10 novembre 2008

Presentato a Roma lo scorso 30 ottobre l'ultimo Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. Dall'analisi emerge un quadro in cui le comunità straniere sono sempre più stabili

Fonte: CINFORMI Trentino

Un universo culturale in crescita, numericamente bilanciato fra uomini e donne e dove le seconde generazioni occupano un ruolo sempre più importante. I flussi migratori in Italia, sempre più di impronta familiare, tendono a stabilizzare la loro presenza sul territorio, contribuendo alla ricchezza del Paese e ad un mercato del lavoro sempre più bisognoso di manodopera. Le Regioni del Centro-Nord esercitano una maggiore capacità di attrazione per gli immigrati, ma è evidente una crescente presenza nel Meridione.

Sono alcuni fra i principali dati che emergono dal Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes 2008. Il Rapporto è stato presentato lo scorso 30 ottobre a Roma e in contemporanea in diverse città italiane. A Trento il Dossier verrà illustrato e distribuito in occasione della presentazione del Rapporto Annuale 2008 sull'immigrazione in Trentino, che si terrà giovedì 11 dicembre, alle ore 9, presso la Sala Conferenze della Facoltà di Economia.

Lo studio, prodotto dal Centro informativo per l'immigrazione della Provincia autonoma di Trento, è curato dal professor Maurizio Ambrosini dell'Università di Milano, dal sociologo dell'Università di Trento Paolo Boccagni e dalla sociologa Serena Piovesan dell'area studi del Cinformi. Alla presentazione interverranno, fra gli altri, anche Ferruccio Pastore, Vicedirettore del Cespi (Centro studi di politica internazionale) e Catherine De Wenden, direttore di Ricerca del Centro nazionale per la ricerca scientifica di Parigi.

Ma torniamo ai dati del Dossier Caritas/Migrantes. Secondo il Rapporto, all'inizio del 2008 il numero degli immigrati regolarmente presenti in Italia oscilla tra i 3.800.000 e i 4.000.000, su una popolazione residente complessiva di 59.619.290 persone, per un'incidenza del 6,7%, leggermente al di sopra della media Ue. A Milano l'incidenza è del 14%, a Roma è del 10%. Per il Nordest italiano (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) Caritas/Migrantes stima una presenza di circa un milione e 85.000 cittadini immigrati regolari (il 27% della presenza totale stimata in Italia). Le stime Caritas/Migrantes includono anche quanti, pur regolarmente presenti, non hanno ancora completato l'iter burocratico relativo all'iscrizione anagrafica.

La prima collettività di immigrati in Italia, raddoppiata in due anni, è quella romena (625.000 residenti e, secondo la stima del Dossier, quasi 1 milione di presenze regolari), seguita da quella albanese (402.000) e marocchina (366.000); un poco al di sopra e un poco al di sotto delle 150mila unità si collocano, rispettivamente, le collettività cinese e ucraina. Nella maggioranza dei casi gli immigrati intendono ottenere il permesso di soggiorno per lungo residenti (ex carta di soggiorno), considerando stabile la loro permanenza in Italia. Ad attestare la stabilità dell'inserimento concorrono anche gli immigrati che vogliono diventare cittadini italiani: 37.000 nel 2007, circa il doppio rispetto a tre anni fa, anche se, in proporzione, si tratta ancora di un livello tre volte inferiore rispetto alla media dell'UE (700 mila casi l'anno). Tra gli indicatori di stabilità v'è anche il crescente investimento sulla casa: solo nel 2007 sono state acquistate 120.000 abitazioni da parte di immigrati. Tra i matrimoni celebrati in Italia, 1 ogni 10 coinvolge un partner italiano e uno straniero (24.020 su un totale di 245.992 matrimoni nel 2006), una quota più che doppia rispetto ai matrimoni con entrambi i coniugi stranieri (10.376).

Per quanto riguarda l'apporto al mondo del lavoro, le statistiche ufficiali attestano il contributo sostanziale dei lavoratori immigrati - tra il milione e mezzo e i due milioni di persone - con un'incidenza sul totale che supera il 10% in diversi contesti. L'incidenza dei lavoratori immigrati è ancora più elevata tra i nuovi assunti: ad essi è dovuta per i due terzi la crescita dell'occupazione in Italia (234.000 persone in più nel 2007). In diversi settori, come l'agricoltura, l'edilizia, l'assistenza alle famiglie, il loro apporto è diffuso in tutta Italia. Il lavoro autonomo coinvolge più di un decimo della popolazione adulta straniera con 165.114 titolari d'impresa, 52.715 soci e 85.990 altre figure societarie, con una dinamicità molto più accentuata rispetto agli italiani. Le prime collettività per numero di imprenditori sono quella marocchina, la romena (in forte crescita) e la cinese, con più di 20.000 titolari di azienda. Si riscontra attualmente una notevole concentrazione settoriale: 4 imprese su 10 lavorano in edilizia e quasi 4 nel commercio.

"La credenza - afferma Caritas/Migrantes - che gli immigrati siano una massa di assistiti non trova riscontro nelle statistiche ufficiali. Uno studio del Dossier ha evidenziato che il gettito fiscale assicurato dagli immigrati nel 2006 è stato di 3 miliardi e 749 milioni di euro, dei quali 3,1 miliardi per versamenti Irpef e le restanti somme per diverse altre voci, tra le quali le più consistenti sono quelle per imposta di registro (137,5 milioni) e imposta sostitutiva del reddito d'impresa (254,5 milioni di euro). Viene così assicurata una copertura ben più ampia rispetto alle somme loro destinate. Gli immigrati assicurano un contributo economico rilevante anche ai Paesi di origine tramite le rimesse: 337 miliardi di dollari a livello mondiale e 6 miliardi di euro in Italia, con un forte aumento rispetto al 2006."

Per quanto riguarda il mondo dell'istruzione, vi sono 594.133 alunni stranieri nella scuola (aumento annuo di 70.000 studenti) e 45.000 giovani stranieri nelle università, con 5.000 nuovi laureati ogni anno. L'incidenza degli studenti sull'insieme della popolazione scolastica, mediamente del 6,4%, arriva al 10% in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Umbria. A scuola non mancano le difficoltà. Nei casi in cui l'inserimento dall'estero non avviene dall'inizio dell'anno, si determinano ritardi: anche questo - secondo Caritas/Migrantes - spiega perché il 42,5% degli alunni stranieri non è in regola con gli studi.

"Le previsioni dell'Istat - afferma Caritas/Migrantes - accreditano una crescente presenza di immigrati che a metà secolo potrebbero raggiungere i 12,4 milioni, ovvero il 18% della popolazione totale. Pertanto, il futuro dell'Italia non è immaginabile senza gli immigrati e questi non possono più essere considerati una presenza accessoria."