24 gennaio 2008

Dal 1992 minori bosniaci feriti o che hanno perso i genitori durante la guerra vengono ospitati per brevi periodi nella città di Napoli, grazie al supporto di Cooperazione Italiana e Croce Rossa. Conclusosi il recente soggiorno di 40 bambini

Fonte: Ambasciata Italiana a Sarajevo

Sono tornati sabato scorso i 40 bambini che hanno passato le vacanze invernali in Italia, nella città di Napoli, affidati per un periodo di circa un mese a famiglie italiane. Si tratta dei piccoli bosniaco-erzegovesi che partecipano al progetto "Amici senza frontiere" portato avanti dalla Croce Rossa Italiana di Napoli con il supporto della Cooperazione Italiana allo Sviluppo in BiH e delle Forze Armate Italiane.

"È un progetto molto importante - spiega il direttore di Cooperazione Italiana allo Sviluppo, Aldo Sicignano - che è stato pensato durante i primi anni di guerra per portare in Italia i bambini feriti e continua ancora oggi per sostenere quei bambini che vivono la difficile condizione di aver perso uno o entrambi i genitori". I bambini sono stati ospitati dal 17 dicembre al 12 gennaio da alcune famiglie italiane che hanno provveduto a tutte le spese per il minore ospitato. I bambini hanno avuto durante le settimane di permanenza a Napoli momenti di aggregazione in cui sono usciti insieme assieme ai volontari del progetto e tra di loro per diverse attività, mentre il resto del tempo è stato passato con la famiglia ospitante. I momenti di vacanza in Italia sono due uno durante le ferie invernali e uno durante le ferie estive, in agosto.

"La Cooperazione Italiana allo Sviluppo crede molto in questo progetto - continua Aldo Sicignano - che ha dimostrato una continuità ed una sostenibilità molto forte e che sta continuando a crescere. Per questo abbiamo deciso che in breve tempo sarà siglato un accordo di gemellaggio tra la Croce Rossa Italiana di Napoli e Cooperazione Italiana in Bosnia Erzegovina per dare ad "Amici senza frontiere" basi ancora più solide". Per sottolineare l'impegno della Cooperazione Italiana in tale progetto la Croce Rossa Italiana di Napoli ha consegnato, lunedì 14 gennaio 2008, una targa di riconoscimento al direttore Aldo Sicignano.

"Questo progetto va avanti dal 1992 - spiega Maria Conte Fedele responsabile della Croce Rosssa di Napoli - per portare via dalla guerra e curare i bambini gravemente feriti. Grazie al passaparola questi bambini venivano ospitati in alcune famiglie che poi li seguivano nelle cure anche dopo che venivano dimessi dall'ospedale. Oggi il progetto ha un altro obiettivo, quello di aiutare e di dare amore a bambini in difficoltà, che spesso vivono in istituti, ma anche di creare dei momenti in cui possono stare tutti insieme senza distinzione di credo religioso o nazionalità".

I bambini che vengono ospitati vanno dai 6 ai 14 anni ma generalmente si creano dei legami forti con le famiglie napoletane da cui sono ospitato e continuano a ritornare a Napoli come accompagnatori degli altri bambini e anche indipendentemente per andare a ritrovare le "proprie" famiglie. E, sempre grazie al passaparola, le famiglie che danno la loro disponibilità continuano ad aumentare. "Ci rendiamo conto che è un piccolo contributo per i bambini della BiH - conclude Maria Conte Fedele - ma secondo la nostra esperienza vale la pena di continuare a farlo".

Al momento del rientro, lo scorso 12 gennaio due mezzi di militari italiani, uno dei Carabinieri ed uno dell'Esercito Italiano, sono andati a prendere i bambini al porto di Spalato per riportarli nelle proprie case. Hanno accompagnato i piccoli bosniaco erzegovesi nel loro viaggio, Maria Conte Fedele e Ugo del Gais.