Bucarest, piazza Rivoluzione (foto di posztos/Shutterstock)

 

 Bucarest, piazza Rivoluzione (foto di posztos/Shutterstock)

Sono trascorsi 25 anni dalla Rivoluzione del 1989. Da allora i rivoluzionari - ma solo quelli certificati - hanno ottenuto più di 2 miliardi di euro di indennizzi. Un approfondimento

14/01/2015 -  Mihai VoineaCristian Delcea

(Pubblicato originariamente da Adevărul, selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e Osservatorio Balcani e Caucaso)

Secondo la Cassa nazionale delle pensioni sono attualmente 10.499 i cittadini rumeni che godono di un indennizzo denominato “Eroi della Rivoluzione”. Ciononostante tra loro solo 4500 sono stati feriti durante gli scontri o sono parenti di coloro i quali sono stati uccisi durante i fatti del dicembre 1989. 6.000 persone quindi approfittano di indennizzi statali senza averne titolo. Alcuni sono riusciti a procurarsi alcuni certificati anche se all'epoca non erano che bambini, a volte grazie al sostegno di alcuni politici, altri lavoravano nelle forze di sicurezza dell'ex regime...

Miliardi di euro

Il saccheggio del budget statale da parte di queste migliaia di impostori è una storia senza fine. Nel 2001 Adevărul aveva calcolato i danni subiti dallo stato. Il valore medio di queste pensioni di indennizzo era d 1.508 Lei al mese (circa 343 euro). La somma accordata ai “rivoluzionari” dopo il 1990 raggiunge ora i due miliardi di euro. In questi sono compresi anche i 600 milioni di euro in compensazioni finanziarie e il valore di 5.000 ettari di terreno distribuiti (la maggior parte dei quali situati in zone dal forte potenziale immobiliare) e altri vantaggi che ricevono i veterani (esenzioni di imposta, trasporti pubblici gratuiti, appartamenti sociali o messa a disposizione di locali commerciali). La storia di questa vicenda è lunga e scandalosa.

Tutto è cominciato nel 1990. All'epoca il regime di Ion Iliescu si trovò a fronteggiare un movimento di protesta che aveva raccolto decine di migliaia di persone che domandavano giustizia per i 2500 feriti e le centinaia di morti avvenuti durante i giorni della rivoluzione. La maggior parte di loro venne uccisa dopo il 22 dicembre 1989, quando Iliescu e i suoi sostenitori si impadronirono del potere. I manifestanti in particolare domandavano punizioni per i responsabili di queste violenze. Ma la maggior parte dei responsabili occupavano funzioni rilevanti all'interno dello stato. Iliescu ha quindi trovato una soluzione ingegnosa ed ha promulgato, il 18 dicembre 1989, la legge 42 per “onorare la memoria dei martiri della rivoluzione e accordare determinati diritti ai loro familiari e ai feriti”. Una legge interpretata in modo molto generoso includendo nei benefici le famiglie dei martiri. Ad esempio, con cinque figli ancora in vita, si ottenevano 5 indennizzi.

Eroi certificati

Questi vantaggi hanno fatto nascere gelosie. “Quando i rumeni si sono resi conto dei benefici accordati da questa legge, in molti hanno sottolineato che la rivoluzione è stata portata avanti dalle persone valide, piuttosto che dai morti e dai feriti” spiega Jan Ciochină, presidente dell'associazione Radio Libertatea. “Hanno quindi esercitato pressioni e insistito presso l'allora segretario del Senato, Dan Iosif. Quest'ultimo ha fatto passare in parlamento, nell'agosto 1992, un mese prima delle elezioni un emendamento che introduceva il titolo di “combattente rimarchevole”. Ed è per questo che anche alcune persone che non vennero ferite possono ora godere dell'indennizzo.

Alla fine del 1992 il numero di beneficiari era di 8.270 persone: 2.257 parenti, 2.711 feriti, 633 prigionieri e 2.669 combattenti rimarchevoli. Questi certificati sono stati rilasciati in un solo mese da una commissione speciale. Quest'ultima è stata poi riformata tre anni dopo, sotto il patronato del celebre Bebe Ivanovici, Segretario di stato per i problemi dei rivoluzionari (SPPR). Avrebbe poi rilasciato altre migliaia di certificati con titoli onorifici per chi “aveva partecipato alla rivoluzione”.

Sono in molti ad affermare che il regime di Ion Iliescu aveva grande interesse a creare questo fenomeno. Lo statuto di rivoluzionario dava numerosi diritti e di conseguenze vi sono state migliaia di persone che avevano tutto l'interesse ad affermare che quanto accaduto nel dicembre 1989 è stata una rivoluzione e non un colpo di stato organizzato da Iliescu.

Senza fine

Negli anni successivi sono arrivati altri benefici, in particolare in periodo elettorale. Nell'estate 1996, poco prima delle politiche, è stata costituita una commissione presieduta da Costel Balint per analizzare eventuali nuove candidature: per ottenere una pensione era sufficiente che tre testimoni dichiarassero di aver visto il richiedente partecipare ai moti rivoluzionari.

Vennero messe in atto vere reti criminali dove venivano proposti testimoni in cambio di denaro. In soli tre mesi vengono emessi altri 7000 certificati. E' impossibile ora valutare questi dossier, perché gli archivi della Commissione Balint sono immediatamente spariti. Nel 1997 il governo tentò di sopprimere la legge 42 ma uno sciopero della fame dei rivoluzionari lo fece rinunciare. Ma la storia non è ancora finita.

Nel luglio 2004, qualche mese prima delle elezioni, il governo promulga la legge 341, per individuare gli impostori. In realtà quest'ultima non fa che concedere nuovi vantaggi. Tutt'oggi numerose persone continuano ad approfittare dei certificati di rivoluzionari.


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