Nicole Corritore 16 aprile 2007

Il ricavato del concerto di Gianmaria Testa che si tiene domani a Milano, verrà interamente devoluto ad un progetto della cooperativa agricola "Insieme". Sostenuto da ICS, ACS, Agronomi senza frontiere e Assopace

Fonte: ARCI Milano

Gianmaria Testa, tra le maggiori realtà della canzone d'autore, porterà il suo ultimo lavoro discografico Da questa parte del mare (Ottobre 2006, Fandango), un concept album totalmente dedicato al tema delle migrazioni moderne, domani 17 aprile a Milano presso il Circolo Magnolia, Via Circonvallazione Idroscalo 41 - Segrate (MI), su iniziativa dell'ARCI di Milano.

Il ricavato del concerto sarà interamente devoluto al progetto "Lamponi di Pace" il cui scopo generale consiste nella facilitazione del ritorno dei rifugiati e nel sostegno della convivenza multietnica nella regione Bratunac-Srebrenica, attraverso la riattivazione dell'economia rurale su base sostenibile.

Un progetto che trova immediato riscontro nel nuovo album di Testa, che è una riflessione poetica, aperta e senza demagogia sugli enormi movimenti di popoli che attraversano questi nostri anni. Sulle ragioni, dure, del partire, sulla decisione, sofferta, di attraversare deserti e mari, sul significato di parole come terra o patria e sul senso di sradicamento e di smarrimento che lo spostarsi porta sempre con sé. A qualsiasi latitudine.

Con il progetto "Lamponi di pace" la cooperativa agricola "Zajedno-Insieme" si propone di sostenere la ripresa economica in una zona, la regione Bratunac/Srebrenica, duramente colpita dalla guerra negli anni 1992-1995. La Cooperativa nasce a Bratunac, nel maggio 2003, da un'idea di ICS Bosnia (Consorzio Italiano di Solidarietà Sarajevo) con il sostegno della ONG italiana ACS (Associazione di Cooperazione allo Sviluppo) e due associazioni italiane (Agronomi senza frontiere e Associazione per la pace).

Bratunac si trova lungo il versante ovest del fiume Drina, che segna il confine tra la Repubblica Bosnia Erzegovina e la Serbia. Grazie al clima e alle particolari condizioni ambientali, è diventata una zona specializzata nella coltivazione dei piccoli frutti: fino al 1991 si producevano oltre 1500 tonnellate all'anno di lamponi e quasi altrettante di more, mirtilli e fragole.

"Zajedno-Insieme" è la prima cooperativa che dagli anni della guerra riunisce donne serbo-bosniache e bosgnacche che insieme si propongono di sostenere la ripresa economica del Comune di Bratunac e di quelli limitrofi, come pre-condizione per la rinascita del dialogo tra le comunità che qui risiedono, dialogo violentemente interrotto nel 1992 dalla guerra.

Nel 1992 la zona (Bratunac - Srebrenica) divenne teatro di scontri tra bosniaci e serbi e cominciarono le evacuazioni, sia di serbi sia di musulmani. Verso la metà del 1992, tutti i musulmani della regione fuggirono a Srebrenica, protetta dai caschi blu dell'ONU. La città rimase sotto assedio fino all'11 luglio 1995, quando le milizie serbe se ne impadronirono e uccisero tutti i maschi tra i 14 e i 60 anni. La mattina del 13 luglio si contarono circa 10.000 vittime; le donne e i bambini furono trasferiti nei campi profughi dove ancora oggi vivono. Nel 1991 Bratunac contava 33.575 abitanti, le stime del 2002 indicano una popolazione di 22.000 persone. La popolazione vuole ricominciare a vivere, consapevole che i problemi possono trovare una risposta solo nella convivenza e nell'agire comune verso la ricostruzione del tessuto socioeconomico.

Dal 2001, con l'avvio di politiche d'appoggio al rientro dei rifugiati, sono stati finanziati alcuni progetti di sostegno all'economia con fondi europei, di ONG europee e nordamericane. Il miglioramento della situazione politica e di quella economica si è tradotto nell'aumento delle richieste di rientro dei profughi.

Lo scopo del progetto è di appoggiare il ritorno dei rifugiati e la convivenza multietnica nella regione Bratunac-Srebrenica attraverso la riattivazione dell'economia rurale su base sostenibile e la creazione di un sistema microeconomico basato sulla coltivazione domestica dei piccoli frutti quali i lamponi - cultura tradizionale dell'area - che può essere praticata da donne sole o nelle piccole fattorie di famiglia, unite in cooperativa. I progetti sul ritorno dei profughi che prevedono la sola ricostruzione delle case non risolvono i problemi per le famiglie in situazioni più critiche (donne e madri sole, in età avanzata o con bambini piccoli). Queste persone hanno bisogno di tutto, ma soprattutto di un appoggio economico - finanziario per ricominciare a lavorare la propria terra, così da essere capaci di garantire una vita autonoma e dignitosa per loro e per le loro famiglie.

Per maggiori informazioni sul progetto:
ZZ INSIEME Bratunac
Kosovska bb
75420 Bratunac
Bosnia Erzegovina
Rada Zarkovic
tel.: +387 61 205346
tel/fax: +387 33 714266
e-mail:info@coop-insieme.com-icsbih@hotmail.com
web: www.coop-insieme.com - www.agronomisenzafrontiere.it