14 giugno 2007

Lo sguardo dei ragazzi di Mostar che si raccontano oltre ogni divisione. Una mostra fotografica dalla Bosnia Erzegovina a Roma e ritorno, su iniziativa di Cooperazione Italiana e dell'organizzazione non governativa CISP

Fonte: MAE - Cooperazione allo Sviluppo

Guardare "Attraverso i Nostri Occhi" è quanto hanno fatto, mettendo da parte i pregiudizi etnici, i giovani della città di Mostar in Bosnia Erzegovina, fotografando la loro vita e la loro città, teatro undici anni fa di una sanguinosa guerra civile. Un lavoro di laboratorio che ha dato origine ad una mostra fotografica itinerante che, per prima cosa, ha unito di nuovo le due sponde della città per lungo tempo divise sul famoso ponte vecchio di Mostar ricostruito l'anno scorso.

Dopo esser stata allestita nell'ambito di Intermundia, Festa dell'intercultura svoltasi a Roma dal 21 al 26 maggio scorsi, la mostra sta proseguendo il suo cammino attraverso tutta la Bosnia Erzegovina. Gli scatti fotografici sono stati realizzati da 53 ragazzi, 39 dei quali vengono da un liceo di Mostar diviso su base etnica sui due piani dell'edificio e secondo due distinti programmi scolastici, mentre altri 14 ragazzi vengono da un campo profughi a maggioranza croato-bosniaca situato fuori Mostar.

La mostra fotografica è costituita da un totale di 85 fotografie, tutte scattate con semplici macchinette uso-e-getta. Dopo essere stata allestita sul ponte di Mostar a dicembre, la mostra è stata ospitata poi, durante il mese di aprile, nei tre licei di Mostar coinvolti dall'ambizioso progetto: il liceo bi-etnico, il liceo croato ed il liceo musulmano.

Il progetto nasce da un'iniziativa della Cooperazione Italiana per lo Sviluppo del Ministero degli Esteri. Il CISP (Comitato Internazionale Sviluppo dei Popoli) ha contribuito a finanziare la gestione dell'allestimento della mostra a Roma, oltre al viaggio di 4 dei ragazzi-fotografi di Mostar.

"Attraverso i Nostri Occhi" è nata dall'esigenza di coinvolgere e sensibilizzare i giovani della città di Mostar e dintorni sui temi del dialogo tra i diversi gruppi etnici e religiosi, poiché sono particolarmente esemplificativi della situazione attuale dei giovani bosniaci, a 11 anni dalla fine del lungo conflitto che ha lacerato il Paese. Per far questo si è deciso di partire da una esperienza di laboratorio fotografico che ha posto fianco a fianco i ragazzi altrimenti divisi, nel raccontare, attraverso le immagini, il loro punto di vista, sulla città, su se stessi e sulla loro vita. Ragazzi divisi etnicamente dagli adulti, uniti dagli stessi bisogni dei giovani di oggi.

Dopo Roma, la mostra è stata allestita nell'ambito della quarta edizione del Kid's Festival che si sta svolgendo in questi giorni nella capitale bosniaca. Un Festival dedicato a tutti i giovani del sud est europeo, che vede la partecipazione di circa 40.000 giovani all'anno provenienti dall'intera regione, realizzato grazie all'impegno dell'ONG locale "Viakult" di cui è presidente Bernard-Henri Levy, famoso scrittore, giornalista e filosofo francese. La mostra verrà in seguito allestita in altri luoghi del paese, con l'intento di diffondere il più possibile il suo messaggio di pacifica convivenza.