Mara Bernasconi 18 dicembre 2012
Bambini e le loro ombre, foto di Auro - Flickr.com

Lo scorso 3 dicembre si è svolta a Priština la conferenza organizzata da Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini dal titolo “Il sistema dell’affido e la collaborazione pubblico-privato”, alla presenza di rappresentanti ministeriali, rappresentanti degli assessorati al welfare, rappresentanti dei servizi sociali e della società civile

Si è svolta il 3 dicembre scorso a Priština, la conferenza organizzata da Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini dal titolo “Il sistema dell’affido e la collaborazione pubblico-privato”, alla presenza di rappresentanti ministeriali, rappresentanti degli assessorati al welfare, rappresentanti dei servizi sociali e della società civile.

La conferenza, parte del progetto “Rafforzamento dei servizi in favore dei minori in carico ai centres for social work del Kosovo per motivi familiari” cofinanziato dal ministero degli Affari Esteri italiano, è stata luogo di confronto tra i rappresentanti del ministero del Welfare, partner di Amici dei Bambini in questo progetto, e il Collegium degli assessori al Welfare che, con la decentralizzazione dei poteri da livello centrale a livello locale, si occuperanno direttamente della gestione dei servizi sociali.

È chiaramente emerso come il livello centrale e locale fatichino a comunicare tra loro e, per questo, Amici dei Bambini è stata citata più volte come partner del mondo privato che si è messa a servizio del settore pubblico. Anche il direttore dei Servizi Sociali di Gjakova/Djakovica è intervenuto tra i relatori portando l’esempio di buone prassi (firma di convenzioni con gli assessorati, riconoscimento del servizio offerto dalla famiglia affidataria attraverso agevolazioni da parte del Comune) tra pubblico e privato, che ormai da 4 anni stanno portando avanti gli operatori dei servizi sociali con il supporto dei tecnici di Amici dei Bambini.

Amici dei Bambini è intervenuta portando il proprio punto di vista sulla collaborazione pubblico privato e di come essa sia sussidiaria in un sistema di welfare sostenibile. Si è parlato di come, per garantire la sussidiarietà del sistema pubblico-privato, sia necessaria una chiara divisione dei ruoli tra le parti. A tale riguardo si sta creando un sistema definito in tutti i suoi passaggi: dalla rilevazione dei bisogni, alla futura sostenibilità, passando dalle attività in corso che hanno come obiettivo la presa in carico da parte del settore pubblico, dei servizi offerti, con il concreto esempio di 12 psicologi regionali formati sull’affido che, da un iniziale collaborazione a supporto della gestione di alcuni casi complessi in carico ai servizi sociali, verranno inseriti nell’elenco dei consulenti municipali per cui verrà inserita una voce di budget comunale ad hoc.

La collaborazione di Amici dei Bambini con il ministero del Welfare è iniziata nel 2006 mentre con i ministeri dell’Educazione e della Sanità è iniziata nel 2011. Il progetto cofinanziato dal Mae, iniziato quasi da un anno, ha come obiettivo il rafforzamento del settore pubblico sulla tematica dei minori fuori famiglia e il supporto formativo dell’Associazione OLF che raggruppa tutte le famiglie affidatarie del Kosovo.

Il progetto ha visto una fase preliminare all’attivazione delle 38 Unità Tecniche Locali per i Minori, presenti presso ogni servizio sociale di tutto il territorio Kosovaro da nord a sud, finalizzata alla definizione del modello organizzativo da implementare sul territorio e curata da un esperto in organizzazione e gestione dei servizi. È seguito, ed è tutt’ora in corso, il monitoraggio costante del loro operato al fine di verificarne e supportarne la reale capacità di azione e l’integrazione con il sistema locale dei servizi; tale monitoraggio è stato attuato dall’Unità Tecnica Centrale per i Minori (una equipe di lavoro multidisciplinare), con anche funzione di integrazione e raccordo con gli organismi centrali, ed in particolare con il Dipartimento del Welfare. Procedure e strumenti di lavoro delle Unità Tecniche Locali e di case management sono stati messi a punto, nonché standard minimi di servizio condivisi da tutte le Unità Tecniche Locali e quindi da tutte le Municipalità; in ogni realtà locale stiamo giungendo, ad una declinazione specifica, in coerenza con la decentralizzazione e le autonomie locali.

Negli scorsi mesi, si sono tenute 4 formazioni tenute da assistenti sociali e psicologi italiani che lavorano direttamente con i servizi sociali pubblici, sulla tematica dei minori in affido, sulla gestione dei casi, sull’individuazione di abusi e maltrattamenti (cause maggiori dell’allontanamento dei minori dal proprio nucleo familiare d’origine), sulla sensibilizzazione e formazione alle famiglie.

A settembre, inoltre, è stato allestito un Centro servizi alla famiglia all’interno della scuola elementare “Daut Bogujevci” di Fushe Kosovo/Kosovo Polje date in comodato d’uso all’Ong per i prossimi 3 anni dalla Municipalità. Le due classi, ora Area Bambino, Area Sviluppo e Area Famiglia, sono state rese accoglienti e a misura di famiglia. Dipinte le pareti bianche della scuola, ora lo spazio è colorato e colmo di giochi utilizzati dai bambini in affido e da quelli della comunità che vengono portati dalle famiglie per momenti di terapia individuale e di ludoterapia. Le famiglie hanno avuto momenti di terapia psicologica individuale loro dedicati e di partecipare ad incontri di formazione.

Dal 2013 la formazione sarà rivolta anche a insegnanti delle scuole e a operatori sanitari che operano nelle varie Municipalità. L’obiettivo è quello di creare un sistema di rete che offra tutti i servizi possibili ai minori fuori famiglia e che dia un supporto tecnico sia alle famiglie affidatarie che a quelle biologiche.