30 ottobre 2008

Continua il progetto di cooperazione "Memoria e riconciliazione" tra il Trentino e Prijedor. Una tavola rotonda per riflettere insieme sul ruolo dei siti museali nel processo di costruzione di una memoria condivisa e di elaborazione del conflitto

Ambasciata della Democrazia Locale a Prijedor

Nell'ambito del progetto "Memoria e riconciliazione" del 2007, l'Associazione Progetto Prijedor
in partnership con numerosi soggetti del territorio locale bosniaco e del territorio trentino, organizza per il 31 ottobre a Prijedor una tavola rotonda dedicata al ruolo cruciale che hanno i siti museali nel trasmettere al pubblico temi legati alla memoria, e dunque incidere nei percorsi di elaborazione dei conflitti. Numerosi i partner dell'Associazione Progetto Prijedor nel progetto in corso: il Museo "Kozara" di Prijedor, il Nacionalni Park "Kozara" (Parco Nazionale "Kozara"), Udruzenje Forum gradjana Prijedor (Ass. Forum civico), la Fondazione Museo Storico in Trento e il Parco Naturale Adamello Brenta.

Il progetto "Memoria e riconciliazione" si inserisce nelle relazioni di cooperazione comunitaria tra il Trentino e Prijedor promosse dall'Associazione Progetto Prijedor a partire dal 1996, e che vede oggi la collaborazione tra le due comunità in moltissimi ambiti: memoria e riconciliazione, cittadinanza attiva e trasparenza della pubblica amministrazione, sviluppo locale, ambiente, sostegno alle fasce più deboli della popolazione. Si tratta di incentivare il dialogo, la riconciliazione e la ricostruzione della società civile attraverso l'elaborazione del conflitto e la costruzione di una memoria condivisa.

Il progetto intende rafforzare e portare a pieno sviluppo alcune iniziative che sono state avviate gli scorsi anni, grazie alla collaborazione tra il Museo Storico in Trento e il Museo Kozara di Prijedor, che nasce dall'idea di contribuire ad un importante e necessario lavoro sulla memoria e sull'elaborazione del conflitto.

La cooperazione tra il Museo Kozara di Prijedor e il Museo Storico in Trento è sancita dal protocollo firmato nel 2003. La collaborazione si è concretizzata negli anni 2004-2006 con la realizzazione di una raccolta di testimonianze orali attraverso videointerviste, e nel 2005 ha visto l'avvio dello scambio di mostre fotografiche con l'allestimento a Prijedor della mostra "Trento: fotografie e memoria 1856-1966". Nel marzo del 2007 è stata, poi, allestita a Trento la mostra fotografica "Prijedor, tratti di storia condivisa per una pace possibile" all'interno della manifestazione "Il Gioco degli Specchi". Lo scambio di mostre ha dato la possibilità alle due comunità cittadine di approfondire la reciproca conoscenza.

Una società come quella bosniaca conosce un fenomeno di costruzione di memorie separate e inconciliabili che prosegue e che si rafforza nonostante gli anni che passano. Una società, però, costruita su interpretazioni inconciliabili non ha possibilità di svilupparsi nell'ottica della convivenza e di un'identità condivisa dai suoi cittadini. È necessario pertanto rafforzare il processo di ricostruzione di una memoria condivisa, dal momento che è stata intaccata l'identità del luogo e dei suoi abitanti. Identità e memoria si trovano connesse perché l'una dipende dall'altra: non esiste identità senza memoria e non esiste memoria senza identità. L'identità di Prijedor e quindi dei suoi abitanti è stata "mutilata" perché privata di una memoria complessa, multipla e condivisa.

Cercare di restituire un'identità condivisa a Prijedor significa dunque ripercorrere la sua storia, al fine di elaborare una memoria capace di rendere l'immagine della complessità e della ricchezza di questo territorio. La ricostruzione di una memoria e di un'identità condivisa rappresenta anche la sfida per la ricostituzione dell'intellettualità condivisa distrutta dagli eventi bellici.

Il difficile processo di costruzione di una memoria condivisa e di elaborazione del conflitto non poteva ignorare il caso specifico della mostra sul monte Kozara, per la quale si è avviato un percorso di revisione proprio nella cornice del progetto "Memoria e riconciliazione". La mostra "temporanea" creata nel 1992 dal titolo "Genocidio dei serbi nel XX sec." rappresenta un esempio dell'uso strumentale di alcuni fatti storici, di cui una propaganda nazionalista si può avvalere per seminare l'odio e creare i presupposti ideologici su cui fondare e con cui giustificare la propria politica e la guerra stessa.

Il sottotitolo della mostra ricorda, infatti, la sequenza e i momenti cruciali del genocidio del popolo serbo: "prima guerra mondiale - seconda guerra mondiale - 1991 / ?". Quel punto interrogativo nel 1991-'92 rappresentava la preparazione ad un'aggressione preventiva vissuta come necessaria difesa perché in gioco vi era il presunto ritorno del genocidio, e rappresenta oggi la giustificazione per ciò che è accaduto. La revisione si rende necessaria e immediata proprio perché la mostra "temporanea" è diventata permanente e, aspetto ben più allarmante, viene visitata dalle classi scolastiche oltre che dai numerosi visitatori del fine-settimana.

Fino al '92 i locali ospitavano una mostra dedicata esclusivamente ai fatti legati alla resistenza partigiana e alla seconda guerra mondiale. Tale mostra, che ancora si può intravedere sulle pareti seppur coperta dai nuovi pannelli, rispecchiava la versione ufficiale e la retorica imposta dal regime comunista precedente. Si esaltavano le grandi battaglie della resistenza, o senza menzione per le questioni nazionali o con un attento equilibrismo tra eroi di una nazionalità ed eroi dell'altra.

Si tratta dunque di avviare un radicale processo di revisione della funzione di tale luogo della memoria. Revisione critica sui meccanismi dell'uso pubblico della storia, sui luoghi della celebrazione di una memoria e della cancellazione di altre memorie. Un risultato in questo campo aprirebbe un discorso di grande importanza sul quale innestare "pratiche di riconciliazione".

Parteciperanno alla tavola rotonda, oltre a Spomenka Miljkevic del Ministero della Cultura della Republika Srpska, un rappresentante dell'Istituto per la Tutela dei siti di interesse storico-culturale della Republika Srpska e le dirigenze di molti siti museali dell'area sud-est europea: Museo "Kozara", Prijedor; Museo storico, Sarajevo; Museo storico, Belgrado; Museo militare, Belgrado; Museo sul genocidio, Belgrado; Sito museale dell'ex campo di concentramento di Jasenovac.

Per parte italiana si prevede la presenza di: Giuseppe Ferrandi - Fondazione Museo storico in Trento; Giovanni Contini Bonacossi - Museo Audiovisivo della Resistenza di Fosdinovo; Ersilia Perona Alessandrone e Barbara Berruti - Museo della Resistenza, della deportazione, della guerra, del diritto e della libertà Torino.

Si veda il programma dettagliato nella sezione appuntamenti.