stanković di Belgrado, trascinandoli in un percorso in jazz tutto italiano, partendo da Vivaldi, passando poi, nel finale, al “suo” Puccini.

La presenza italiana alla 7a Settimana belgradese del Design, dedicata quest’anno alla “libertà”, ha visto la collaborazione e il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura in Belgrado, con la partecipazione attiva di alcuni designer italiani: dal meranese Martino Gamper, ormai stabilito a Londra, a Enrico Bosa e Fabio Guaricci del Politecnico di Milano, che hanno preso parte a dibattiti e tenuto conferenze durante l’intera settimana, dividendosi equamente tra la l’aula magna della Biblioteca Nazionale della Serbia e la sede dell’Istituto Italiano di Cultura.

Gli argomenti trattati sono stati numerosi e di grande attualità: dal Made in Italy come valore strategico, ai nuovi approcci del design industriale italiano. Sono state altresì trattate interessanti esperienze di valorizzazione dei materiali e l’indispensabile apertura del design al territorio, con il coinvolgimento di antichi saperi, tradizioni ed esperienze del mondo dell’artigianato che, oggi, può assicurare lavorazioni specifiche e molto curate, con una visibilità dei prodotti in tutto il mondo, grazie alla globalizzazione.

 

L’importanza della conoscenza specifica di piccoli e medi artigiani è, oggi, un elemento strategico da valorizzare per il designer, perché racchiude un percorso lavorativo capace di aprire molte strade e di contribuire allo sviluppo economico e sociale del territorio.

Le conferenze e gli interventi italiani sono stati introdotti da Sira Miori, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura e coordinatore d’area: quelle nella grande sala della Biblioteca Nazionale sono state rivolte in particolare a imprenditori e addetti ai lavori, mentre quelle tenute all’Istituto Italiano di Cultura sono state seguite soprattutto da studenti, ricercatori e docenti delle Facoltà di architettura e design di Belgrado, che hanno attentamente partecipato ai dibattiti, confrontando le esperienze italiane presentate, con quelle serbe.

Nel grande complesso e negli spazi della Biblioteca Nazionale sono stati anche esposti diversi prodotti dall’inconfondibile linea e stile italiani: dai variopinti divani di Zanotta, alle celebri poltrone Sacco; dalle eleganti e talvolta curiose sedie di Martino Gamper, agli oggetti inconfondibili di Alessi, al progetto Megaphone, un amplificatore passivo per iPhone, costruito con materiali tradizionali italiani: ceramica di Montelupo Fiorentino, nota fin dal Rinascimento per la sua leggerezza e resistenza, e treppiede in noce nazionale, rigorosamente lavorato e rifinito manualmente da artigiani toscani e veneti. Le esposizioni di creazioni del design italiano hanno continuato fino al 15 giugno in numerosi luoghi/vetrine di Belgrado.