10 maggio 2012
Baia di Dafine, Albania, la prima base della spedizione archeologica - foto A.S.S.O.

“L'Unione Europea e l'eredità culturale albanese” è il tema dei due giorni di eventi che si tengono a Tirana a partire da oggi. Due conferenze archeologiche, seguite dalla proiezione del documentario "Albania: la storia sommersa. Dal progetto Liburna al relitto della nave ospedale PO", sono appuntamenti inseriti nell'ambito della seconda settimana tematica del Mese Europeo, dedicata all'allargamento dell'Ue

Fonte: AISE

“L'Unione Europea e l'eredità culturale albanese” è il tema della “maratona archeologica” che la Delegazione Europea, guidata dall'ambasciatore italiano Ettore Sequi, e l'Istituto Italiano di Cultura propongono nella capitale albanese oggi, 10 maggio, nell'ambito delle iniziative della seconda settimana tematica del Mese Europeo, dedicata proprio all'allargamento dell'Ue.

Ricchissimo il programma della giornata, con due conferenze archeologiche, seguite dalla proiezione del documentario "Albania: la storia sommersa. Dal progetto Liburna al relitto della nave ospedale PO" di M. Alessandro, Mario Mazzoli e Giuliano Volpe.

Le conferenze saranno tenute da Sara Santoro Bianchi, ordinaria di Storia dell'Arte Greca e Romana all'università “Gabriele D'Annunzio” di Chieti e Pescara e capo della missione archeologica italiana a Durazzo — che proprio quest'anno compie dieci anni — e saranno dedicate alla ex capitale albanese. Sia per l'antichità dei suoi insediamenti, sia per la funzione del suo porto, Durrës rappresenta infatti storicamente e idealmente un ponte tra Oriente e Occidente, una via preziosa verso l'Europa.

La prima delle due conferenze, che si svolgeranno entrambe presso il Centro Informazione della Delegazione Europea, avrà come protagoniste le scuole. “Tesori del passato, tesori del futuro: archeologi europei e scuole albanesi per la salvaguardia dell'antichissima città di Durrës”, questo il titolo dell'incontro, che inizierà alle 11 e che sarà dedicato soprattutto all'iniziativa “Prendiamoci cura del nostro passato”, realizzata dalla scuola “V. Perdushi” nel 2011, per la manutenzione dell'area archeologica dell'anfiteatro romano.

La seconda conferenza, “Archeologia della città, archeologia per la città: il caso di Durrës nel quadro della salvaguardia europea delle antiche città mediterranee a continuità di vita”, è in programma alle 18 e sarà incentrata appunto sul “caso Durazzo”.

Nel 2003, infatti, la missione archeologica italiana, cofinanziata dal Ministero degli Affari Esteri italiano - da anni impegnato in prima linea, con cospicui investimenti, nel sostegno degli scavi in Albania - redasse la carta del rischio archeologico della città, che venne costantemente aggiornata e recepita anche dalle istituzioni nell'elaborazione e successiva definizione del Piano regolatore. Nel suo intervento Santoro Bianchi si soffermerà anche sui più recenti sviluppi della formazione universitaria nel settore della gestione del patrimonio culturale e dell'organizzazione del turismo culturale, nell'ambito del Progetto Tempus IV JPCR.

Completano il quadro le due proiezioni (alle 12.00 e alle 19.00) del documentario "Albania: la storia sommersa. Dal progetto Liburna al relitto della nave ospedale PO". Attraverso gli esiti delle ricerche subacquee condotte in Albania, il lavoro svela aspetti sia della storia antica sia delle vicissitudini più recenti del paese.

Realizzate dall'associazione onlus A.S.S.O. e dall'Istituto Archeologico d'Albania, sotto la direzione scientifica di Giuliano Volpe dell'Università di Foggia, con il supporto del Nucleo Marittimo della Guardia di Finanza, le pluriennali ricerche hanno confermato la presenza di un patrimonio sommerso straordinario, sia per il rilievo scientifico, sia per il peso culturale, oltre che per l'importanza che può rivestire sul piano economico.