24 dicembre 2007

Sostenere in Serbia gli anziani rom sopravvissuti alla persecuzione nazista, ma anche le giovani donne rom che vivono oggi a Roma. Queste i due progetti del Consorzio Italiano di Solidarietà

Fonte: ICS - Consorzio Italiano di Solidarietà

Il Consorzio Italiano di Solidarietà, nato nel lontano 1993 per proporsi come soggetto coordinatore delle centinaia di inziative italiane di solidarietà verso i paesi dei Balcani, continua con le sue attività di cooperazione sia nei territori del sud est Europa sia in Italia. Dal 2003 ICS persegue in Serbia un programma di assistenza umanitaria, psicologica, legale e medica per gli anziani rom sopravvissuti alla persecuzione nazista.

La fondazione tedesca "Ricordo, Responsabilità, Futuro", la Corte del Distretto degli Stati Uniti e il Distretto est di New York (coinvolte nelle cause per la restituzione dei beni delle vittime dell'olocausto, da parte di alcune banche svizzere) hanno autorizzato l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) ad avviare l'assistenza umanitaria agli anziani rom sopravvissuti alla persecuzione del regime nazista, nati prima del 1945.

Utilizzando i fondi a disposizione, ICS ha predisposto un progetto che nel tempo si è esteso e attualmente coinvolge dieci comuni del sud-est della Serbia: Aleksinac, Bela Palanka, Pirot, Nis, Leskovac, Surdulica, Vladicin Han, Vranjska Banja, Vranje e Bujanovac provvedendo all'assistenza di 1.800 persone.

Nei comuni di Vranje e Valdicin Han ICS realizza direttamente il progetto, mentre negli altri comuni coopera con diverse associazioni locali: ad Aleksinac con "Society for the Development of Creativity"; a Bela Palanka con l'associazione rom "Djurdjevdan"; a Pirot con l'associazione rom Pralipe; a Leskovac con il "Centro Culturale Rom"; a Nis con la "Society Rom Sait Balic"; a Surdulica con la "Society for Education of Roma Surdulica"; a Vranjska con il "Centro Culturale Rom"; a Bujanovac con il Forum dei Giovani per l'Educazione dei Rom.

Il cuore delle attività del programma sono i centri comunitari fondati nei dieci comuni coinvolti. In questi centri le persone possono incontrarsi e socializzare, partecipare ad attivtà comuni come ad esempio, due volte a settimana, partecipare a diversi workshop: lavori a maglia, manifattura di tappeti, intreccio di cesti. I lavori manuali vengono utlizzati come background per il supporto psicologico: difatti, attraverso queste attività si avviano spesso discussioni relative ai problemi e alle difficoltà che coinvolgono gli anziani rom e il loro vissuto.

Oltre alle attività dei workshop, che sono a partecipazione libera e gratuita, una volta a settimana gli anziani hanno l'opportunità, in base ai propri interessi, di organizzare eventi speciali, con l'aiuto del centro che li ospita: esibizioni, mostre dei loro manufatti artigianali, serate musicali, gite e visite guidate.

In ognuno dei dieci comuni vi è anche un ambulatorio, dove tre volte a settimana gli anziani possono accedere alle cure di un medico e di un'infermiera. Una volta a settimana un'equipe di operatori visita gli anziani rom verificando i loro bisogni sotto diversi aspetti: sostegno materiale e sociale, questioni di sicurezza, sostegno finanziario di emergenza. I beneficiari hanno la possibilità di ricevere un counseling individuale o di gruppo in forma di workshop ogni volta che si costituisce un gruppo di soggetti interessato ad affrontare le stesse tematiche.

Oltre alle regolari attività mensili, una volta ogni tre mesi ICS organizza la distribuzione di aiuti materiali ad ogni beneficiario del programma: generi alimentari, generi per l'igiene personale e, durante l'inverno, legna da ardere. Gli aiuti vengono distribuiti presso ciascun centro ma anche direttamente presso le abitazioni,. in caso di persone malate o impossibilitate a recarsi autonomamente presso i suddetti centri.

ICS pensa però anche ai rom che vivono in Italia. E' in corso infatti il progetto "Laboratorio di manufatture", un luogo aperto a Roma in via dei Bruzi n. 11/c (zona San Lorenzo) che offre allo stesso tempo occasione di microcredito per l'auto-impiego e luogo di scambio interculturale. Aspetto peculiare del progetto è l'inclusione delle donne Rom nella progettazione, nello sviluppo e nella valutazione che si concretizza nella gestione diretta degli spazi e delle risorse, comprese quelle economiche.

L'abilità nell'artigianato, l'arte del taglio e del cucito, del tricot sono valorizzate attraverso una formazione condotta da un'èquipe con documentata esperienza nel lavoro sociale, che, oltre a fornire competenze nel settore, produce un rafforzamento dell'autostima di ciascuna donna coinvolta nel programma. Il laboratorio nasce dunque come luogo di formazione ma è pensato anche come luogo di aggregazione interculturale: lavorare insieme ai formatori, affrontare e condividere le problematiche lavorative, decidere insieme le strategie economiche, stimolano la socialità e l'integrazione di queste donne nel tessuto sociale della città.