28 novembre 2014

Consigliere presso la commissione Esteri del Parlamento europeo

Advisor on Foreign Affairs at the European Parliament

 

 

   

Nuove linee divisorie in Europa, la Politica europea di vicinato (ENP) come una sorta di politica espansionista europea che si scontra con l’espansionismo russo in un’area che Mosca ha sempre considerato il suo cortile di casa. È questa l’idea che l’opinione pubblica europea ha della ENP? Per alcuni commentatori l’UE non è stata sufficientemente prudente nella definizione del suo approccio verso i sei paesi che fanno parte del Partenariato orientale. Dall'altra parte l’attuale élite russa non rappresenta tutte le varie e vivaci componenti della società russa che hanno un atteggiamento molto meno aggressivo e più costruttivo verso l’UE. Il dialogo non è facile ma è ancora possibile. Sembra che le parti si stiano testando a vicenda per vedere fino a che punto si possono spingere. L’appoggio militare russo ai separatisti del Donbass non sembra diminuire mentre le sanzioni occidentali colpiscono sempre più, con un cessate il fuoco che è ancora lungi dall’essere stabilizzato.

L’UE sta pensando di rivedere la Politica europea di vicinato all'inizio del prossimo anno. Si dovrà tenere conto del fatto che sono emersi due gruppi con differenti ambizioni. Georgia, Ucraina e Moldavia sembrano decisi per un percorso di ulteriore integrazione europea, mentre Bielorussia e Armenia hanno scelto l’Unione doganale con la Russia e l’Azerbaijan naviga per conto suo contando sui proventi di petrolio e gas.

Alcuni commentatori chiedono di dare più forza all’ENP sia a livello politico che economico, ma l’UE ha i mezzi finanziari e la volontà politica per farlo? L’Europa si è dimostrata unita e ha reagito prontamente all’annessione della Crimea da parte della Russia ma nessuno ha idea se ci sia ora un qualche piano B per far ripartire un dialogo franco con la Russia, nel caso in cui la situazione nel Donbass prenda una decisa svolta pacifica.

Secondo alcuni commentatori sarebbe un errore fatale se l’Europa rinunciasse ai suoi valori, mentre per altri l’UE dovrebbe smettere di pretendere di insegnare ai vicini cosa fare, pensare e come agire. I conflitti congelati sono iniziati all’inizio degli anni novanta con un ruolo attivo della Russia. Da allora nessuno di questi conflitti ha fatto sostanziali passi verso una soluzione globale e duratura. Sono diventati uno strumento chiave della politica estera russa nel suo sforzo di mantenere i paesi vicini sotto il suo ombrello a prescindere dalla volontà dei loro popoli.

L’ENP può diventare un elemento di dialogo con la Russia e la Russia lo accetterebbe? La Russia sta semplicemente difendendo se stessa da un allargamento europeo del suo spazio politico ed economico che apre la via all’espansione della NATO? Sono in grado le due parti di creare gradualmente le condizioni per far ripartire un dialogo costruttivo e reciprocamente vantaggioso?

Infine, ma non meno importante, gli sviluppi politici locali in Ucraina saranno cruciali per la soluzione della crisi e il futuro dell’ENP. In questi giorni la Verhovna Rada (Parlamento ucraino) ha avviato una nuova legislatura. Il governo dovrà confrontarsi con una situazione drammatica. Apparentemente gli interessi europei e americani iniziano a divergere. Piazza Maidan ora è vuota ma le ragioni di Euromaydan sono ancora lì e non si può non notarlo.

New dividing lines in Europe with the ENP as a sort of European expansionist policy clashing with Russian expansionism in an area that Moscow has always considered its backyard. Is this the view of the European public opinion of the EU neighbourhood policy? For some readers the EU was not prudent enough when defining its approach towards the six countries that are part of the Eastern Partnership. On the other hand the current Russian elite does not represent the various lively components of the Russian society that have a much less aggressive and more constructive stance towards the EU. Dialogue is not easy but is still possible. It seems that the parties are testing each other to see how far they can go. The Russian military support for the Donbass separatists doesn’t seem to decrease while Western sanctions are biting more and more with a ceasefire that is still far from being stabilized.

The EU is planning to review the European Neighbourhood policy early next year. It will have to take stock of the fact that two groups have emerged with different ambitions. Georgia, Ukraine and Moldova seem headed for a path of further European integration while Belarus and Armenia made their choice for the Customs Union and Azerbaijan is simply floating alone on its gas and oil revenues.

Some readers are asking to energize the ENP both at economic and political level but does the EU have the financial means and the political will to do it? Compared to previous situation Europe was united and timely to react to the Russian annexation of Crimea but no one knows whether there is a Plan B to restart a frank dialogue with Russia in case the situation in the Donbass takes a decisive peaceful turn.

According to some readers it would be a fatal mistake if Europe gives up its values while for others the EU should stop pretending to teach its neighbours what to do and think and how to act. Frozen conflicts started in the early nineties with an active role of Russia. None of those frozen conflicts have made substantial progress towards a comprehensive and lasting settlement ever since. They turned out to be a key tool of Russia’s foreign policy in its effort to keep neighbouring countries under its umbrella regardless of their peoples’ will.

Can the ENP be turned into an element of dialogue with Russia and is Russia willing to accept this? Is Russia simply defending itself from an European enlargement of its political and economic space that paves the way for NATO expansion? Can the two sides create gradually the conditions for the resumption of a constructive and mutually beneficial dialogue?

Last but not least the domestic political developments in Ukraine will be crucial for the resolution of the crisis and the future of the ENP. The Verhovna Rada is opening the new legislature in these days. The new government will have to deal with a dramatic situation. Apparently European and American interests start diverging. Maydan square is now empty but the reasons of Euromaydan are still there and can’t go unnoticed.