Nicole Corritore 13 settembre 2007

In che modo le autorità posso proteggere le donne dalla violenza domestica? Una delegazione della polizia del Montenegro in visita in Toscana, nell'ambito del programma 'Polizia e diritti umani' del Consiglio d'Europa

Fonte: Consiglio d'Europa e La Nazione

Il Montenegro studia il modello toscano delle polizie locali. L'esperienza maturata in questi anni sul terreno delle politiche di prevenzione della sicurezza, in particolare per quanto riguarda la violenza domestica, ma anche sul terreno della formazione delle polizie municipali e provinciale, è infatti al centro della visita in Toscana che, dall'11 settembre, sta impegnando alcuni rappresentanti dell'Accademia di polizia del Montenegro, prima fase di un programma che a novembre vedrà arrivare una seconda delegazione.

L'iniziativa, che si inquadra all'interno del programma "Polizia e diritti umani" del Consiglio d'Europa, ha registrato come prima tappa l'incontro con il vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli, che tra le sue deleghe ha anche quelle alle politiche di prevenzione per la sicurezza. "La Toscana è la prima regione in Italia ad aver promosso un modello di polizia di comunità e a lavorare sull'etica dell'azione di polizia, sulla base anche di un codice etico approvato negli anni scorsi dal Consiglio d'Europa. È un percorso con cui intendiamo fare della nostra regione un laboratorio di avanguardia per un nuovo modello di polizia di comunità, cioè avvicinare sempre di più la polizia ai cittadini sviluppando fiducia e collaborazione", sottolinea Gelli.

"Un'esperienza che sta riscuotendo un crescente interesse anche in paesi membri e non dell'Unione europea, tanto che stanno guardando alla Toscana anche paesi che finora non avevano nemmeno corpi di polizia locale. Qualche mese fa, per esempio, un'esperienza di questo tipo era stata avviata dalle forze dell'Ordine della Federazione Russa". Dopo l'incontro in Regione dell'11 settembre, la visita della delegazione del Montenegro è continuata alla prefettura di Firenze e proseguirà in questi giorni in varie sedi delle forze dell'ordine toscane.

Nell'ambito della stessa campagna europea, si è concluso ieri a Skopje, in Macedonia, un seminario internazionale di due giorni. Ad esso hanno partecipato esperti provenienti da numerosi paesi dell'area del sud est Europa (Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Grecia, Serbia, Slovenia e Macedonia) oltre a rappresentanti della Turchia, al fine di esaminare la protezione e il sostegno specializzato forniti dalla polizia, dagli operatori sanitari e dai servizi sociali.

Il seminario si è soffermato sulle risposte che questi professionisti forniscono ai bisogni delle vittime della violenza domestica e su una cooperazione efficace tra fornitori di servizi e organizzazioni non governative. Il seminario fa parte di un'importante campagna del Consiglio d'Europa contro la violenza nei confronti delle donne, e nello specifico la violenza domestica, che, stando alle stime, dovrebbe interessare ogni giorno dal 12 al 15% delle donne europee. L'obiettivo è rendere illegale la violenza domestica, fornire aiuto alle vittime e promuovere profondi cambiamenti comportamentali affinché tale violenza non sia più tollerata.