27 giugno 2008

Una settimana fa, Elisabetta Belloni è stata posta alla nuova guida della Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri. Positive le prime reazioni espresse dalla società civile

Fonte: Il Velino

elaborazione di Osservatorio sui Balcani

Elisabetta Belloni, laureata in scienze politiche, inizia la sua carriera diplomatica nel 1985 ricoprendo incarichi nelle ambasciate italiane e nelle rappresentanze permanenti di Vienna e Bratislava e presso le direzioni generali del Ministero degli Affari Esteri. Oggi Elisabetta Belloni è il nuovo direttore generale della Cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Esteri. A nominarla è stato venerdì scorso il Consiglio dei ministri. Ma i tempi per il trasferimento del ministro plenipotenziario alla Direzione Generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) "non sono ancora stati definiti".

È quanto ha detto il capo del servizio stampa della Farnesina, Pasquale Ferrara, durante il consueto briefing con i giornalisti. I motivi, ha continuato Ferrara, sono legati al fatto che l'Unità di crisi, che la Belloni ha guidato sin dal 2004, è "una struttura delicata" che, in questo momento, "si sta occupando di alcune emergenze in corso". Il riferimento è alla vicenda dei due cooperanti italiani Jolanda Occhipinti e Giuliano Paganini rapiti in Somalia il 21 maggio scorso.

"Vedremo - ha proseguito il capo del servizio stampa del MAE e - quando sarà più opportuno per procedere all'avvicendamento". Lo stesso Ferrara poi ha detto che non è ancora stato deciso il sostituto della Belloni all'Unità di crisi e ha inoltre sottolineato come la nomina del ministro plenipotenziario sia un "apprezzamento" del suo ruolo all'interno della "Casa".

Tra gli impegni che attendono Belloni, c'è il vertice italiano del G8 che si terrà in Sardegna il prossimo anno. L'Italia, infatti, ha posto al cento dell'agenda del vertice degli otto grandi la lotta alla povertà, soprattutto in Africa. Altro obiettivo sarà quello di far rientrare al loro posto tutte le caselle di una possibile riforma della Cooperazione che il governo Berlusconi potrebbe decidere di rendere operativa.

Il nuovo direttore generale della cooperazione lascia l'Unità di crisi in cui era arrivata nel novembre del 2004. Poche settimane dopo la sua nomina Belloni ha dovuto affrontare la crisi umanitaria provocata dallo Tsunami che ha colpito nel dicembre di quell'anno il sud-est asiatico. Alla DGCS troverà l'ufficio lasciato libero da Alain Giorgio Maria Economides che è stato nominato in maggio Capo di gabinetto del ministro.

Nell'approvare la proposta di Frattini il Consiglio dei ministri, su proposta del sottosegretario alla presidenza Gianni Letta, ha rivolto all'unanimità alla Belloni "il ringraziamento più convinto per l'opera svolta in tanti anni con impegno e abnegazione presso l'Unità di crisi della Farnesina", dimostrando "competenza, disponibilità e straordinaria sensibilità nello svolgimento del suo delicato incarico".

Nel frattempo arrivano le prime reazioni dal mondo della società civile italiana, alla nomina della Belloni:."Gradiamo molto la sua nomina" spiega al VELINO Arturo Alberti, presidente dell'Avsi, l'ong vicina alla Compagnia delle opere nonché presidente di Link 2007, il coordinamento che raggruppa undici delle maggiori organizzazioni non governative italiane. "Con il neo direttore generale - continua - siamo certi di poterci misurare in modo costruttivo in quanto la sua esperienza all'Unità di crisi la ha portata a conoscere molto bene le problematiche dei Paesi in via di sviluppo e delle emergenze".

Non sfugge al presidente dell'Avsi come sia necessaria una correzione della legge che regola la Cooperazione allo sviluppo, la 49/87 che ormai ha più di 30 anni. "Speriamo in un nuovo impulso alla riforma - prosegue Alberti -, come speriamo che vengano predisposti degli aggiustamenti alle procedure. Mi riferisco, ad esempio, al ripristino della contabilità straordinaria per i fondi indirizzati alle nostre organizzazioni, in quanto mal si sposa la lentezza della burocrazia con la necessaria urgenza delle nostre attività". Ma Alberti pensa anche al ripristino di una Consulta per la cooperazione che abbia modo di riunirsi una volta l'anno per mettere insieme tutte le anime del settore: "Ma che non sia un luogo di chiacchiere, ma anche di confronto" conclude Alberti.

Soddisfatto anche Sergio Marelli, presidente dell'Associazione delle ONG italiane (ASSONG): "Ho ricevuto da lei una telefonata subito dopo la nomina. Le ho fatto gli auguri riconfermando che la macchina della Cooperazione sta vivendo una involuzione. I risultati raggiunti durante l'incarico di Economides, infatti, si stanno nuovamente scontrando con una macchina farraginosa. Ad esempio l'Ufficio centrale di bilancio ha ripreso ad intervenire sulle ONG, proponendo delle interpretazioni quantomeno personalistiche. Tornando alla Belloni - prosegue Marelli - posso dire che anche nelle ultime settimane abbiamo avuto modo di sentirci spesso, soprattutto a causa del rapimento dei due cooperanti italiani in Somalia. Ho avuto modo di constatare le sue capacità e la sua concretezza. Quindi - conclude il presidente di ASSONG - sono assolutamente soddisfatto, come nutro grandi aspettative per quanto potrà fare da DG della cooperazione la Belloni nei prossimi mesi".