4 marzo 2008

Un laboratorio di teatro e una rappresentazione realizzata da bambini, con il coinvolgimento del Teatro delle Marionette di Mostar. Questo il progetto avviato recentemente da IPSIA

Fonte: IPSIA

All'ombra dello "Stari most" (Ponte Vecchio) di Mostar - o meglio, della sua nuova e recente versione del 2004 - nasce un nuovo progetto: "Drvo na sredini svjeta" (L'albero al centro del mondo).

IPSIA di Milano, una delle sedi locali dell'omonima ONG che da anni svolge attività di animazione estiva con i bambini di diversi luoghi della Bosnia Erzegovina, del Kosovo e dell'Albania, ha pensato all'espressione teatrale come mezzo di pacificazione sociale nell'antica città di Mostar, un luogo in cui, a dieci anni dalla fine dei conflitti che portarono allo smembramento della ex-Jugoslavia, le diverse comunità non si sono ancora definitivamente pacificate.

Il progetto "Teatro per la Pace - L'albero al centro del mondo" è stato presentato dall'Oratorio San Luigi di San Giuliano Milanese, in collaborazione con Ipsia Milano, al Comune di San Giuliano Milanese che ne ha dato approvazione e sostegno economico attraverso il bando sulla cooperazione decentrata per il 2008.

Ipsia è attualmente a Mostar con due giovani - Paolo Adamo e Caterina Quadrio - che stanno svolgendo il Servizio civile volontario a Mostar in Bosnia Erzegovina e lavorano in collaborazione con l'ADL Mostar (Agenzia per la Democrazia Locale di Mostar). Il progetto di servizio civile nazionale è iniziato a Mostar nel novembre del 2007 dove, dopo il primo periodo di adattamento e conoscenza del contesto, Paolo e Caterina hanno avuto la possibilità di collaborare alla stesura di un progetto di cooperazione decentrata da presentare al comune di San Giuliano Milanese.

Hanno così avuto modo di conoscere e collaborare con il "Pozoriste Lutaka", il Teatro delle Marionette di Mostar che da cinquantacinque anni svolge la sua attività di teatro per ragazzi con rappresentazioni di fiabe e racconti per l'infanzia, in città come in diverse parti della Bosnia Erzegovina, dell'ex-Jugoslavia e d'Europa.

Con il progetto si intende promuovere il dialogo e la conoscenza attraverso attività ludico-ricreative da svolgersi con i bambini della città di Mostar, ancora profondamente divisa tra bosniaci-musulmani da una parte e croato-bosniaci dall'altra. Da febbraio a maggio si seguirà un percorso che porterà alla preparazione di una rappresentazione teatrale dal titolo "Drvo na sredini svjeta" che ripercorre le tracce dell'omonimo racconto popolare della regione balcanica sui temi dell'amicizia e dell'unità tra i popoli.

Il progetto prevede dunque la realizzazione di un corso di teatro delle marionette a cui parteciperanno i bambini di due scuole di Mostar appartenenti alla parte est e ovest della città e di un istituto per bambini senza famiglia, l'"Egipatsko selo".

Gli appuntamenti presso il Teatro si svolgeranno una volta a settimana e si terranno in uno spazio definito come "neutrale", cioè che si caratterizza in questa città come non appartenente ad un solo gruppo: il centro culturale Abrasevic, dotato di una grande sala e di un palco.

Per i primi cinque incontri verranno confezionate le marionette che, in coordinamento con le attività previste nel World Social Forum sull'ecologia e lo sviluppo sostenibile, saranno costruite con materiale di riciclo. Negli appuntamenti settimanali successivi si imparerà l'animazione dei pupazzi e si organizzerà la messa in scena. La rappresentazione teatrale avrà luogo a fine maggio - inizi di giugno nella Piazza di Spagna al centro della città.

Il progetto ha corpo e funziona, ma non sono mancate le difficoltà di attuazione. La presenza di organismi internazionali a Mostar è molto forte, tuttavia si percepisce una sorta di diffidenza tra i locali ad intraprendere nuove iniziative con loro e si riscontra addirittura una sensazione di diffidenza da parte di coloro che dovrebbero essere i beneficiari degli stessi progetti. La singolare situazione politica di questo luogo, in cui ancora molte istituzioni hanno un doppione nella parte opposta della città, del resto sembra accentuare i disagi, sia a livello amministrativo che sociale.

Mostar, divisa a metà tra croati di Bosnia e bosgnacchi (musulmani di Bosnia) soffre tuttora, dopo oltre dieci anni dalla fine della guerra, di una lacerante frattura sociale che esaspera le separazioni e incancrenisce gli animi in una perenne silenziosa ostilità. A tal punto che anche il progetto di Ipsia, che punta alla socializzazione tar bambini non ancora concepiti durante la guerra, può rappresentare un "inconveniente" nella Erzegovina di oggi.

Essere un "inconveniente costruttivo" è la sfida che IPSIA ha lanciato con questo progetto. Con l'auspicio, ma soprattutto l'impegno, che esso rimanga un'esperienza importante per i minori che vi parteciperanno, a prescindere dal loro gruppo di appartenenza, dal nome o dalla religione.

Da Mostar: Paolo Adamo e Caterina Quadrio - SCV IPSIA